Fentanyl e dazi: la Cina risponde alle minacce commerciali degli USA
La tensione commerciale tra Cina e Stati Uniti sembra destinata a intensificarsi ulteriormente, con Pechino che sta studiando e formulando contromisure in risposta alla minaccia statunitense di imporre dazi aggiuntivi del 10% sui prodotti cinesi, secondo quanto riportato dal quotidiano cinese Global Times. La mossa degli Stati Uniti, giustificata con il pretesto della crisi del fentanyl, un potente oppioide sintetico, rischia di innescare una nuova fase di confronto economico tra le due superpotenze, con ripercussioni significative non solo sulle rispettive economie, ma anche sulla stabilità delle catene globali del valore.
La crisi del fentanyl e la strumentalizzazione politica
Il fentanyl, una sostanza responsabile di migliaia di decessi per overdose negli Stati Uniti, è diventato un tema centrale nel dibattito politico interno agli USA. Tuttavia, Pechino respinge con fermezza l’accusa di essere la principale fonte del problema. Un portavoce del Ministero del Commercio cinese (MOFCOM) ha sottolineato che la Cina è uno dei Paesi più rigorosi al mondo nella lotta al traffico di stupefacenti, sia in termini di politiche che di implementazione, e che collabora attivamente con gli Stati Uniti e altri Paesi in questo ambito. Secondo Pechino, attribuire la colpa ad altri non risolve i problemi interni statunitensi, ma rischia solo di aggravare il carico su imprese e consumatori nordamericani, oltre a minare la stabilità delle catene di approvvigionamento globali.
Fonti anonime citate dal Global Times hanno rivelato che le contromisure cinesi potrebbero includere sia dazi che una serie di misure non tariffarie, con i prodotti agricoli e alimentari statunitensi tra i principali bersagli. La Cina ha già dimostrato in passato di poter colpire settori sensibili per l’economia USA, come quello agricolo, che rappresenta un bacino elettorale cruciale per l’amministrazione statunitense. La minaccia di dazi aggiuntivi da parte degli Stati Uniti, annunciata dal presidente Donald Trump su un post sui social media, è stata immediatamente condannata da diversi ministeri cinesi, che hanno ribadito la volontà di difendere i propri interessi legittimi con ogni mezzo necessario.
Le implicazioni geopolitiche ed economiche
Questa nuova escalation tariffaria si inserisce in un contesto già fortemente segnato da tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. La decisione di Washington di utilizzare il tema del fentanyl come leva per imporre dazi aggiuntivi rischia di compromettere ulteriormente il dialogo tra i due Paesi, non solo in ambito commerciale ma anche in settori chiave come la cooperazione nella lotta al traffico di stupefacenti. Come ha sottolineato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, continuare a utilizzare tale questione per esercitare pressioni sulla Cina avrebbe effetti controproducenti, danneggiando il dialogo e la cooperazione bilaterale.
La situazione attuale evidenzia la fragilità delle relazioni tra Cina e Stati Uniti, due giganti economici le cui scelte hanno un impatto globale. La Cina ha chiarito che non intende cedere a pressioni unilaterali e che è pronta a rispondere con fermezza a qualsiasi misura protezionistica. D’altra parte, l’amministrazione statunitense sembra determinata a perseguire una politica commerciale aggressiva, nonostante i rischi economici e geopolitici. In questo contesto, la possibilità di un’ulteriore escalation rimane alta, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’economia globale e la stabilità geopolitica internazionale.