Esplodono i casi nel "modello" Israele. La "scienza" che dice?
Che il Covid sia sempre più uno strumento anche di controllo politico è un dato assodato. Che il "Miracolo Israele" si sgonfi subito dopo le elezioni non è forse un caso.
I casi Covid nel paese "più efficiente al mondo nella vaccinazione anti Covid" aumentano ad un ritmo vertiginoso: oggi 26 marzo 2021, segnalano 831.228 (+3836) con 164 decessi (Fonte: https://statistichecoronavirus.it/coronavirus-israele/)
Un numero di nuovi contagi molto elevato che non si riscontrava da due settimane. Il "modello Israele" sta rivelando che non solo il vaccino non tutela, ma che contribuisce a potenziare il problema? Riportiamo le statistiche del coronavirus in Israele. Nella prima parte troviamo la panoramica delle statistiche ad oggi 26/03/2021, in particolare la situazione dei contagiati al Covid-19 in Israele, la situazione dei morti, i dati dei guariti e i casi attualmente positivi(attivi) al coronavirus. (Allegato 1)
A questa panoramica iniziale aggiungiamo di seguito il grafico che mostra la crescita del coronavirus in Israele (Allegato 2).
Infine abbiamo il grafico (anche questo aggiornato in tempo reale) che evidenzia la crescita giornaliera del coronavirus in Israele. (Allegato 3).
Dopo i grafici vi mostriamo una tabella di sintesi dei contagiati, dei morti, dei guariti e dei casi attivi (quindi sintomatici) sempre aggiornata in tempo reale. (Allegato 4)
Israele viene preso a modello dai nostri politici, dai comitati scientifici ufficiali riconosciuti e dai media mainstream per sostenere la necessità di dare assoluta priorità ad una campagna vaccinale di massa, finalizzata ad accelerare il "ritorno alla normalità"
Ma i dati di Israele non sembrano essere confortanti: pur avendo vaccinato oltre il 50% della popolazione, infatti, Israele vede quotidianamente crescere il tasso di contagi.
Né sono diminuite le morti covid, benché si dica che il vaccino possa almeno attenuare le reazioni più gravi alla malattia.
Come si spiega tutto ciò?
In Europa si sta vagliando l'ipotesi di introdurre il passaporto vaccinale per permettere alla popolazione di viaggiare. Anzi, più che un'ipotesi, sembra che la patente sanitaria sarà presto (attualmente in discussione) un obbligo per poter usufruire dei diritti fondamentali al lavoro, alla cura, all'istruzione, alla libera circolazione, alla socialità.
Ma il caso "modello" di Israele ci dice altro e non convince la giustificazione che i vaccini ad oggi somministrati nel mondo occidentale, (quelli prodotti e venduti dalle multinazionali del farmaco, per intenderci), non siano testati contro le nuove varianti.
Il virus muta, questo è un dato incontrovertibile: ma chi può assicurare che proprio queste mutazioni non siano legate anche alla massiva vaccinazione di tutta la popolazione, impedendo di sviluppare una naturale immunità di gregge?
La distribuzione del vaccino Pfizer in Israele è iniziata lo scorso dicembre: tutti i cittadini di età superiore a 16 anni hanno avuto acceso pressoché immediato alla prima dose, per poi ricevere - nei tempi stabiliti - anche la seconda.
Quindi, come giustifica "la scienza" che sta governando le nostre vite da un anno l'aumento dei casi?