Cremlino, Peskov: "La CIA sta lavorando con Navalny. E non è la prima volta"

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Le agenzie di intelligence occidentali, in particolare la US Central Intelligence Agency, stanno lavorando con il blogger Alexey Navalny. Lo ha detto ai giornalisti il ??portavoce del  Cremlino Dmitry Peskov giovedi 1 ottobre. Lo riporta la TASS. "Non è il paziente [Navalny] che sta lavorando con le agenzie di intelligence occidentali, ma le agenzie di intelligence occidentali che  stanno lavorando con lui", ha affermato oggi Peskov.

"A tal proposito, ci sono informazioni al riguardo e posso specificare che gli esperti della Central Intelligence Agency degli Stati Uniti stanno lavorando con lui", ha sottolineato il portavoce del Cremlino.

Secondo Peskov, non è la prima volta che vengono rilevati contatti tra Navalny e agenzie di intelligence straniere.

"Non è la prima volta che gli danno istruzioni", ha osservato. "Ci sono informazioni che gli istruttori [delle agenzie di intelligence occidentali] stanno lavorando con lui e il paziente sta chiaramente ricevendo istruzioni, lo abbiamo visto molte volte", ha osservato il portavoce del Cremlino.

Il presidente della Duma di Stato russa (la camera bassa del parlamento) Vyacheslav Volodin aveva detto in precedenza che Navalny ha lavorato con i servizi segreti e le agenzie statali occidentali e ha agito nei loro interessi.

L'accusa bomba arriva poche ore dopo che Navalny ha affermato, in un'intervista a The Spiegel, che fosse proprio il presidente Putin il mandante del suo presunto avvelenamento.  E' noto come Cremlino si sia più volte lamentato del fatto che Berlino non ha collaborato nel fornire prove che il leader della protesta di Mosca sia stato effettivamente stato vittina del Novichok, come dichiarato dai medici tedeschi, smentendo i dati forniti da quelli russi che hanno prestato le prime cure al paziente.

La diplomazia russa ha anche chiesto all'agenzia internazionale OPCW di fare da mediatrice ma la Germania incredibilmente fino ad oggi tace.

Peskov ha infine commentato l'intenzione di Navalny di tornare in Russia, come espressa a Der Spiegel, osservando che non vedeva eroismo nella sua dichiarazione. "Qualsiasi cittadino russo può tornare in patria in qualsiasi momento. Nel nostro Paese si salvano vite e la vita di questo paziente è stata salvata dai primi interventi prestati proprio in Russia", in riferimento alle prime cure portate all'oppositore di estrema destra in Siberia

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