Gli Stati Uniti, Fetullah Gulen e le sue ramificazioni in America Latina

Il movimento del religioso Gulen, che la Turchia indica come artefice del colpo di stato fallito, conta su diverse ramificazioni in America Latina. Alcuni esperti segnalano che la CIA utilizza per i propri scopi la capacità di mobilitazione dei seguaci di Hizmet

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Le ramificazioni della potente organizzazione guidata da Fetullah Gulen, il religioso turco assurto agli onori delle cronache dopo il colpo di stato fallito in Turchia che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha accusato esserne l’organizzatore, affondano fino in America Latina come rivela Ernesto J. Navarro in un articolo per l’emittente russa RT. 

 

Il miliardario Gulen, un islamista ‘moderato’ al pari di Erdogan, è il leader indiscusso dell’Alleanza per i Valori Condivisi e dell’organizzazione Hizmet (servizio), che viene paragonata all’Opus Dei e fu fondata con l’appoggio degli Stati Uniti nel 1980 per arginare e combattere l’influenza della sinistra turca. Hizmet controlla oltre un migliaio di scuole e università in 180 paesi, tra cui Stati Uniti e America Latina. 

 

Inoltre possiede la proprietà di banche, centri sanitari, aziende costruttrici e mezzi di comunicazione. Secondo quanto informa Global Research: «Da molto tempo Gulen gioca un ruolo centrale nella politica estera statunitense, mirando a trasformare tutti i paesi vicini di Cina e Russia in loro nemici, in modo da isolare e indebolire le due potenze che possono minacciare l’egemonia mondiale della superpotenza statunitense». 

 

Il giornalista argentino di origine armena, Pablo Kendikián, autore di una biografia dedicata a Fetullah Gulen assicura che il religioso turco «può contare sul pieno sostegno della CIA. LA sua organizzazione funziona come una società segreta e sin dall’inizio ha funzionato come uno stato parallelo. Erdogan si alleò perché aveva bisogno dei 6 milioni di voti dei seguaci di Gulen per vincere le elezioni. In cambio il predicatore chiese di piazzare i suoi uomini nella polizia, nel sistema giudiziario, nei servizi segreti e nelle università. La prima rottura avvenne nel 2010 quando Erdogan voltò le spalle a Israele». 

 

L’organizzazione che fa capo al religioso turco ha accumulato molta influenza negli Stati Uniti e in misura minore in America Latina. Vi sono infatti numerosi centri educativi associati a Hizmet in tutta la regione: il Centro di Dialogo Interculturale in Argentina; il Centro di Scambio Culturale ed Educativo Messico-Turchia, in Messico; L’Istituto Hercules di Buenos Aires, Excelencia Raindrop in Messico, Belo Futuro Internacional in Brasile, l’Istituto Educativo Los Azulejos di Caracas in Venezuela. 

 

Le attività della galassia che ruota attorno a Gulen non si fermano al livello educativo, come spiega a RT l’antropologo curdo Mehmet Dogan: «Grazie a Fethullah Gulen imprenditori turchi hanno diversi affari in America Latina. Hanno costruito case in Venezuela e controllano il porto di Guayaquil in Ecuador. Gli affari nella regione li porta avanti il governo turco attraverso Gulen e con l’appoggio degli Stati Uniti». 

 

L’antropologo spiega inoltre che le ramificazioni di sono estese in Cile, Repubblica Dominicana e Panama, «dove si segnala una forte presenza nel commercio della nazione. Si stima che il patrimonio del movimento superi i 50.000 milioni di dollari, una capacità finanziaria superiore a quella molti Stati nazionali». 

 

Grazie alla relazione diretta tra l’organizzazione, il governo e i servi di intelligence degli Stati Uniti, questi ultimi utilizzano la «straordinaria capacità di Gulen» per penetrare nelle varie nazioni. «Ricordiamo che il governo degli Stati Uniti in America Latina - spiega Dogan - non opera solo tramite pressioni e aggressioni. Sono molte le Organizzazioni Non Governative che oprano sul terreno». 

 

Dogan lancia un appello a quei governi progressisti che ancora permettono la presenza sul proprio territorio del movimento di Gulen a guardare l’esempio che arriva da Iran, Russia e Cuba, «che lo hanno denunciato come un operatore per conto della CIA e chiuso le scuole». 

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