Gramellini e il "mammismo" dell'apparato mediatico
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di Giorgio Mascitelli*
Sul Corriere di ieri Gramellini stigmatizza come forma di mammismo la moda di quest'anno di regalare fiori ai maturandi ( tra l'altro ho visto che non erano solo i genitori a farlo, ma anche i ragazzi tra loro). Sebbene appartenga anch'io a una generazione che non festeggiava la maturità, devo confessare che non amo prescrivere alla gente se e come deve festeggiare. In generale so che le giovani generazioni festeggiano ritualmente molto più di quelle precedenti e questo mi sembra dovuto a due aspetti: l'influenza di modelli di comportamento americani diffusi tramite l'apparato mediatico (qualche anno fa una studentessa che aveva avuto l'occasione di fare prima la maturità americana e poi quella italiana sosteneva la netta superiorità della prima perché la cerimonia della consegna dei diplomi è bellissima con i tocchi e le toghe e non c'è bisogno di studiare nulla per superare l'esame); il fatto che man mano che i giovani perdono certezze e prospettive concrete questi rituali svolgono una funzione apotropaica di sostituti delle certezze mancanti.
C'è tuttavia in questa accusa di mammismo un aspetto che mi stupisce: la settimana scorsa questo stesso giornale aveva sposato la causa di una studentessa che aveva rinunciato a sostenere l'orale perché riteneva di avere ricevuto un'ingiustizia nella versione di greco. Ora io non so se la candidata avesse ragione, so che casi di questo genere possono esistere e sono previste una serie di procedure per i candidati (ne accadono di casi ogni anno e non guadagnano la prima pagina dei giornali). Il Corriere e l'apparato mediatico avevano già decretato che la studentessa avesse ragione senza attendere nessun riscontro da parte di terzi e qual era l'argomento principe portato dalla protestataria? Che lei aveva rifatto a casa la versione con la mamma, laureata in latino e in greco (sic), e aveva fatto un solo errore. Ora la ragazza naturalmente ha assolutamente ragione di fidarsi della sua mamma, il problema è quando anche la stampa nazionale fonda tutta la sua fiducia su di lei il che mi sembra una forma di mammismo un po' più grave del portare i fiori ai figli alla fine dell'esame, attività che rilancia la nostra floricultura in una fase di stagnazione. Naturalmente il mammismo dell'apparato mediatico non è un vero mammismo, ma un attacco all'esame di stato, la cui abolizione serve a creare un mercato della scuola e dell'istruzione, però un po' più di fairplay e un po' più di schiettezza nell'esporre le proprie idee non sarebbe male.
C'è tuttavia in questa accusa di mammismo un aspetto che mi stupisce: la settimana scorsa questo stesso giornale aveva sposato la causa di una studentessa che aveva rinunciato a sostenere l'orale perché riteneva di avere ricevuto un'ingiustizia nella versione di greco. Ora io non so se la candidata avesse ragione, so che casi di questo genere possono esistere e sono previste una serie di procedure per i candidati (ne accadono di casi ogni anno e non guadagnano la prima pagina dei giornali). Il Corriere e l'apparato mediatico avevano già decretato che la studentessa avesse ragione senza attendere nessun riscontro da parte di terzi e qual era l'argomento principe portato dalla protestataria? Che lei aveva rifatto a casa la versione con la mamma, laureata in latino e in greco (sic), e aveva fatto un solo errore. Ora la ragazza naturalmente ha assolutamente ragione di fidarsi della sua mamma, il problema è quando anche la stampa nazionale fonda tutta la sua fiducia su di lei il che mi sembra una forma di mammismo un po' più grave del portare i fiori ai figli alla fine dell'esame, attività che rilancia la nostra floricultura in una fase di stagnazione. Naturalmente il mammismo dell'apparato mediatico non è un vero mammismo, ma un attacco all'esame di stato, la cui abolizione serve a creare un mercato della scuola e dell'istruzione, però un po' più di fairplay e un po' più di schiettezza nell'esporre le proprie idee non sarebbe male.
*Post Facebook del 4 luglio 2024