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Renzi è stato una maledizione politica. È stato il promotore del Jobs act, della buona scuola, dello sblocca Italia, della riforma della pubblica amministrazione (per fortuna poi abortita); l’uomo che ha disprezzato i sindacati e che è andato a braccetto con Marchionne; il sicario politico di Bersani, Marini, Prodi, Marino, Letta e altri; l’avventurista che ha fatto retrocedere l’Italia in tutti i consessi internazionali, che ha affossato Mare Nostrum e che ha reso ridicolo il paese col suo viaggio alla Casa Bianca.
È stato il parto anale della terza via blairiana, l’euroentusiasta, l’asino patentato che afferma che la cultura e il patrimonio artistico italiano sono il nostro petrolio, cioè qualcosa da mercificare e rendere simile a Disneyland. È stato il capo di una consorteria di arrivisti, opportunisti e rapaci.
Renzi è stato tante cose e molte di queste erano note sin da subito, sin dalla sua elezione a sindaco di Firenze.
Ricordiamoci allora una cosa: se Renzi è salito al potere è perché il nobilissimo popolo delle primarie, quello dei ceti medi cognitivi e delle professioni intellettuali lo ha sostenuto. Ecco, forse questi civilissimi italiani che si auto rappresentano come la parte del paese più progressista, cosmopolita, europeista moderna, smart e rispettabile, e che ora tanto lo schifano, dovrebbero vergognarsi almeno un pochino.