CNN - I russi hanno eroso la "magia" degli HIMARS
“Negli ultimi mesi la Russia ha contrastato i sistemi missilistici mobili di fabbricazione statunitense con maggiore efficacia, utilizzando jammer elettronici per disattivare il sistema di guida GPS per far sì che i missili manchino i loro obiettivi”. Così la CNN. Il media statunitense ha quindi ricordato come l’arrivo di tale sistema d’arma sul campo di battaglia fosse stato salutato come un punto di “svolta” della guerra, assicurando la vittoria all’Ucraina.
La magia non funziona
Non è andata così. In guerra la magia si scontra con la dura realtà, che ha una certa sua ostinazione. La CNN aggiunge che gli addetti a questi armamenti devono, di volta in volta, “modificare il software HIMARS per contrastare l’evoluzione del disturbo russo”.
“È un costante gioco del gatto e del topo” per trovare una contromisura al disturbo, ha detto un funzionario del Pentagono alla CNN, finché i russi non trovano un modo per contrastare tale contromisura. E non è chiaro quanto sia sostenibile questo gioco a lungo termine”.
Gli HIMARS sono chiamati a supplire alla mancanza di una copertura aerea, che ancora più indispensabile quando inizierà la controffensiva ucraina. Infatti, Non avendo un’aviazione adeguata, Kiev deve puntare sui missili a lungo raggio per limitare il fuoco di sbarramento del nemico ed eroderne la logistica.
Certo, gli ucraini possono contare su altri sistemi d’arma a lungo raggio, ma nessuno di questi ha le potenzialità degli HIMARS, da cui l’importanza del particolare riferito dalla CNN.
Ma non sarà questo particolare, benché esiziale, a scoraggiare Kiev e i suoi sponsor Nato dal mandare i propri soldati al macello. La controffensiva si farà e, secondo quasi tutti gli analisti, inizierà presto.
Tanti i segnali in tal senso e contraddittori, dal momento che gli strateghi Nato, che da mesi studiano il piano d’attacco ucraino, stanno cercando di confondere i russi. Si reputa che il focus della controffensiva possa essere Zaporozhye, a Sud, ma gli ucraini potrebbero riservare sorprese, come ad esempio l’invasione della Transnistria, enclave russo tra Ucraina e Moldavia, ai cui confini hanno ammassato truppe (ipotesi aleatoria, ma rende l’idea della molteplicità delle possibili variabili). Inutile azzardare pronostici, l’unica certezza è la macelleria incombente.
La Cina e il voto all’Onu
A margine di questa nota, val la pena soffermarsi su un particolare. I media italiani negli ultimi giorni sono letteralmente impazziti di gioia dopo il voto all’Onu in cui la Cina, insieme a India e altri stati non allineati all’Occidente, ha votato una risoluzione in cui il conflitto in corso veniva definito “invasione russa”.
La Cina aveva abbandonato la Russia al suo destino, annunciavano i media nostrani. Una sciocchezza, smentita seccamente da Pechino che spiegava come la sua posizione “non è cambiata” (South China morning Post). D’altronde, sarebbe bastato dare un’occhiata ai media internazionali per capirlo…
In questi giorni l’incontro del ministro degli Esteri russo Segej Lavrov con il suo omologo cinese Qin Gang, avvenuto a margine della riunione della Shanghai Cooperation Organisation (SCO). Nella stessa sede, l’incontro di quest’ultimo con il suo omologo indiano Subrahmanyam Jaishankar.
Il punto è che l’Occidente sta vivendo in una bolla mediatica. Non si tratta di un deficit dell’informazione, ma del compito che essa assolve nell’ambito delle dinamiche imperiali. Si è realizzata la massima di Jamelle Bouie, consigliere di George W. Bush: “Siamo un impero, e quando agiamo, creiamo la nostra realtà‘”.
Ma se i media potevano supportare la creazione della realtà imperiale nel ristretto ambito delle precedenti guerre infinite (Iraq, Libia, Siria etc), non possono farlo nell’attuale competizione tra Oriente e Occidente. Anche la magia dell’informazione ha i suoi limiti.