Con la Costituzione sotto attacco cosa c'è da festeggiare?
Il 2 giugno è la Festa della Repubblica, nata per la costruzione di una società nuova, oggi sempre più minacciata dall’attacco a quei diritti che fondano la nostra Costituzione.
Mai come negli ultimi anni, infatti, si è assistito ad aggressioni cosi inumane contro i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, contro il diritto all’istruzione o il diritto alla salute.
La recente crisi sanitaria ha svelato la violenza del sistema capitalista, che prima ha distrutto la sanita? pubblica e poi ha lasciato che la popolazione fosse abbandonata a se stessa, sia sul piano della salute fisica sia su quello della salute psichica, settore in cui gli investimenti sono sempre inferiori. Tutto questo è avvenuto in Italia, il paese in cui è nata la rivoluzionaria riforma psichiatrica di Franco Basaglia, attraverso la quale si era tentato di ridare dignità agli esseri umani e alla loro sofferenza.
L’attacco ai diritti sociali ha coinvolto anche l’aggressione al diritto all’istruzione, con migliaia di giovani restati a casa in un anno in didattica a distanza, col conseguente sviluppo di severe forme di disagio psichico, mentre molti dei loro genitori perdevano l’occupazione, in una situazione generale che ha visto, durante la pandemia, la perdita di quasi un milione di posti di lavoro, che potrebbero vertiginosamente aumentare con la fine del blocco dei licenziamenti dal primo luglio 2021.
Come psicoterapeuta, in quest’ultimo anno e mezzo, ho dunque avuto continuamente a che fare con le dolorose conseguenze connesse agli esiti delle numerose aggressioni ai diritti sociali.
Molte lavoratrici e lavoratori che hanno perso la propria attività lavorativa, vivono oggi nel baratro della sofferenza psichica e spesso provano un sentimento di vergogna.
Ma la vergogna non dovrebbe più essere in coloro che hanno perso il lavoro, bensì in coloro che permettono che questo sistema capitalista distrugga i diritti sociali sanciti dalla Costituzione, in assenza di tutela delle fasce più fragili della popolazione.
Oggi, Festa della Repubblica, lottiamo contro queste ingiustizie per una società migliore e continueremo a opporci. Non soltanto il 2 giugno.