Cile, un anno fa iniziavano le proteste contro il governo fascio-liberista di Pinera

Cile, un anno fa iniziavano le proteste contro il governo fascio-liberista di Pinera

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di Andrea Puccio
 

Un anno fa, il 18 ottobre 2019, iniziavano le proteste contro il governo cileno presieduto da Sebastian Pinera.


La scintilla o la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata l’aumento delle tariffe della metropolitana della capitale Santiago. Ma il fuoco covava da tempo sotto la cenere.


Migliaia di persone, giovani, donne e uomini si sono riversate da quel giorno nelle strade per manifestare il loro disagio economico causato dalle politiche neoliberiste messe in atto dal governo di Sebastian Pinera. La risposta alle legittime manifestazioni della popolazione da parte dell’esecutivo è stata durissima e in piena continuità con quelle della dittatura di Pinochet. Migliaia di arresti, centinaia di feriti, uso sconsiderato di mezzi di repressione verso i manifestanti.


Le repressioni hanno causato centinaia di feriti fra i quali molte decine hanno perso parzialmente o totalmente la vista per gli spari di pallini da parte dei carabineros e dei soldati dell’esercito, decine di morti, migliaia di arresti, non si contano le denunce di violenza sessuale compiute ai danni di donne ed uomini, arrestati, frequentemente è sono stati usati camion con idranti caricati di acqua con acido per disperdere le folle manifestanti. Insomma lo stato ha cercato in ogni modo di sedare le proteste e, sicuro della sua impunità, ha esercitato tutto il suo potere violento verso i poveri cittadini inermi.
 

Ad un anno dall’inizio delle proteste occorre fare una riflessione. Le proteste hanno convinto il governo ad indire un referendum popolare per chiedere ai cileni se sono d’accordo a riformare la vecchia costituzione approvata durante la dittatura di Pinochet. Ma la riflessione più importante, secondo me, va fatta su come a livello internazionale queste proteste sono state trattate dai grandi gruppi dell’informazione.


Meglio sarebbe dire come non sono state trattate dai grandi giornali. Proprio così, quasi nessuno dei grandi mezzi di informazione ha dato copertura agli abusi compiuti dalle forze dell’ordine cilene nella più classica disinformazione a cui purtroppo negli ultimi anni siamo stati abituati.


Risulta davvero incredibile come la gran parte dei mezzi di informazione riempiano i loro giornali con articoli in cui si paventa o si suppone la violazione dei diritti umani da parte di alcuni gruppi di paesi e allo stesso modo si ignorino sistematicamente le palesi violazioni degli stessi diritti compiuti dai governi amici. Si esaltano i movimenti di protesta di Hong Kong, della Bielorussia e sii dimenticano gli abusi compiuti durante le manifestazioni di protesta in Cile o Colombia da parte delle forze dell’ordine che provocano decine di morti e feriti. Si definiscono pacifici i manifestanti che in Venezuela nel 2017 hanno messo a ferro e fuoco le città o quelli che ad Hong Kong assaltano i supermercati perché, secondo i cronisti, si oppongono a regimi dittatoriali. Ma si ignorano, come visto, le proteste in Cile iniziate un anno fa perché mettono in discussione il nuovo ordine mondiale fondato sul capitalismo e sul liberismo senza regole.


Purtroppo la storia la scrive chi ha vinto ed in questa fase storica ad aver vinto è il capitalismo. Non ci dobbiamo stupire se alcune azioni compiute da certi paesi amici hanno un peso minore di quelle compiute dalle nazioni canaglia. Solo alcuni giorni fa, tanto per non dimenticare e per avvalorare quanto scritto fino ad ora, durante una manifestazione in di protesta in Cile, paese di cui parlo, un carabinero ha gettato un ragazzo di 17 anni da un ponte uccidendolo. Notizia del tutto ignorata dalla nostra stampa, ma immaginate voi cosa si sarebbe scatenato se il fatto fosse avvenuto in Bielorussia o ad Hong Kong o a Caracas.


Infine aspetto ancora che qualche brava e famosa giornalista che ultimamente si sta scatenando contro la Cina accusandola di aver mentito sulla reale gravità della pandemia da Covid 19 si ricordi degli abusi compiuti dalle forze dell’ordine, o meglio del disordine, durante un anno di manifestazioni in Cile o di tutti i leader sociali ed ex appartenenti alle FARC che hanno deposto le armi dopo la firma dell’accordo di pace con il governo colombiano uccisi nel paese sud americano dalle milizie paramilitari che controllano di fatto la Colombia sotto la più totale indifferenza di Ivan Duque.


Ma di queste nazioni non si può parlare perché sono la punta più estrema delle politiche neoliberali che oggigiorno imperversano nel mondo quindi tutto è perdonato.


Per concludere prima di scrivere questo articolo ho fatto una ricerca su internet per vedere se qualche altro giornale si fosse occupato di questo anniversario:nessun grande giornale, al momento, se ne è ricordato. Cosa che non mi meraviglia affatto dato che oramai gli unici argomenti su cui si discute sono solo quelli che riguardano la pandemia da corona virus. Ma anche se non ci fosse stata la pandemia sono sicuro che l’amnesia sarebbe rimasta.

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