Come ribellarsi a mezzo secolo di guerra ai salari
di Pasquale Cicalese
In quest'ultimo mese ho cercato di rendere comune a giovani, disoccupati, precari, lavoratori, pensionati, gli stessi imprenditori miei amici che fanno fatica ad andare avanti e garantire continuità occupazionale e redditi dignitosi, i meccanismi della guerra al salario fatti a partire dal golpe del 92: privatizzazioni, fine del capitalismo di stato, passaggio, in termini pensionistici, dal retributivo al contributivo, "politica dei redditi" con fine scala mobile, concertazione con triplice sindacale a cui si diedero caf e previdenza complementare, oltre che corsi di formazione. Legge Bassanini e Brunetta (umiliazione lavoro pubblico, performance per mettere tutti i lavoratori pubblici uno contro l'altro), Pacchetto Treu e Legge Sacconi (fine dell'intermediazione pubblica - attraverso i centri per l'impiego - della manodopera, che passa ad agenzie e cooperative).
Legge 431, fine dell'equo canone, gentrificazione delle città metropolitane, cacciata di anziani e lavoratori dai centri città per metterli nell'estrema periferia, senza servizi. Legge 328/00 riforma dell'assistenza sociale, terziarizzazione della funzione pubblica sociale a cooperative con salariati pagati 4 euro l'ora. Terziarizzazione di funzioni pubbliche in tutta la pa, nascita di un'imprenditoria, su tutti questi settori, che succhia sangue al denaro pubblico, precarizzando e pagando poco i lavoratori.
Riforma Bindi, Sirchia, Moratti sulla sanità, come passaggio di consegna alla sanità universale pubblica garantita dalla Riforma Anselmi del 1978, taglio feroce di dipendenti pubblici, blocco salariale per 9 anni, legge costituzionale 81 su pareggio di bilancio, riforma Fornero, Legge Berlinguer, Gelmini Moratti sull'istruzione di base ed universitaria: i proletari non dovevano piu' studiare, davano fastidio ad un potere che nel frattempo, in un contesto di plusvalore assoluto, si faceva feroce e feudale, attaccato, come subfornitura, alla Lega Anseatica. Nascita, come fine di tutte queste premesse sopra elencate, dell'euro, dimezzamento stipendi e salari anche e soprattutto per pensionati. E poi, tanto ancora, specie "Piu' Stato per il mercato", regalie infinite alle imprese. Ho cercato di dare un quadro alle giovani generazioni per invitarle a non sentirsi umiliate perché magari dicono a loro che non capiscono, dobbiamo unire le generazioni, dagli ottantenni ai quattordicenni. Io voglio bene ai ragazzi proletari, li ho conosciuti, sono precari, si danno da fare, si arrangiano. Certo, non hanno il quadro del tutto. Ecco, ho cercato in quest'ultimo mese di fornire loro il quadro della "guerra al salario".