Economia e Difesa: la nuova agenda di Mishustin per la Russia
Il primo ministro uscente, già capo del Servizio fiscale federale, il 53enne Mikhail Mishustin, ha assunto la carica di capo del governo russo e per la prima volta nella storia della Federazione nessun voto è stato espresso dai deputati nella Duma di Stato (camera bassa dell’assemblea federale della Federazione Russa) contro questa candidatura.
Vyacheslav Volodin, speaker della Duma, riassumendo i risultati della votazione, ha osservato che in termini di numero di voti favorevoli, Mishustin non è riuscito a "superare" un solo candidato a primo ministro, Vladimir Putin, per il quale votarono 392 deputati nel 2008, quando alla presidenza vi era Medvedev.
Il nuovo governo russo intende concentrarsi su sei aree di lavoro principali, che si baseranno sulle tesi espresse dal Presidente nel suo discorso all'Assemblea federale. Mishustin ha evidenziato sei direzioni principali del lavoro del Gabinetto per i prossimi sei anni:
- rafforzare l'economia
- garantire la sovranità tecnologica;
- trasformazione digitale;
- sostegno alle famiglie con bambini;
- aumentare il benessere e il reddito dei cittadini;
- sviluppo equilibrato delle regioni e delle infrastrutture.
Il primo settore su cui il nuovo governo intende concentrarsi è quello economico. Entro il 2030 la Russia aspira a diventare una delle quattro maggiori economie del mondo a parità di potere d'acquisto. Il governo intende continuare a plasmare l'economia dal lato dell'offerta, nonché creare le condizioni per l'apertura di nuove imprese e aumentare "di decine di punti percentuali" il volume della produzione industriale. Mishustin ha inoltre sottolineato che la Russia si sforzerà di espandere i mercati per i suoi prodotti, pur rimanendo aperta agli imprenditori stranieri desiderosi di sviluppare attività commerciali in Russia. Si lavorerà seriamente per creare condizioni favorevoli alla cooperazione con i Paesi amici all'interno dello Stato dell'Unione di Russia e Bielorussia, dell'Unione Economica Eurasiatica, della CSI, della SCO e dei BRICS.
In particolare, si parla della conclusione di accordi di libero scambio con gli Stati della regione Asia-Pacifico, del Medio Oriente e dell'Africa, nonché dell'espansione della cooperazione industriale e scientifico-tecnica.
Il governo intende prestare particolare attenzione al miglioramento della produttività del lavoro, dove il settore delle PMI giocherà un ruolo di primo piano, contribuendo sempre di più alla crescita economica del Paese. Il governo – ha spiegato inoltre Mishustin - intende perfezionare le misure di sostegno già in atto e sviluppare ulteriormente le infrastrutture nelle regioni.
La seconda priorità del lavoro del governo sarà quella di garantire la sovranità tecnologica, ha dichiarato Mishustin. Al momento, la formazione di progetti specializzati finalizzati alla produzione di linee specifiche di beni e servizi ad alta tecnologia basati sugli sviluppi russi sta giungendo al termine. La quota di tali beni e servizi dovrebbe crescere di 1,5 volte nei prossimi sei anni, secondo le previsioni del Primo Ministro.
Poi il governo ha intenzione di portare a termine la trasformazione digitale. Il Consiglio dei Ministri concentrerà tutti gli sforzi in questo settore in un nuovo progetto nazionale per creare un’economia dei dati. È necessario un approccio integrato per stimolare la produzione e introdurre sviluppi avanzati, coprendo tutte le fasi dalla formazione del personale alla produzione e al test di campioni pilota, ha sottolineato a tal proposito Mishustin.
Il governo prevede di concentrarsi sul miglioramento del sostegno finanziario alle famiglie, contribuendo a risolvere il problema degli alloggi attraverso l'estensione dei mutui familiari (annunciati dal presidente alla fine di febbraio), nonché riparando e costruendo istituzioni educative e mediche. Un altro ambito sarà quello dell'aumento della natalità; ulteriori fondi verranno inviati alle regioni con una situazione particolarmente difficile.
