Come mai tutti a parlare dell'orso?
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Tutti a parlare dell'orso. Come mai? Perché non fate che stare davanti alla televisione o sugli asocial a farvi rincoglionire dalle «breaking news» scelte dai potenti. Esattamente come vi comprate o desiderate di comprarvi qualunque dispositivo elettronico pubblicizzato come necessario, o vi precipitate in qualsiasi località o esercizio di moda. Tipo Starbucks, che a Bologna ha preso il posto di una libreria, perché i libri per leggerli ci vuole un po' di attenzione "profonda", ossia di pazienza e applicazione, mentre a incollarsi allo schermo o schermino e fare quello che prescrive, basta un'attenzione "iper", superficiale, brevissima, subito distratta da un'altra sollecitazione.
Davvero non mi importa sapere se la vostra empatia a telecomando questa volta sia scatatta per l'uomo aggredito dalla bestia (non un ragazzo, non un ragazzino e neppure un «runner», come l'hanno definito tutti i giornalisti per fa' l'americani, cosa che rende bene) oppure per la bestia assediata da umani che non si fermeranno finché non avranno annientato qualunque essere vivente a loro non utile, ossia che non renda denaro.
Sulla questione ho un'opinione ma in questo momento non ha alcuna importanza perché la discussione non ha nulla di autentico: è solo una prova, una delle tante, con cui i media ogni tanto verificano, su ordine dei loro padroni, il livello di manipolabilità della gente, per venderle meglio i loro giocattoli di plastica colorata e soprattutto per lavarle il cervello e influenzarne comportamenti e pensieri in modo da continuare indisturbati a fare miliardi a sue spese (oltre che dell'ambiente e delle comunità).
Possibile che nessuno si accorga che parlate sempre e solo di ciò che vi impongono, mai di qualcosa che davvero vi interessi o di cui abbiate fatto una vera esperienza?