Conferenza di Monaco. La propaganda Nato cerca di tenere insieme i pezzettini

2507
Conferenza di Monaco. La propaganda Nato cerca di tenere insieme i pezzettini


di Sergio Cararo - Contropiano


L’opportuna morte in carcere di Navalny è arrivata come un toccasana insperato e necessario sulla Conferenza per la Sicurezza in corso a Monaco da venerdi e che vede riuniti i massimi esponenti della Difesa e degli Esteri del blocco euroatlantico.

Alla vigilia della Conferenza erano piombate le dichiarazioni di Trump sulla Nato che avevano messo in fibrillazione tutto il mondo euroatlantico. Sul piano più concreto l’esercito ucraino ieri è stato costretto a ritirarsi da Avdiivka, la città sul fronte orientale che da mesi affronta una pesante offensiva russa. Mosca ha così ottenuto la sua più grande vittoria dopo il fallimento della controffensiva di Kiev dell’estate scorsa.

Come scritto nero su bianco nel report preparatorio della Conferenza di Monaco, l’Occidente Collettivo aveva visto diminuire nelle proprie opinioni pubbliche la percezioni della Russia come minaccia principale, mandando in fumo quasi due anni di propaganda bellicista e antirussa.

Il caso, la fortuna – o se è altro lo vedremo – hanno voluto che arrivasse la morte in carcere di Navalny a dare linfa ad una narrazione bellicista nei paesi Nato che stava perdendo smalto ma soprattutto pezzi sul terreno dello scontro militare in Ucraina.

Con le incertezze sul futuro da parte degli Stati Uniti alle prese con le elezioni presidenziali e l’ipoteca di Trump, la componente europea della Nato sa che deve cominciare a pensare di cavarsela da sola nello scontro in corso con la Russia. Venerdì l’istituto di ricerca tedesco Kiel Institute ha dichiarato che l’Unione europea dovrà “almeno raddoppiare gli aiuti militari” all’Ucraina per compensare l’inerzia degli Stati Uniti.

Gli argomenti della propaganda della Nato spaziano su tutti i terreni, alla ricerca di qualcosa che possa funzionare e tenere insieme i pezzi.

“Putin deve realizzare che non otterrà quello che vuole sul campo di battaglio, per avere una pace stabile serve quindi continuare a fornire all’Ucraina quello che le serve: dobbiamo passare da un sistema industriale a passo lento, da tempi di pace, a uno dall’alto ritmo, tipico dei conflitti, per produrre di più”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso di una dichiarazione congiunta con la presidente della Commissione Europa Von der Leyen alla Conferenza di Monaco.

“Tutto ciò non aiuterà solo l’Ucraina ma anche la Nato, con la creazione di posti di lavoro di qualità, come qui in Baviera, dove saranno costruiti i missili Patriot”. Insomma le spese militari e la guerra fanno bene ai posti di lavoro che invece, proprio in Germania, le industrie stanno tagliando a migliaia.

Zelensky è arrivato a Berlino proprio per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente federale Frank-Walter Steinmeier. Con Scholz il presidente ucraino ha firmato un patto bilaterale sulla sicurezza tra Germania e Ucraina. L’obiettivo sono impegni e sostegno a lungo termine.

La Germania della coalizione tra Socialdemocratici, Verdi e Liberali si sta rivelando – insieme alla Gran Bretagna – il paese più bellicista d’Europa. L’Italia segue, alternando dichiarazioni di principio bellicose e allineate e la segreta speranza che la guerra in Ucraina termini quanto prima. I paesi europei sono in crisi economica conclamata e le previsioni non sono affatto rosee.

Un “nemico” come la Russia per un po’ di tempo può aiutare a tenere insieme i pezzi ma a lungo andare potrebbe non funzionare più come catalizzatore di interessi comuni. Proprio un commentatore russo sulla Novosti, più o meno due anni fa, sottolineava che il problema dell’Occidente era il tempo: troppo poco per concludere il conflitto in Ucraina, troppo lungo per alimentarlo. Un problema che la Russia ha dimostrato di non avere.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale

Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale

L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle) di Giuseppe Masala L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle)

L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle)

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Trump e la bolla di Bruxelles di Paolo Desogus Trump e la bolla di Bruxelles

Trump e la bolla di Bruxelles

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa di Marinella Mondaini Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Democrack di Giuseppe Giannini Democrack

Democrack

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia... di Michelangelo Severgnini Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

C'è grande confusione di Michele Blanco C'è grande confusione

C'è grande confusione

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti