Gianni Riotta e il fondo del water del giornalismo
Il fondo del barile? No, il fondo del water. Si scava pure quello pur di incriminare Donald Trump.
Ma andiamo per ordine. Il tutto nasce da due foto diffuse da Maggie Haberman giornalista del New York Times e della CNN, verosimilmente per promuovere l’imminente uscita del suo libro “Confidence Man”. La prima mostrerebbe il water di Trump alla Casa bianca con dentro un fogliettino che non sarebbe stato risucchiato dal flusso dello sciacquone; altro frammento di uno scritto di Trump nella seconda foto che sarebbe stata scattata nella sua toilette posta nell’aereo presidenziale.
Ma è così facile entrare nella toilette di Trump per scattare foto? E lo studio presidenziale non avrebbe dovuto essere dotato di un, pur diffusissimo, apparecchio tritadocumenti? Se lo chiedono molti sui social i quali, per la prima foto, fanno notare che la qualità del battiscopa, la polvere per terra e la vicinanza del muro al water suggerirebbero una foto scattata in un angusto e povero ambiente mentre la seconda foto contraddirebbe l’iniziale dichiarazione della Haberman secondo la quale le foto le sarebbero state consegnate da “alcuni collaboratori di Trump (costretti a) chiamare gli idraulici per riparare gli igienici intasati”.
Insomma, una storia che, come quella dell’aggressione di Trump al suo autista che voleva impedirgli di unirsi ai manifestanti intenti ad assalire Capitol Hill, non sta in piedi.
Nonostante le assicurazioni di Gianni Riotta (già membro italiano del “Gruppo alto livello dell’Unione Europea per la lotta alle fake news” sulla cui attendibilità avevamo già scritto) che dalle pagine di Repubblica si lancia in un panegirico della “formidabile Maggie Haberman” e in un surreale “le foto del bagno occluso da documenti ufficiali (e il tentativo di Trump di cancellare la Storia) entrano con prepotenza nella memoria”.
Che dire? Una volta, davvero, le inchieste giornalistiche facevano tremare la Casa Bianca. Oggi, invece, (mi si perdoni il gioco di parole) il Watergate si è ridotto ai deliri di una tizia in cerca di visibilità e alle altrettanto incredibili considerazioni di Gianni Riotta.