Chiude il grande bluff "umanitario" Usa a Gaza

3019
Chiude il grande bluff "umanitario" Usa a Gaza

 

La travagliata missione dell'esercito statunitense volta a consegnare gli aiuti urgenti a Gaza tramite un molo temporaneo si è conclusa. Si è concluso il grande bluff umanitario di Washington per salvarsi la coscienza dopo aver inviato armi, supporto logistico economico ad Israele nel suo genocidio nella Striscia di Gaza che ha provocato, in 10 mesi, quasi 40.000 morti, 10.000 i bambini uccisi.

Ieri, come ha riferito l’agenzia Reuters, un alto ufficiale americano ha confermato la notizia della chiusura del molo, mentre le organizzazioni internazionali lanciano l'allarme per l'imminente carestia nel nord del territorio palestinese, nel contesto della campagna di carestia portata avanti dall'occupazione israeliana.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha espresso delusione per le prestazioni del molo, che si è staccato più volte dalla riva a causa del maltempo sin dalla sua installazione iniziale a metà maggio, limitandone notevolmente i tempi di operatività.

"La missione di surge marittimo che coinvolge il molo è completa. Quindi non c'è più bisogno di usare il molo", ha spiegato ai giornalisti il ??viceammiraglio Brad Cooper.

"Ora si sta verificando la transizione... verso un porto ad Ashdod", ha confermato Cooper che, secondo lui, "offre un percorso più sostenibile".

Il vicecapo del Comando centrale degli Stati Uniti ha confermato che le consegne da Cipro ad Ashdod e poi verso la Striscia di Gaza settentrionale sono già iniziate e che nelle ultime settimane sono transitati attraverso questa rotta più di un milione di libbre di aiuti.

Ha salutato l'operazione, durata circa 20 giorni, come "un'operazione storicamente senza precedenti per portare aiuti in una zona di combattimento attiva senza la presenza statunitense sul territorio".

Il molo è stato danneggiato dal maltempo a maggio e ha dovuto essere rimosso per le riparazioni. È stato riattaccato il 7 giugno, ma trasferito ad Ashdod il 14 giugno per proteggerlo dalle previste mareggiate, una situazione che si è ripetuta più avanti nel corso del mese.

Anche la distribuzione degli aiuti una volta giunti sulla terraferma è stata problematica. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha sospeso le consegne degli aiuti arrivati ??tramite il molo il mese scorso per valutare la situazione della sicurezza dopo che due dei suoi magazzini a Gaza sono stati colpiti da razzi, ferendo un membro dello staff.

In conclusione, ecco alcune delle date chiave della breve vita del molo, in particolare, quella del 10 giugno, l’unica volta che il molo è “servito” a qualcosa

  • 7 marzo – Biden annuncia in un discorso televisivo che le forze statunitensi costruiranno un molo galleggiante al largo della costa di Gaza.
  • 7 maggio – Il Pentagono afferma che la costruzione del molo è completa, ma le condizioni meteorologiche impediscono ancora l'utilizzo. L'annuncio arriva lo stesso giorno in cui le forze israeliane sequestrano e chiudono il valico di frontiera di Rafah con l'Egitto, la principale via di consegna di rifornimenti nella Striscia di Gaza.
  • 17 maggio – Il primo carico di aiuti viene consegnato a Gaza tramite il molo.
  • Dal 24 al 27 maggio, dei 70 camion che entrano a Gaza passano dal molo, una cifra notevolmente inferiore ai 600 camion di cui necessita la popolazione dell'enclave al giorno.
  • 25 maggio – Le imbarcazioni che sostengono il bacino galleggiante vengono trascinate a riva per il mare mosso. I funzionari statunitensi, in seguito, hanno sostenuto che il molo verrà rimosso temporaneamente e che ci vorrà più di una settimana per ripararlo.
  • 10 giugno – il Pentagono ha negato che il molo sia stato utilizzato dalle forze israeliane che hanno ucciso più di 270 persone nel campo profughi di Nuseirat durante il salvataggio di quattro prigionieri.
  • 17 luglio – L’esercito statunitense dichiara che chiuderà il molo da 230 milioni di dollari.

-----

L'ANTIDIPLOMATICO ED EDIZIONI Q RACCOLGONO FONDI PER LA POPOLAZIONE DI GAZA

ACQUISTANDO IL LIBRO "IL RACCONTO DI SUAAD - PRIGIONIERA PALESTINESE" DAL NOSTRO SITO CONTRIBUIRETE ATTIVAMENTE ALL'INVIO DI AIUTI UMANITARI ATTRAVERSO L'ASSOCIAZIONE GAZZELLA ONLUS.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Trump-Zelensky, leggere la realtà di Marco Bonsanto Trump-Zelensky, leggere la realtà

Trump-Zelensky, leggere la realtà

 Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street di Giuseppe Masala  Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street

Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia? di Paolo Desogus Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti di Geraldina Colotti Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Area flegrea e il famoso "IT Alert" di Francesco Santoianni Area flegrea e il famoso "IT Alert"

Area flegrea e il famoso "IT Alert"

La deriva di un continente in guerra di Giuseppe Giannini La deriva di un continente in guerra

La deriva di un continente in guerra

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania di Antonio Di Siena Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi di Michelangelo Severgnini Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX" di Giorgio Cremaschi Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti