Governo inadempiente perfino sui bonus alle madri
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a cura della CUB di Pisa
A fine dicembre è stata approvata la Legge di Bilancio 2025 ma in queste settimane diversi decreti attuativi sono ancora in attesa di essere redatti e tra questi anche il cosiddetto Bonus Mamme sul quale tanto aveva puntato il Governo anche attraverso la solita retorica a favore della famiglia tradizionale.
La Legge di Bilancio 2024 aveva previsto l’esonero contributivo per le lavoratrici dipendenti e contratto a tempo indeterminato ma con una singolare esclusione ossia le lavoratrici domestiche per ragioni che sfuggono ad ogni umana comprensione.
Le condizioni previste poi erano assai discutibili andando il bonus alle sole madri di 3 o più figli (poi, per il solo 2024, esteso alle lavoratrici madri di due figli e fino ai 10 anni del piccolo) fino al raggiungimento della maggiore età del figlio più piccolo. Veniva poi previsto il limite di 3000 euro all'anno fino a tutto il 2026 e fatti due conti se questa misura doveva essere indirizzata alle madri la stragrande maggioranza delle stesse veniva invece esclusa per esigenze di bilancio.
Se una misura di sostegno è ritenuta valida e insostituibile non dovrebbe essere vincolata nel tempo e soggetta a condizioni ristrettive che ne limitano la efficacia e la platea dei destinatari, ma è ormai evidente che invece di potenziare le misure del welfare si costruiscono provvedimenti sensazionalistici e propagandistici.
Siamo consapevoli dei grandi limiti del nostro welfare con la popolazione che invecchia (e ogni taglio alle risorse destinate alla fascia più avanti negli anni sarebbe un grave errore) l'ascensore sociale fermo da anni e misure intraprese per le madri e i bambini del tutto inadeguate.
Ma piuttosto che mettere mano a tutti gli strumenti necessari per costruire un welfare adeguato ai reali bisogni, invece di prendere i soldi dagli extraprofitti e trovare le necessarie coperture finanziarie si persevera nella politica di detassazione, la ultima Legge di Bilancio poi prevede l’esonero solo se la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non risulti superiore a 40 mila euro annui. Nessuna progressività magari per differenziare il bonus e intanto l'indispensabile decreto attuativo, con le necessarie coperture, si è perso per strada e tante madri di due figli sono ancora in attesa dell'esonero contributivo loro promesso.
Noi non sappiamo se siano proprio i bonus le scelte oculate e necessarie per il welfare, abbiamo già palesato le nostre obiezioni e preferiamo erogare servizi pubblici che avrebbero anche effetti benefici sulla occupazione, ma anche se queste scelte del governo fossero le migliori è del tutto paradossale attendere da 70 giorni un decreto attuativo in soccorso delle madri di due figli come è del tutto illogico escludere le madri con contratto a tempo determinato o lavoratrici autonome.
Si vuole aiutare le giovani madri o fare solo demagogia allo stato puro?