Crosetto e la cultura della prontezza
Il Ministro Crosetto presenta in Parlamento la riorganizzazione delle Forze Armate e dei processi che legheranno la difesa ai processi innovativi in campo industriale
di Federico Giusti
Cultura della prontezza si intende la capacità di agire militarmente ovunque siano minacciati gli interessi strategici del paese e delle alleanze delle quali fa parte. Lo si evince dalla audizione del Ministro Crosetto, un mese fa, in Parlamento. L'Italia nei prossimi anni non arriverà al 2% del Pil per le spese militari come richiesto dalla Nato nel 2014 ma realizzerà un piano complessivo di ristrutturazione.
Tra le funzioni imprescindibili delle Forze Armate anche l'impulso alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie militari e duali dentro gli obiettivi da raggiungere che non potranno prescindere dalla riorganizzazione delle forze armate per la difesa degli spazi euroatlantici e la difesa del territorio nazionale.
Potenziamento dei sistemi missilistici e radar difensivi ed offensivi, rendere efficace e operative le forze armate, smantellare le strategie di carattere ibride che poi riguardano ad esempio l'approvvigionamento energetico e delle materie prime inclusi metalli rari.
Nel Mar Rosso l'obiettivo è lavorare con settori privati e paesi alleati per salvaguardare gli scambi mercantili ponendo fine a quello che Crosetto definisce il trattamento di favore riservato in tale ambito a Cina e Russia.
E si mira direttamente a impedire che in Africa arrivino altri paesi a prendersi i metalli rari, da qui il cosiddetto Piano Mattei.
Centri di ricerca, investimenti nella tecnologia, è questo l'obiettivo, una nuova strategia industriale e della ricerca in campo militare, il riequilibrio degli organici delle Forze Armate, nuove assunzioni e nuove competenze con tanto di riservisti impiegabili "in caso di necessità".
Investimenti nel campo della Intelligenza artificiale, velocizzare i processi decisionali, dare massimo impulso alla ricerca e allo sviluppo, ripensare l'addestramento e la formazione delle forze armate ma anche una riorganizzazione degli edifici destinati a ospitare l'esercito, dare maggiore spazio al personale amministrativo.
La Nato chiede e i paesi aderenti agiscono conseguentemente pensando di costruire un quadro normativo rinnovato che permetta di agire con tempestività ovunque siano minacciati gli interessi nevralgici per il paese, le alleanze e le imprese.
Particolare attenzione alle campagne di stampa e di informazione che vedranno crescere la presenza di militari in ogni ambito sociale preparandosi ad affrontare tutte le tipologie di sfida, militari e non.
I programmi strategici del Ministero della Difesa sono quindi legati ad interagire sempre più con il settore della ricerca e dello sviluppo industriale
Investire in difesa non è una scelta, ma una necessità per affrontare un futuro incerto, caratterizzato da un processo evolutivo che si prospetta drastico, rapidissimo e non indolore. Occorre riformare, rafforzare le Forze Armate per consentire loro di svolgere le tre funzioni imprescindibili: la Difesa dello Stato, degli spazi dell’Alleanza Atlantica, la tutela delle priorità di interessi strategici nazionali, tra i quali il contributo alla pace e alla stabilità, ma anche lo stimolo alla ricerca e lo sviluppo per consentire al paese e al suo apparato produttivo di esporre tecnologie innovative pregiate
E non mancano i passaggi all'Arma dei Carabinieri con la nuova base del Tuscania sul territorio pisano
I programmi di potenziamento dell’Arma infine, riguardano il sostegno, ammodernamento e rinnovamento dei mezzi e degli equipaggiamenti della componente Forze Speciali e Forze per Operazioni Speciali dell’Arma dei Carabinieri (esigenze GIS e 1° RGT Tuscania), destinata ad operare in sinergia e in piena integrazione nell’ambito di un dispositivo operativo Joint/Combined per esigenze connesse alla Funzione Difesa (51), la mobilità tattica terrestre con l’acquisizione di VTLM Lince 2 Light e mezzi blindati in aggiunta a veicoli da trasporto di vario tipo nonché fondi integrativi per armamento leggero, munizionamento, equipaggiamenti e vestiario .
Escludere le spese per la difesa dal patto di stabilità resta un obiettivo come anche dotare dei meccanismi finanziari, gli eurobond, per non incorrere nella crescita del debito pubblico.
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