Coronavirus, lettera a mia madre (anziana) di Fulvio Scaglione

3643
Coronavirus, lettera a mia madre (anziana) di Fulvio Scaglione


di Fulvio Scaglione* - Famiglia Cristiana


Se lei sapesse usare la posta elettronica o trafficare con What’ s App, oggi scriverei a mia madre quanto segue. Ma non sa, quindi proverò con una telefonata, anche se metà delle volte, con quelle mani un po’ artritiche, al posto di rispondere mi mette in attesa. Comunque…


Ciao Mamma,
 

questo fine settimana sarebbe il mio turno ma non potrò venirti a trovare. Né potrebbe farlo Piero, mio fratello. Con lui ci siamo parlati più volte. Siamo in buona salute ma, vivendo a Milano, non vogliamo correre nemmeno un infinitesimale rischio di portare ‘sto cavolo di virus nella tua bella casa di riposo appollaiata lassù, sulle colline delle Langhe. Gli anziani sono fragili e il contagio, qua in pianura, ha fatto vittime solo tra loro. Non ci vedremo, quindi, e mi sa che dovrai avere pazienza ancora un po’ , finché il pasticcio non sarà risolto.
 

A proposito di anziani. Sono contento che tu abbia smesso da tempo di leggere i giornali. Prima ti sarebbe venuta l’ansia, con tutto il gran parlare di epidemia, pandemia, contagi, ospedali, pazienti zero, scuole chiuse e supermercati saccheggiati. Poi ti sarebbe venuta la depressione. Perché quaggiù, finora, sono morte solo persone anziane o indebolite dalle malattie, come sei tu e come sono quasi tutti i tuoi conoscenti. Pochi giorni fa è mancata quella signora che frequentavi da tanti anni, prima vicina di casa e poi vicina di stanza nella casa di risposo, e ho visto quanto ne hai sofferto.
 

Come se non bastasse, molti ci stanno anche spiegando che questi anziani erano già stanchi e malati, pieni di acciacchi magari pure gravi, e quindi tutto sommato non contano. Non sono “vere” vittime del virus. Capisco che troppe reazioni all’ aumento dei contagi sono state esagerate e che dovremmo darci tutti una calmata. E sono sicuro che gli scienziati e gli specialisti provvederanno nel più breve tempo possibile. Ma intanto mi fa orrore veder circolare l’ idea che il morto vecchio sia un po’ meno importante degli altri. Come se fosse stato un vivo per sbaglio.
 

Ho sentito anche dire: “Sono morti con il coronavirus, non per il coronavirus”. Col cavolo. Senza il virus tutte queste persone sarebbero vissute ancora. Una settimana? Sei mesi? Un anno? Cinque anni? Non importa. Sarebbe stato un tempo di vita, pieno di affetti, curiosità, memorie, scoperte. E forse anche dolori. Che però fanno parte della vita quanto le gioie. Che vogliamo fare di questo tempo? Lo buttiamo via, è inutile, è brutto? E ai malati gravi o terminali diciamo che il loro tempo non vale nulla? Agli immunodepressi che è colpa loro, perché il coronavirus è un’ influenza come un’ altra? Fin dove scendiamo, lungo questa scala?
 

In questo clima un po’ così mi è tornato in mente, pensa un po’, il nonno Ugolino, tuo padre. Lui morì bene, a un’età più che veneranda, senza soffrire, mentre guardava in Tv il Giro d’ Italia. Ricordo che quando veniva a mancare qualcuno della sua leva, lui, forse per scaramanzia, diceva sempre con un po’ d’ ironia: a l’ è mancai il fià, gli è mancato il fiato. Perché alla fine moriamo tutti così, smettendo di respirare. E non c’ è gran bisogno di scienziati per saperlo. Nel frattempo, vorrei che chi muore non venisse trattato come un incidente statistico solo perché anziano e malato. Vorrei rispetto. Per lui, per i suoi giorni e per chi gli vuol bene. Il coronavirus sparirà, gli anziani no e i malati no. Emergenza o no, meglio non prendere cattive abitudini. Ciao Mamma, adesso prendiamo a calci il virus e poi ci vediamo.    


*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Come la post-verità diventa post-realtà di Giuseppe Masala Come la post-verità diventa post-realtà

Come la post-verità diventa post-realtà

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti