Cuba e Ecuador: l’ipocrisia mediatica di fronte alle crisi energetiche

1683
Cuba e Ecuador: l’ipocrisia mediatica di fronte alle crisi energetiche

Negli ultimi giorni, i media internazionali hanno ampiamente riportato la grave crisi energetica che ha colpito Cuba, con blackout diffusi sull’intera isola. La situazione è tanto drammatica quanto complessa, poiché si inserisce in un contesto di difficoltà strutturali dovute a decenni di embargo economico imposto dagli Stati Uniti. Tuttavia, nonostante l’emergenza energetica di Cuba sia aggravata da un assedio economico che dura da oltre sessant’anni, le narrative dominanti tendono a concentrarsi solo sugli effetti immediati del problema, ignorando deliberatamente le cause profonde, prime fra tutte il criminale bloqueo che paralizza l’economia dell’isola e impedisce una corretta gestione delle sue risorse energetiche.

Recentemente, il Ministero dell’Energia e delle Miniere di Cuba ha annunciato che l’isola sta attraversando una "desconexión total", o disconnessione totale del sistema elettrico, dovuta a un'improvvisa "uscita" della Centrale Termoelettrica Antonio Guiteras. Le autorità cubane hanno dichiarato che, sebbene ci sia una generazione parziale in alcune centrali, la situazione rimane critica, e i blackout continuano a interessare la popolazione. La crisi è stata aggravata dalla mancanza di combustibile e dalle difficoltà di accesso a tecnologie adeguate per la manutenzione delle centrali, problema che risente fortemente delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti.

Il presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, ha sottolineato l’impegno del governo a ripristinare il sistema elettrico nazionale e a garantire energia alle termoelettriche, ma il quadro generale rimane problematico. La mancanza di risorse e la necessità di operare con mezzi limitati rendono difficile affrontare una situazione che, secondo i report ufficiali, si riflette anche nell’insoddisfazione della popolazione. Inoltre, le interruzioni del servizio elettrico non colpiscono solo i cittadini ma hanno un impatto significativo su settori strategici dell'economia, come la sanità e l'industria.

Il caso Ecuador

In Ecuador, il presidente Daniel Noboa ha recentemente affrontato una crisi energetica causata da una prolungata siccità che ha messo a dura prova la rete elettrica del paese, basata in gran parte sulla produzione idroelettrica. In un messaggio alla nazione, Noboa ha avvertito che i lunghi blackout, fino a dieci ore al giorno, continueranno almeno per le prossime tre settimane. Questo scenario ha evidenziato la vulnerabilità dell'Ecuador, che ha fatto affidamento quasi esclusivamente sull’energia idroelettrica senza sviluppare una rete di riserva efficace, come ha denunciato l'ex presidente Rafael Correa.

Correa ha criticato aspramente il governo attuale, sottolineando che la crisi attuale avrebbe potuto essere evitata se fossero state adottate misure preventive per diversificare le fonti energetiche. Ha evidenziato come, nel 2007, l'energia termica rappresentasse una percentuale significativa della capacità energetica installata, mentre nel 2023 la situazione è drasticamente cambiata, con una maggiore dipendenza dall’energia idroelettrica. Questa mancanza di diversificazione e di investimento nelle infrastrutture termiche ha portato a una situazione in cui il paese non è in grado di affrontare le sfide climatiche e ambientali che si stanno manifestando.

Risulta quindi palese che vi è una narrazione selettiva quando si tratta di crisi energetiche nei paesi che sfidano l’egemonia statunitense. La crisi di Cuba viene spesso descritta come il risultato di un fallimento gestionale, mentre quella dell’Ecuador, nonostante sia altrettanto grave, viene trattata come una conseguenza inevitabile di fattori climatici, senza mettere in discussione le responsabilità politiche locali. La solita doppia morale di marca occidentale.

Dunque, mentre l’embargo contro Cuba continua a strangolare l’economia dell’isola e a limitare la sua capacità di gestire la crisi energetica, il silenzio sui problemi interni dei paesi vassalli degli Stati Uniti, come l’Ecuador, sottolinea l’ipocrisia e la selettività dei media mainstream.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

Come la post-verità diventa post-realtà di Giuseppe Masala Come la post-verità diventa post-realtà

Come la post-verità diventa post-realtà

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti