Donetsk: il grande lockdown
di Sara Reginella - Donetsk, 5 settembre 2022
Tornando a Donetsk, ieri sera le strade erano deserte.
Lo sapete che durante la notte, ricevo random messaggi dal governo ucraino che avvertono dei bombardamenti?
"Take shelter immediately".
E dove ce ne dovremmo andare a ripararci immediatamente, se qui i colpi sono continui?
L'ironia è che i messaggi li ricevo solo di notte, di giorno, nonostante il fuoco sia continuo, nessuno mi contatta. Vista la loro assurdità, li ho sempre ignorati.
E avete idea del perché nei conflitti muoiano così tanti bambini? Perché i più piccoli non ce la fanno a stare a casa. Qui i videogiochi non han fatto gli stessi danni che in Occidente e i più piccoli, nonostante la paura, chiedono di giocare, vogliono uscire e mentre volano sull'altalena, il vento, a volte, lì porta via per sempre.
Gorlovka è una città apparentemente disabitata, ma dietro i vetri rotti delle finestre si intuisce la vita.
Ho incontrato solo alcuni bambini e adolescenti che giocavano a pallone in un parco.
In città come Donetsk e Gorlovka, le persone chiedono l'intervento di difesa dell'esercito russo.
Potete non credermi, ma questo è ciò che si aspetta la gente in Dnr.
Dunque, immaginate la guerra come un grande lockdown, dove la vita è affidata al fato e tutto diventa complicato: trovare l'acqua, avere disponibilità elettrica, chiamare un taxi all'alba, comprare un biglietto se non si è sul posto, percorrere rapido una strada, ma c'è la fila al posto di blocco, fino al fatto di risvegliarsi il giorno dopo.
Fomentare il conflitto e schierarsi con odio non servirà a nulla, se non a portarlo fino alle nostre case.
Al di là del prendere le parti, cerchiamo di capire perché si è arrivati a tanto e ripartiamo dal dialogo, è l'unica strada. Altrimenti ci aspetterà un inverno terribile. E non credete a chi vi chiede sacrifici. Noi dobbiamo costruire un dialogo, fare emergere i meccanismi che hanno portato a questo, capire cosa accade da anni in città come Donetsk e Gorlovka.
Noi non dobbiamo sacrificarci per gli interessi di chi otto anni fa ha dilaniato un paese dai palchi di Maidan.
Ho visto e parlato a sufficienza con le persone, presto scriverò un articolo che riassuma la situazione complessiva, anche nei territori al di fuori della Dnr e della Lnr.
Ho bisogno di un attimo di tempo, di solito scrivo la sera cotta dal sonno o mentre sono nei mezzi, come adesso.
Intanto, pensate che quello che accade qui non differisce molto da quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Prima di attaccarmi e ritenere che io stia mettendo, aspettate di leggere il mio articolo riassuntivo, così anche io riprendo fiato.
Grazie infine a chi mi sostiene. Viaggiare da sola è una scelta, è la dimensione ideale per capire la realtà, ma in situazioni simili a volte è complicato e la vostra vicinanza fa piacere, ve ne sono grata.