Su istruzioni del Presidente, il Consiglio dei Ministri dovrà ridurre il tasso di povertà nei prossimi sei anni e garantire un aumento della quota della retribuzione del lavoro nel volume del PIL, ha ricordato il Primo Ministro. Secondo il Rosstat, il tasso di povertà in Russia è diminuito sistematicamente negli ultimi anni. Il numero di russi con un reddito inferiore alla soglia di povertà nel 2023 ha aggiornato il minimo storico, ammontando a 12,4 milioni di persone (8,5% della popolazione), mentre un anno prima la cifra era del 9% (13,3 milioni di persone). Numeri importanti e che premiano la strategia di Mosca in una fase molto delicata, segnata anche dalla pressione esercitata dalle sanzioni occidentali, le quali però hanno finito per danneggiare più chi le ha imposte rispetto alla Federazione Russa, abile nel sostituire i partner occidentali volgendo il proprio sguardo verso il cosiddetto sud del mondo.
Quindi, il governo sta sviluppando un nuovo sistema di retribuzione del lavoro per i dipendenti del settore pubblico su istruzioni del Presidente, ha sottolineato Mishustin. Un altro compito nell'ambito di questa direzione sarà quello di migliorare la qualità dell'istruzione a tutti i livelli; lo Stato intende porre particolare enfasi sulla formazione degli specialisti.
Capitolo Difesa
Riguardo alle novità nella compagine governativa ha sicuramente destato all’estero un certo grado di stupore la nomina di Andrei Belousov in luogo di Sergej Shoigu. Bisogna innanzitutto chiarire un aspetto, l'economista Belousov non prende il posto di un militare come quacuno evidentemente distratto, o male informato, ha riferito. Shoigu proviene infatti dalla Protezione Civile russa. Organizzazione paramilitare come lo era in epoca sovietica. In questo ambito Shoigu ha ricevuto il grado di generale d’armata.
Belousov è un esperto economista russo che ha iniziato come ricercatore presso l'Istituto centrale di matematica economica dell'Accademia delle scienze sovietica e successivamente presso l'Istituto di previsione economica dell'Accademia delle scienze russa.
Dopo essere stato nominato vice ministro dello Sviluppo economico e del commercio nel 2006, Belousov ha ricoperto diverse posizioni di rilievo nel governo russo prima di diventare primo vice primo ministro nel 2020, carica che ha ricoperto fino ad oggi.
Mentre Shoigu nei suoi oltre 10 anni alla guida della Difesa ha provveduto a riorganizzare in modo significativo l’esercito russo, la nomina di Andrei Belousov, uomo dotato anche di una vasta esperienza manageriale, è sostanzialmente legata alla necessità di ottimizzare i processi nello sviluppo del complesso militare-industriale. In linea con quanto deciso dal presidente Putin, che ha chiesto lo sviluppo del complesso industriale-difensivo in modo da aumentare il potenziale scientifico, tecnologico e industriale del Paese.
Tutto quindi lascia presagire che la Russia si prepara a far fronte sul lungo termine alla questione Ucraina, ed altri eventuali fronti aperti dalle forze NATO, oltre che a bilanciare le esigenze delle sue operazioni militari rendendole compatibili con lo sviluppo economico. Visto che la spesa militare russa è cresciuta costantemente negli ultimi mesi e, sebbene la situazione sia tutt'altro che critica, sarebbe prudente per Mosca assicurarsi che questo denaro non vada sprecato in un contesto dove i paesi occidentali cercano in ogni modo di strangolare l’economia russa tramite sanzioni, finora sostanzialmente inefficaci.
Secondo alcuni osservatori, Belousov è uno degli alti funzionari russi che hanno aiutato Mosca a superare con successo le difficoltà derivanti dalle sanzioni occidentali e a realizzare la crescita economica del Paese dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, e questo è anche uno dei motivi per cui è stato scelto per la posizione chiave di responsabile della Difesa.
