Bolivia, attentato dinamitardo dei golpisti contro il presidente eletto Arce del MAS

Bolivia, attentato dinamitardo dei golpisti contro il presidente eletto Arce del MAS

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

I golpisti in Bolivia non mollano la presa. Con un attentato contro il presidente Lucho Arce vogliono impedire che il paese andino riprenda il cammino lì dove era stato interrotto attraverso il colpo di Stato dell’anno passato contro il presidente Evo Morales. 

 

Il portavoce del Movimento per il Socialismo (MAS), Sebastián Michel, ha denunciato un attacco dinamitardo contro Lucho Arce avvenuto presso la sede del partito politico nel quartiere Sopocachi della capitale boliviana La Paz. 

 

Secondo il portavoce del gruppo politico, l'attacco è stato perpetrato da un gruppo di persone che hanno fatto esplodere della dinamite nel mentre il presidente eletto era impegnato in un incontro presso la struttura del partito socialista. 

 

“Pochi minuti fa siamo stati vittime di un attacco da parte di un gruppo che ha lanciato della dinamite nella struttura dove si trovava il nostro presidente eletto Lucho Arce. Siamo molto preoccupati per ciò che sta accadendo”, ha dichiarato il portavoce Michel in un'intervista a Televisión Universitaria e Red Uno.

 

Sebastián Michel si è rammaricato che le autorità preposte alla sicurezza del Paese non si pronuncino sulla questione e non forniscano la necessaria sicurezza e ancor di più a un'autorità eletta dalla maggioranza del popolo boliviano.

 

"Non abbiamo visto nessuna dichiarazione sul tema del ministro del Governo Arturo Murillo, quindi ci sentiamo in balia di noi stessi, totalmente indifesi e nessuno ci dà le garanzie necessarie per la sicurezza della nostra autorità", ha aggiunto.

 

Il rappresentante del MAS ha sottolineato che l'attacco si inserisce nel clima di violenza promosso da settori di destra dopo la vittoria elettorale di Luis Arce.

 

L'attacco è avvenuto dopo il primo giorno di blocchi stradali e uno sciopero indetto da organizzazioni di estrema destra che hanno denunciato una presunta frode elettorale nelle elezioni del 18 ottobre e hanno chiesto che Arce Catacora non assumesse la presidenza domenica prossima.

 

L’ex presidente boliviano Evo Morales, vittima l’anno scorso di un golpe, ha immediatamente condannato l’attentato dinamitardo. 

 

Evo Morales ha denunciato che “piccoli gruppi cercano di generare un clima di confusione e violenza", riferendosi a chi nelle ultime ore ha promosso manifestazioni violente in varie città del Paese. La reazione di questi gruppi è arrivata dopo che il Tribunale elettorale ha respinto un audit sui risultati elettorali dello scorso 18 ottobre.

 

Evo Morales ha anche detto che questi gruppi "non potranno imporre" quel clima di violenza, che si era già manifestato questa mattina con l'attentato a La Paz. 

 

Il dirigente boliviano indio ha poi aggiunto: “Non cadremo in nessuna provocazione”, perché “la nostra rivoluzione è pacifica e democratica", in contrasto con gli atti di violenza armata promossi dalla destra dell'opposizione che lo hanno allontanato dal Palazzo Quemado nel novembre 2019.

Potrebbe anche interessarti

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela di Geraldina Colotti 28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino" di Clara Statello Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico di Leonardo Sinigaglia 25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite di Pasquale Cicalese L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti