Gaza, Israele condizionerà il cessate il fuoco per operazione a Rafah

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Il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich ha convocato, oggi, una riunione urgente del gabinetto diplomatico e di sicurezza per discutere due condizioni che l’esponente ultranazionalista vuole porre in cambio di un cessate il fuoco di sei settimane a Gaza.

Secondo il media israeliano Israel Hayom, la prima condizione di Smotrich sarà quella di garantire l'impegno degli Stati Uniti "a sostenere il ritorno di Israele a combattere dopo un cessate il fuoco di sei settimane, in particolare sostenendo l'azione necessaria a Rafah".

La sua seconda condizione è ostacolare il ritorno dei palestinesi sfollati dal sud al nord di Gaza “in modo da consentire ad Hamas di riorganizzarsi e mantenere le sue forze”.

Le due proposte saranno messe ai voti durante la riunione del gabinetto, secondo il quotidiano israeliano.

La mossa di Smotrich è l'ultimo segno delle crescenti divisioni all'interno della leadership israeliana dopo che il paese ebraico ha ritirato le sue forze dal sud di Gaza, aprendo temporaneamente un secondo valico di terra per l'ingresso di aiuti umanitari e ampliato il ruolo dei negoziatori per raggiungere un accordo di cessate il fuoco.

Tuttavia, ieri sera, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver fissato una data per l’invasione di terra di Rafah, la città a sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati 1,5 milioni di palestinesi.

“La vittoria [su Hamas] richiede l’ingresso a Rafah e l’eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Questo accadrà. C’è una data”, ha ribadito Netanyahu.

All’inizio della giornata, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha avvertito che, se Netanyahu “decide di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come Primo Ministro”.

Questa è stata l'ultima minaccia da parte dei principali partner della coalizione del premier di abbandonare il governo, una decisione che potrebbe mandare Israele per la sesta volta al voto dal 2019.

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La Redazione de l'AntiDiplomatico

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