Cuba senza latte, pane e luce? Una risposta ad un articolo de il Fatto Quotidiano

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di Andrea Puccio

Purtroppo quando si parla di un argomento senza conoscere la realtà scrivere cose inesatte è molto facile, poi quando l’argomento è Cuba allora le inesattezze sono all’ordine del giorno.

Nell’articolo pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano intitolato “Cuba senza latte, pane e luce”a firma F.Q. già dal titolo si capisce dove si vuole andare a parare. Secondo il titolo a Cuba non c’è latte, pane e luce ovvero le mucche sono improvvisamente in sciopero, i panai sono andati in ferie e tutti vivono con le candele accese.

Che l’isola non si trovi nei suoi migliori momenti è chiaro a tutti coloro che la visitano o che abitano a Cuba, ma per affermare che non c’è latte, pane e luce ci vuole molta fantasia.

Comunque leggendo il breve articolo ci si rende conto subito che quanto il titolo affermi non rispecchi la realtà cubana, L’autore scrive che “Cuba ha chiesto sostegno all’Onu per le carenze di latte. Da tempo in difficoltà per assicurare il funzionamento dei suoi programmi sovvenzionati di fornitura di latte per i bambini da zero a sette anni”, quindi “il governo cubano ha ufficialmente domandato per la prima volta aiuto al Programma alimentare mondiale (Pam)”.

Sembrerebbe dunque che a Cuba non c’è una goccia di latte, ma poi di seguito l’autore scrive che i membri del Pam a L’Avana “hanno indicato che si tratta di sostenere “il programma del governo di consegna mensile di un chilogrammo di latte in polvere per i bambini fino a sette anni”, in aggiunta al prodotto liquido”, quindi è un sostegno alla fornitura del latte prodotto dalle mucche cubane. Allora il latte c’è,, magari non è sufficiente ma non è un genere alimentare scomparso come invece recita il titolo. 

Faccio notare che il latte viene dato a tutti i bambini a un prezzo irrisorio ovvero un peso al litro (un dollaro=120 peso). Il restante costo è ovviamente a carico dello stato dato che il latte viene acquistato dal governo dai contadini o dalle cooperative. Si capisce quindi che in una situazione difficile come quella che l’isola sta attraversando per lo stato il costo del latte fornito praticamente gratuitamente ai bimbi è un grande sforzo economico. C’è chi taglia le spese sociali per comprare armi da inviare in Ucraina e chi, come il governo cubano, investe le poche risorse per garantire a tutti i bambini un litro di latte al giorno. Ma l’autore evidentemente non conosce la realtà cubana. 

L’autore poi ricorda che Cuba soffre una “profonda crisi economica” che “sta avendo un “impatto significativo sulla sicurezza alimentare e nutrizionale della popolazione”, Facendo credere ai lettori che sull’isola le persone stiano letteralmente soffrendo la fame, che vanno a letto con la pancia vuota. Fandonia assoluta: a Cuba nessuno va a letto la sera con la fame in corpo e non esiste nessuna crisi alimentare. 

Poi F.Q. passa alla carenza di farina e scrive che “i media ufficiali cubani hanno ammesso che vi saranno importanti difficoltà nel coprire, fino alla fine di marzo, la produzione di 700 tonnellate di pane diretto alle fasce di basso reddito”. I media cubani hanno scritto che ci saranno problemi nella fornitura di pane ai cubani attraverso la “libreta”, non alle fasce di popolazione  con bassi redditi. Il pane viene dato a tutti i cittadini cubani e agli stranieri residenti permanentemente sull’isola indipendentemente dal loro reddito. Se poi vogliamo essere precisi è chiaro che chi ha dei bassi redditi è colpito maggiormente da questo problema perché il prezzo del pane fornito con la “libreta” è molto più basso di quello praticato dai venditori di pane privati.

Secondo quanto scrive l’autore sembra che la mancanza di farina comporti la decisione del governo di non dare più il pane alle persone con bassi redditi, ma ribadisco che la mancanza della farina colpirà in modo universale tutti i cubani, con alti o bassi redditi.

Infine la questione elettrica. E’ vero che i blackout nelle ultime settimane sono aumentati di frequenza ma affermare che non c’è luce, come scritto nel titolo, è voler falsare la realtà. Le sospensione nell’erogazione della corrente elettrica sono la conseguenza delle difficoltà del governo di approvvigionarsi di combustibili per produrre l’energia elettrica e dalle condizioni in cui versano le poche vecchie centrali elettriche.

L’autore conclude il suo articolo scrivendo che “il paese caraibico è colpito da una grave recessione economica, accentuata negli ultimi anni dalle sanzioni Usa e dalla pandemia”. Io sostituirei la parola “accentuata” con “causata”. Perché il blocco economico, commerciale e finanziario, che l’autore per brevità o non conoscenza definisce semplicemente “sanzioni” è la madre di tutti i problemi che l’isola soffre dal trionfo della rivoluzione il 1° gennaio 1959.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info 

Andrea Puccio

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