La sensazione che la Russia si prepari a un conflitto lungo viene confermata anche da Pechino. Il quotidiano Global Times riferisce che gli analisti cinesi non credono che il cambio del capo della Difesa influenzerà l'operazione militare in Ucraina, poiché l'intera struttura di comando militare delle forze russe non è stata intaccata e Shoigu continuerà a svolgere un ruolo chiave nel campo della sicurezza nazionale e a rimanere vicino ai vertici della Russia. La nuova nomina implica anche che Mosca non sembra avere fretta di porre fine al conflitto, sia che Washington o Kiev vogliano continuare a combattere o meno le ostilità belliche.
Anche dagli Stati Uniti credono che il cambio sia correlato alla questione ucraina. Il rimpasto voluto da Putin rappresenta un pericolo per l'Ucraina, ha scritto Serge Schmemann, editorialista del New York Times.
Il fatto che non sia un militare non sorprende, dal momento che nemmeno Shoigu lo era. I generali dello Stato Maggiore si occupano di questioni militari, mentre il ministro della Difesa supervisiona la base militare-industriale, spiega l’editorialista nel suo articolo. Il compito di Belousov è presumibilmente quello di affrontare la rapida crescita delle spese militari di Mosca e la corruzione che sta facendo sparire parte dei fondi stanziati per il conflitto ucraino.
Al momento, le truppe russe stanno avanzando lentamente ma costantemente. Il piano di Putin è di continuare l'offensiva, facendo pressione sull'Ucraina e sui suoi sostenitori occidentali, che agiscono con sempre meno volontà. Nel farlo, Mosca ha bisogno di mantenere la Cina come suo principale fornitore.
"Tutto ciò non è di buon auspicio per l'Ucraina", sentenzia il Ney York Times.
Insieme all’economista Belousov al ministero della Difesa arriva anche Denis Manturov, che in precedenza è stato vice primo ministro e ha diretto il Ministero dell'Industria e del Commercio.
Manturov manterrà la sfera della supervisione, il suo compito sarà quello di garantire la leadership tecnologica della Russia. La sua candidatura è stata sostenuta all'unanimità: 431 deputati hanno votato a favore.
Secondo Manturov, il rinnovato Gabinetto dirigerà ancora di più gli sforzi per migliorare la capacità di difesa della Russia, perché la situazione geopolitica impone la necessità di migliorare le caratteristiche delle armi. Allo stesso tempo, la "Difesa" è un motore per lo sviluppo delle industrie civili. Tra i problemi ha citato quello del personale. "Oggi la richiesta di tutti i settori dell'industria manifatturiera - circa 260 mila specialisti di diverse professioni, fino al 2030 - 1,7 milioni", ha affermato secondo quanto riportano i media russi.
La Duma di Stato, nella sessione plenaria del 13 maggio, ha approvato tutti e 10 i vice primi ministri, compreso Denis Manturov per la carica di primo vice primo ministro e capo supervisore dell'industria. Anche i deputati del Partito Comunista della Federazione Russa, generalmente critici sulle possibilità del governo di raggiungere gli obiettivi fissati dal presidente, hanno accettato di sostenerlo. "Il compito principale del governo è ora quello di vincere l’Operazione Militare Speciale. Il sostegno alle imprese industriali e al complesso dell'industria della difesa è di fondamentale importanza per noi, quindi sosterremo Manturov", ha spiegato il leader comunista Gennady Zyuganov.
Al posto di Andrei Belousov, nominato dal presidente alla carica di ministro della Difesa, il vice primo ministro Alexander Novak sarà responsabile del blocco economico, mentre continuerà ad essere responsabile del settore energetico.
Lungo scontro
Come affermato in precedenza il nuovo governo proposto da Putin e approvato dalla Duma prepara la Russia a un’eventuale resistenza a lungo termine contro l’Ucraina e i paesi NATO. E prepara il paese a ogni evenienza.
Il conflitto militare in Ucraina ha raggiunto uno dei momenti più pericolosi in termini di probabilità di uno scontro militare diretto tra Russia e NATO con un'ulteriore escalation fino al livello di guerra nucleare.
Sebbene la posta in gioco in questo conflitto sia più alta per la Russia che per l'Occidente (per Mosca il problema non è solo quello di preservarsi come grande potenza, ma anche come Paese unito in quanto tale e soggetto indipendente delle relazioni internazionali), anche l'Occidente percepisce questo conflitto come esistenziale e negli ultimi due anni ha fatto di tutto per renderlo tale. Le élite politiche degli Stati Uniti e dell'UE sono convinte che il loro futuro politico, il posto dell'Occidente nel sistema internazionale e il futuro dell'ordine mondiale a guida USA ipocritamente definito come “basato su regole”, dipendano dall'esito del conflitto ucraino.
Se entrambe le parti percepiscono il conflitto come esistenziale, semplicemente non possono permettersi di perdere, e i rischi di escalation sono maggiori quando una delle parti è sull’orlo della sconfitta. A causa di una serie di fattori (il fallimento della controffensiva ucraina nel 2023; l’interruzione dell’assistenza militare all’Ucraina a causa del conflitto politico interno negli Stati Uniti; il miglioramento delle tattiche militari russe e la stabilità della sua economia; la rapida aumento della produzione militare in Russia e quella lenta in Occidente; un costante afflusso di rinforzi alle truppe russe e il fallimento della mobilitazione in Ucraina e così via) il regime di Kiev – e con esso l’Occidente – si trovano sull’orlo della sconfitta militare.
Quasi tutti gli esperti militari sia in Russia che in Occidente ammettono che l’equilibrio sul campo di battaglia si è decisamente spostato a favore di Mosca, e che né la ripresa dell’assistenza USA al regime di Kiev, né il trasferimento di caccia F-16, così come una nuova ondata di mobilitazione in Ucraina cambierà la situazione, almeno nel breve termine.
In questa situazione, Kiev ha intensificato notevolmente le sue attività di sabotaggio contro la Russia, e il presidente francese Emmanuel Macron ha sollevato la questione dell’ingresso delle forze armate dei paesi occidentali, a cominciare dalla Francia, nel territorio dell’Ucraina. L’escalation avanza. Gli attacchi terroristici e i sabotaggi mirano a sbilanciare la Russia e a provocarne una forte risposta militare che, come probabilmente pensa il regime di Kiev, costringerà la leadership degli Stati Uniti e dell’Europa ad aumentare qualitativamente l’assistenza militare all’Ucraina e, forse, a determinare una discesa in campo diretta.
L’iniziativa di Emmanuel Macron è un tentativo di spaventare la Russia: impedirle di sconfiggere il regime di Kiev e garantirne la sopravvivenza, ricattando la Federazione Russa agitando lo spettro di uno scontro militare diretto con le truppe francesi e di conseguenza dell’intera NATO.
È interessante notare che, contemporaneamente all’escalation di Emmanuel Macron, in Occidente si sono intensificati i discorsi di “congelare” il conflitto ucraino lungo l’attuale linea del fronte senza risolverlo. Ne parlano apertamente non solo gli esperti mainstream vicini all’amministrazione del presidente statunitensi Joe Biden e osservatori influenti come l’ex rappresentante permanente degli Stati Uniti presso la NATO Ivo Daalder, ma anche, ad esempio, il capogruppo della SPD tedesca al Bundestag Rolf Mützenich. E il consigliere presidenziale USA per la sicurezza nazionale Jake Sullivan definisce la “vittoria” dell’Ucraina come la sua preservazione come Stato non controllato dalla Russia e integrato con l’Occidente, senza specificare entro quali confini.
Una situazione che per la Russia non sarebbe accettabile. L’Ucraina rimarrebbe una fonte di minacce militari, di sabotaggio e di intelligence, e la sua militarizzazione e il suo utilizzo come strumento di lotta contro la Russia non potranno che aumentare.
In definitiva, il nuovo governo si trova di fronte a scelte ardue e scenari complicati. Da un lato deve preparare la Russia a resistere alla forza d’urto del regime di Kiev e della NATO probabilmente a lungo, ma allo stesso tempo deve riuscire a portare il paese fuori da questa situazione prima che la NATO riesca a rappresentare una seria minaccia per il futuro della Federazione Russa stessa.
Infine, continuare sulla strada tracciata da Putin e Xi Jinping per la costruzione del nuovo mondo multipolare insieme alle altre potenza emergenti raggruppate nel blocco BRICS+, di cui quest’anno la Russia detiene la presidenza di turno.