Governo italiano: patrioti o globalisti?
di Giuseppe Giannini
Le destre sono tradizionalmente note oltre che per agevolare gli interessi delle classi agiate anche per arrogarsi il diritto di rappresentare le esigenze nazionali. Già il primo punto è sufficiente ad evidenziare come non esista un interesse unico, anzi essi sono molteplici e contrastanti in ogni tipo di società. Stabilizzatrici della conservazione esse portano avanti il disegno di determinati status.
Se una volta la stratificazione sociale era predeterminata (ed imposta) dall'appartenenza a certi ceti, e se privilegi ed abusi convivevano in quanto derivanti da quella "giustizia divina" da ordinare con la forza dell'indottrinamento e delle rinunce a carico dei sudditi, successivamente i processi rivoluzionari dando vita alla nascita degli Stati moderni hanno democratizzato le società. L'Illuminismo e gli eretici, le scoperte scientifiche, ed un rinnovato umanesimo sono stati tutti elementi tendenti ad emancipare le masse dei sottoposti.
L'evoluzione giuridica ha fatto il resto contemplando esigenze prima tenute nascoste. Il riconoscimento e l'allargamento dei diritti fino alle carte costituzionali poste a fondamento della vita statale. Il progresso delle civiltà come sintomo dell'eguaglianza formale. Perchè quella effettiva, sostanziale, va assicurata con mezzi specifici, interventi nel pubblico che tengano salda la coesione (e la convivenza). Pur all'interno di un complesso sistema istituzionale democratizzato permangono da sempre visioni distanti - la destra, la sinistra, il centro, i localismi - che alla fine rispecchiano la distribuzione coatta dei poteri. Per intenderci, lo Stato regolatore è sempre stato sinonimo di una precisa ed imposta scelta liberal-borghese.
Da quando esso ha visto ridotte ai minimi termini le sue funzioni, incapace di intervenire, ed appunto regolare i processi sempre più veloci della coabitazione globale nel reale delle esistenze e soprattutto nel virtuale, allora appare evidente come sia semplicemente uno fra i tanti strumenti per impadronirsi del potere. In quest'ambito le forze partitiche che si richiamano a tutto un complesso valoriale fatto di identità e tradizioni, le destre insomma, confermano, ancora una volta, qual è la loro vocazione. Esse fanno del conservatorismo le gesta della (in)azione. A sostegno di altri ceti di di privilegiati, pensiamo agli apparati clericali e miltari, che si guardan bene di disturbare, hanno la prerogativa della restaurazione.
La tipica concezione verticistica della società a disposizione degli affiliati. In più, queste stesse destre, essendo un (sotto)prodotto nato storicamente dalla pattumiera capitalistica decidono di esercitare il loro verbo all'interno di quest'orbita. E non hanno nessuna intenzione di mettere in discussione tale paradigma che, nell'ultimo trentennio, ne ha visto l'accoglimento da parte di tanti esponenti partitici e non della ex sinistra.
Entrambi governano in nome dell'ideologia liberista. La stessa che produce ed aumenta le diseguaglianze, e che determina sofferenze e guerre. E' evidente come le destre si muovano nel segno della continuità del privilegio. L'Italia, già attanagliata dalle ingerenze (e dalle prerogative) degli ambienti clericali che, dalla cd. Seconda Repubblica, ha sdoganato forze postfasciste e razziste, facendole diventare classe dirigente. Oggi ci ritroviamo un governo becero, arrogante, e pieno di livore. Sorvoliamo (per questioni di spazio) sui conflitti di interessi, i clientelismi, le figuracce, gli abusi, le illiceità.
A capo del governo una signora non sposata, che alterna una certa ostentata docilità (le carezze verso gli ospiti internazionali, i sorrisi forzati), come se fosse la protagonista di un reality (distopico) qualunque. Atteggiamenti da influencer della porta accanto convivono con la rabbia a lungo repressa da parte di chi è in cerca di rivalsa. E, tanto come i suoi amici al governo, mette al centro il carrierismo ed il prestigio personale, sacrificando il sentire comune, la collettività. Tali pretese emergono nel perseguimento delle politiche interne ed estere.
L'unica discontinuità rispetto ai predecessori è rinvenibile nell'uso della forza, del pugno duro verso chi dissente (i lavoratori e chi reclama spazi di inclusione). Anche se tante sono le similitudini con i governi di centrosinistra: la cattiva gestione migranti sul modello Minniti; la sottoscrizione dei patti austeritari in sede europea; il finanziamento della guerra in Ucraina; le politiche economiche a sostegno della parte datoriale e dello sfruttamento. E da ultimo le zone rosse che, in nome della sicurezza e dell'ordine pubblico repressivo, fanno del disagio sociale una colpa. La gentrificazione che espelle gli indesiderati dalle città-vetrine, luoghi da destinare solo al consumo ed al turismo delle élite. Patrioti che utilizzano vessilli mentre svendono la nazione. Sovranisti che delegano al mercato, all'Europa della finanza, all'imperialismo americano, ed al fanatismo sionista.
Il pensiero unico globalista (economico) che baratta i diritti perchè ha altre mire.
E che sacrifica vite umane.
Invece i nostrani nazionalisti per ignoranza e complicità fanno ancora più danni. Contraddizioni insite al non essere alternativi.
Così il Minstero del Made in Italy ( esempio di colonizzazione del linguaggio) dovrebbe proteggere le produzioni italiane, ma invece promuove i marchi esteri, le iniziative delle multinazionali, ed i prodotti di dubbia qualità. Vorrei chiedere ai finti difensori delle tipicità, quali e quanti prodotti, non dico locali o della filiera corta, italiani sono presenti nei negozi e supermercati ( a loro volta spesso franchising esteri) radicati sul territorio?
Cosa produciamo e manteniamo nell'interesse della nazione?
La leader dei fratelli italioti che quando era all'opposizione attaccava la UE ed ora ne ha avallato i Trattati del debito. E sulla questione energetica e del gas è passata dal famoso spot sulle accise all'agenda Draghi che, in nome della guerra alla Russia, sta facendo implodere l'Europa, impoverendo le popolazioni, visti gli aumenti spropositati e le speculazioni sui prezzi nelle forniture e delle materie prime. Mai scontentare i padroni americani.
E se pensiamo al sistema della sicurezza e delle comunicazione va ancora peggio.
La sicurezza informatica ha visto lo scandalo del senatore Gasparri che, a capo di una società del settore, trattava per delle commesse con gli apparati israeliani, senza informare il Parlamento del suo ruolo.
Il settore delle comunicazioni è diventato ancora più importante negli ultimi decenni. In un mondo costantemente interconnesso, che rende molto labile la sicurezza della corrispondenza tanto dei comuni cittadini, quanto soprattutto dei sistemi istituzionali digitalizzati, sapere che la Presidente del Consiglio incontri l'inquietante Musk per affidargli la gestione di un settore così delicato, non si tratta di un semplice favore tra amici alleati della galassia sovranista. Un asset strategico con implicazioni anche in campo militare e della cybersicurezza. In ballo ci sono l'accesso ai dati di milioni di cittadini svenduti per il profitto di uno degli uomini più ricchi al mondo, che influenza la politica statunitense e, in tal modo, potrà anche condizionare le scelte continentali, spostando equilibri già compromessi dalle campagne d'odio presenti sui suoi social.
Insomma, quelli che dicevano di voler rafforzare lo Stato, reclamando maggiore autonomia dall'Europa (ma non dagli USA/NATO) stanno svendendo la sovranità e con essa la tenuta della democrazia.