Facebook "limita" l'informazione dell'AntiDiplomatico sull'America Latina
Sulle brutali repressioni di Moreno e Pinera in Ecuador e Cile, sulle Guarimabas delle destre in Bolivia, sulla mistificazione delle fake news contro la sovranità del Venezuela, l’AntiDiplomatico si sta affermando come un punto di riferimento per un numero sempre maggiore di lettori.
I numeri sono impressionanti, davvero lusinghieri e vi ringraziamo.
Ma da oggi vi chiediamo sostegno e un supporto ulteriore. Non è semplice aggirare le barriere e i muri di gomma che vengono prodotti perché l’unica informazione che possa arrivare al grande pubblico sia quella preconfezionata che, ad esempio, ha venduto la guerra in Iraq, Libia, Siria; e i colpi di stato in Ucraina, Brasile, Venezuela e Honduras tutto come “esportazioni di democrazia” di Usa e Ue.
E’ noto come in Italia il mezzo principale di diffusione dell’informazione – o perlomeno uno dei più efficaci – sia il social network nord-americano "Facebook". Si tratta di un’azienda multinazionale legata direttamente al governo di un paese straniero che oggi è in grado di veicolare i contenuti di gran parte dell’informazione italiana.
La nostra pagina Facebook sull’America Latina, LatinoAmerica che si appresta a superare i 20 mila seguaci, è da giorni vittima di una bizzarra censura da parte del social network dell’azienda nord-americana.
Attraverso la pagina possiamo postare video, foto e commenti ma non link di articoli, precludendo quindi tutto il lavoro di diffusione dei nostri articoli.
Tutto è iniziato in concomitanza con l’esplosione della protesta in Cile contro il governo del fascio-(neo)liberista Pinera. La nostra pagina Facebook specializzata sull’America Latina, Latinoamerica, ha iniziato a documentare le proteste, la brutale repressione operata dalle forze di sicurezza cilena, così come le oceaniche manifestazioni pacifiche del popolo a Santiago e nelle principali città del paese.
Facebook ci ha informato che ha sanzionato la nostra pagina impedendo la condivisione di link esterni al social network. Quindi è per noi impossibile utilizzare la pagina Facebook per condividere gli articoli dell'AntiDiplomatica. Una sanzione di 7 giorni che poi col tempo è andata allungandosi e che viene tutt’ora estesa al ritmo di due volte al giorno.
Questo l'ultimo aggiornamento:
Siamo andati quindi a vedere quali sono le violazioni commesse per meritare questa sanzione in modo da evitare di incorrervi di nuovo. Ci teniamo ai nostri canali di informazione, così come nell’offrire un’informazione corretta e puntuale ai nostri lettori che in un numero sempre maggiore premiano il nostro progetto editoriale.
Vediamo cosa dice Facebook riguardo le motivazioni per cui una pagina può essere sanzionata:
Motivi comuni per i quali la Pagina potrebbe essere nascosta o essere soggetta a limitazioni
Non tutti gli amministratori della Pagina hanno profili autentici: la creazione di un secondo profilo o di un profilo duplicato per gestire la tua Pagina viola i nostri standard, anche se usi un nome vero. Assicurati che tutti gli amministratori della Pagina usino profili autentici di persone vere.
Gli amministratori della Pagina continuano a violare le normative di Facebook: assicurati di aggiungere solo amministratori che conosci e di cui ti fidi per gestire la tua Pagina. Controlla regolarmente per visualizzare tutte le Pagine che gestisci e rimuoverti da qualunque Pagina che non gestisci più attivamente. Puoi anche controllare tutte le persone che gestiscono la tua Pagina nella sezione Ruoli della Pagina nelle impostazioni della tua Pagina.
La tua Pagina ha un nome fuorviante: le nostre normative limitano la possibilità di una Pagina di apportare una modifica significativa al suo nome per non fuorviare le persone. Se devi modificare il nome della Pagina, assicurati che rifletta chiaramente la tua Pagina. Scopri di più su cosa è consentito.
Il contenuto dei post della Pagina potrebbe fuorviare le persone che mettono "Mi piace" o seguono la tua Pagina: clickbait o contenuti sensazionalisti possono essere fuorvianti o pericolosi e la nostra community ci ha detto che non desidera vederli su Facebook. La pubblicazione di questo tipo di contenuti può ridurre la copertura della tua Pagina su Facebook. Scopri di più sulla nostra normativa sullo spam.
Il contenuto pubblicato sulla tua Pagina viola le nostre normative sui discorsi di incitazione all’odio: i discorsi di incitazione all'odio non sono consentiti perché creano un ambiente di intimidazione ed esclusione e, in alcuni casi, possono promuovere violenza reale. Definiamo i discorsi di incitazione all'odio come un attacco diretto alle persone sulla base di aspetti tutelati a norma di legge, quali razza, etnia, nazionalità di origine, religione, orientamento sessuale, casta, sesso, genere o identità di genere e disabilità o malattie gravi. Scopri di più sulla normativa relativa ai discorsi di incitazione all'odio.
Insomma, regole che come chiunque può facilmente constatare scorrendo la pagina Latinoamerica, non sono state assolutamente violate.
Dei tre ricorsi inviati fino adesso non ci è stata data nessuna risposta. Siamo disposti a confrontarci su tutti i punti in questione, soprattutto il primo indicato “fake news” in qualunque momento. In un’epoca in cui gli stupri semantici con cui sono state giustificate decine di guerre e colpi di stato dal mainstream - come i famigerati “ribelli moderati” in Siria o gli “studenti pacifici” in Venezuela - vengono spazzati dalla storia uno ad uno sarebbe troppo facile rimarcare i nostri successi e le decine di fake news fatte diventare virali da altri organi d’informazione non toccati dalla scure dell’azienda nord-americana.
È iniziato il tempo alla rovescia per il neo-liberismo - il regime brutale che negli ultimi 30 anni ha distrutto diritti sociali, Costituzioni nazionali, ridotto in povertà milioni di persone sull’esaltazione del feticcio mercato, oltre a macchiarsi in politica estera di indicibili crimini internazionali in decine di nazioni. È iniziato il conto alla rovescia e proprio per questo il momento più pericoloso: di perdere il trono il tiranno prova sempre i colpi di coda più forti. Noi non ci arrenderemo. Anche se dovessero arrivare a cancellare la pagina LatinoAmerica noi ne faremo un’altra e poi un’altra ancora. Vi chiediamo però da oggi un aiuto, una partecipazione più attiva per difendere il diritto di tutti ad un'informazione realmente pluralista. Come? Partiamo da una pressione forte a tutte le istituzioni italiane perché il veicolo delle notizie non può essere appannaggio degli umori censori un’azienda multinazionale legata ad un governo straniero.