Carla Fracci: "è il proletariato che ha sempre alimentato la nazione"

Foto Corriere della Sera

3881
Carla Fracci: "è il proletariato che ha sempre alimentato la nazione"

 

Mostro sacro internazionale della Danza, oggi, ci ha lasciati Carla Fracci. Non avendo competenze specifiche possiamo solo superficialmente capirne il valore, seppur immenso, della sua genialità. Allo stesso tempo, però, Carla Fracci rappresenta l'artista, nazional-Popolare, nel senso gramsciano del termine, che delizia il pubblico con la sua Arte ma ne prende anche le difese oltre il palcoscenico, rivendicando le sue origini, usando la parola "proletariato".Nel 2003, ci fu uno sciopero in tutta Italia del trasporto pubblico. I lavoratori, stanchi per anni di attesa del rinnovo contrattuale, andando anche contro i sindacati, organizzarono uno sciopero spontaneo, con media e politici che li attaccarono ferocemente. Carla Fracci però, coraggiosamente, ricordando che suo padre era stato un tranviere, prese le difese dei lavoratori del trasporto. Quando le chiesero, da figlia di tranviere, cosa ne pensasse delle sciopero "selvaggio", colse di sorpresa il giornalista rispondendo così: "Che hanno fatto bene. Altrimenti nessuno si sarebbe accorto di loro. Sono sempre stati la mia famiglia."Vi lasciamo all'articolo di Repubblica del 5 dicembre 2003, per leggere le parole di un'Artista vicina ai lavoratori. Una vera Stella, contro le celebrazioni dei mediocri, che brillerà sempre nel cielo.

di Andrea Montanari- Repubblica

Carla Fracci, lei figlia di un tranviere, cosa pensa della protesta che ha bloccato Milano? «Che hanno fatto bene. Altrimenti nessuno si sarebbe accorto di loro. Sono sempre stati la mia famiglia». Ma hanno violato le regole. «Costretti perché nessuno li ascoltava. è giusto che aspettino da due anni? Ha idea di che cosa costa vivere a Milano da quando c' è l' euro? Tutto costa almeno il doppio». Giustifica anche la protesta "selvaggia"? «Due anni per una famiglia con figli sono un' eternità. Una volta c' era una parola di cui sono orgogliosa e che fa parte della mia infanzia: proletariato. Oggi purtroppo non la usa più nessuno». Cioè? «è il proletariato che ha sempre alimentato la nazione. Ci dovrebbe essere più rispetto. Se questa classe sociale si ferma la nazione cade. Oggi, invece, tutti se la sono presi con i tranvieri, ma si sono accorti di loro solo quando si sono fermati». In che senso? «Un tranviere lavora dalle 3 di notte fino a tutto il giorno. A Natale, a Pasqua e la domenica. Avete visto le loro buste paga?» Era così anche all' epoca di suo padre? «Il primo cappottino l' ho avuto di stoffa rivoltata, ma la nostra era una famiglia dignitosa. Oggi la situazione è cambiata: in peggio». Un ricordo? «Quando studiavo danza alla Scala, la sala prove dava ancora sulla piazza. Durante le lezioni sapevo che mio padre passava alla stessa ora con il tram. Lo riconoscevo dal campanello e mi commuovevo». I "duri" dell' Atm saranno davanti all' Arcimboldi per la Prima della Scala. «Fanno bene. Purtroppo sono a Los Angeles, ma idealmente sarò con loro»

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Ventotene e dintorni di Alessandro Mariani Ventotene e dintorni

Ventotene e dintorni

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano" di Giuseppe Masala Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Basta che se ne parli di Francesco Erspamer  Basta che se ne parli

Basta che se ne parli

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa di Geraldina Colotti L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

La nuova Bucha di Zelensky di Marinella Mondaini La nuova Bucha di Zelensky

La nuova Bucha di Zelensky

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza di Giuseppe Giannini La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

Il 25 aprile non è più nostro di Michelangelo Severgnini Il 25 aprile non è più nostro

Il 25 aprile non è più nostro

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

L'inutile alleanza di Michele Blanco L'inutile alleanza

L'inutile alleanza

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti