ELEZIONI IN FRANCIA, PICCOLE RIFLESSIONI

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ELEZIONI IN FRANCIA, PICCOLE RIFLESSIONI

 

di Michele Blanco

Si è votato in Francia domenica 30 giugno per il primo turno delle elezioni anticipate volute da Macron dopo la vittoria alle Europee del capolista del Rasseblement National,Jordan Bardella, sui candidati e le liste legate al partito neoliberista macronista.
Affluenza eccezionale di oltre il 65 per cento, erano 20 anni che non si registrava una cosi alta affluenza. 
 
Per inquadrare la politica francese si deve ricordare che De Gaulle, repubblicano liberale conservatore, antifascista, combatté il fascismo di Vichy e il nazismo di Laval insieme a Stalin, Churchill, Roosevelt.
 
In Francia la destra gollista è sempre stata antifascista.
 
Oggi il repubblicano neoliberista presidente con grandi poteri Emanuelle Macron  ( ha ottenuto con il suo partito solo il 20 per cento), erede centrista della grandeur francese si trova in minoranza schiacciato tra il Fronte Popolare della Sinistra, finalmente unita, di Melenchon e Glucksmann, (28 e passa per cento) e il possente, oggettivo, storico trionfo dei post fascisti nazionalisti della Le Pen, che con il eclatante  risultato elettorale, porta la Francia  a ricorsi storici che vanno  dal sentimento vandeano alla Francia collaborazionista con i nazisti di Petain.
 
Oggi in Francia stanno riemergendo gli antichi fantasmi che in Italia appartengono ormai alla  quotidianità: antisemitismo e razzismo, lotta all’ emigrazione, nazionalismo sciovinista, populismo antidemocratico.
 
Ensemble pour la Republique di Macron, che paga pesantemente riforma delle pensioni e aiuto incondizionato  all’ Ucraina, dovrà fare un accordo con Melenchon per il secondo turno del 7 luglio per arginare l’ ondata reazionaria e impedire ai lepenisti la maggioranza assoluta.
 
Le elezioni in Francia, comunque, dimostrano   indiscutibilmente il successo politico del duo Meloni – Le Pen, che hanno saputo assoggettarsi  alla svolta finto moderata conservatrice, sdoganando quello che fino a poco tempo fa sembrava impossibile: l’estrema destra al governo in Italia e Francia.
 
Le maggiori responsabilità sono da cercare nelle assurde irrazionali politiche neoliberiste di tagli indiscriminati allo Stato sociale, portate avanti i Francia da Macron e in Italia da tutti i governi di centrodestra, di centrosinistra e cosiddetti "tecnici".
La sinistra del nuovo Fronte popolare è  andata molto bene, considerato che il nuovo Fronte Popolare è nato da appena tre settimane, e diventa fondamentale per una contrapposizione  antifascista contro l’estrema destra. Ricordiamo che la destra lepennista anche se  si  è battuta sul piano sociale contro la riforma delle pensioni, ha cavalcato qualsiasi tipo di protesta per ottenere voti dalle classi sociali svantaggiate, ma ricordiamo bene che la stessa cosa ha fatto la Meloni in Italia, per poi una volta al governo intraprendere le stesse politiche neoliberiste antipopolari. Ricordiamo le promesse, mai mantenute, "mille euro a tutti con un clic", "abolizione delle accise" sui carburanti, etc.
 
Ora in Francia liberali, repubblicani, comunisti, socialisti, sinistra diffusa stanno seriamente tentando di arginare la Le Pen.
Possono farlo se non fanno come in Italia, dove i partiti sono diventati piccole parrocchie di fedelissimi, o anche a conduzione familiare, come anche I componenti del governo scelti solo per essere "cognati" invece che persone qualificate e preparate.

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