Colloqui diretti con gli USA. La Precisazione di Teheran
Ieri, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdolahian ha riferito che gli Stati Uniti "hanno inviato messaggi" attraverso diversi canali a Teheran per tenere colloqui diretti nei negoziati in corso a Vienna, per rilanciare l'accordo nucleare raggiunto nel 2015 , ufficialmente denominato Piano d'azione globale congiunto (PIAC o JCPOA).
Il capo della diplomazia iraniana ha precisato che finora il Paese persiano non è giunto alla conclusione di sedersi allo stesso tavolo, ma valuterà l'opzione, se gli Usa garantiranno buone condizioni per raggiungere un "buon accordo".
Ecco, si parla di "buon accordo". Proprio oggi è arrivata una dichiarazione identica a quella di Abdolahian. Infatti, il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano, Ali Shamjani, ha ribadito che l'Iran ha stabilito contatti indiretti con gli americani attraverso scambi scritti informali, poiché finora non ci sono stati né ci saranno necessità di ulteriori contatti. “Questo metodo di comunicazione può essere sostituito da altri solo quando è disponibile un buon affare”.
Le due dichiarazione, identiche, rispecchiano una volontà univoca nelle istituzioni iraniane sul proseguimento o meno della trattativa. Fatto, che dal 2015, non era avvenuto con la Presidenza Rohani e l'uscita degli USA all'epoca di Donald Trump, che aveva causato disaccordi nei vertici iraniani.
L'Iran promuove una strategia per equilibrare le sue relazioni estere
Le autorità iraniane sottolineano che la cosa principale in questi colloqui è l'effettiva revoca delle sanzioni reimposte dagli Stati Uniti all'Iran e la normalizzazione delle relazioni commerciali ed economiche con il Paese persiano, quindi qualsiasi accordo deve coprire queste richieste di Teheran. Una base ribadite diverse volte, sulla quale USa e partner occidentali fingono di non capire, pur sapendo che tale posizione sarebeb stata assunta da qualsiasi Paese.
A questo proposito, Shamjani ha aggiunto che l'Iran perseguirà con forza la strategia di bilanciamento delle sue relazioni estere, affermando che Russia, Cina e i colloqui di Vienna svolgono un "ruolo complementare" nel garantire gli interessi nazionali dell'Iran.