Guatemala: mobilitazioni popolari in difesa della democrazia

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Guatemala: mobilitazioni popolari in difesa della democrazia

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Protesta popolare in Guatemala contro le manovre in atto per impedire al presidente eletto Bernardo Arevalo di insediarsi. Dopo la sospensione del Movimiento Semilla da parte del Tribunale Supremo Elettorale del Guatemala (TSE) lo stesso Arevalo ha denunciato un golpe in atto nel tentativo di non permettere la sua ascesa al governo del paese centroamericano. 

Così, organizzazioni sociali e autorità indigene dei popoli maya, xinka e meticci hanno indetto sit-in e proteste questo lunedì davanti alla sede della Procura della Repubblica (Ministerio Público) per chiedere le dimissioni della procuratrice generale Consuelo Porras, dei procuratori Rafael Curruchiche e Cinthia Monterroso e del settimo giudice Fredy Orellana, con le loro azioni hanno spostato sul terreno giudiziario il processo elettorale e cercano di consumare un colpo di Stato, secondo Bernardo Arévalo.

"Non vogliamo paralizzare il Paese, ma se necessario lo faremo", hanno affermato i manifestanti - sentiti da Prensa Comunitaria - davanti alla sede del Ministerio Público a Totonicapán. Gli abitanti del villaggio hanno risposto all'appello e hanno iniziato a riunirsi alle 7:00 del mattino. All'incontro era presente anche il presidente dell'organizzazione comunale, Luis Pacheco, che ha affermato che come autorità indigene sono rispettosi della legge e ha aggiunto che Porras, Curruchiche e il giudice Orellana, con le azioni legali che stanno promuovendo, "stanno influenzando questa instabilità sociale".

In dieci dipartimenti si sono tenute manifestazioni e sono stati chiusi gli uffici distrettuali e dipartimentali del Ministerio Público in segno di rifiuto delle azioni illegali promosse dal procuratore generale contro il processo elettorale e il partito Movimiento Semilla. Per i principali uffici dei sindaci indigeni del Paese, le élite imprenditoriali, i gruppi criminali e le reti di corruzione che fanno parte dell'alleanza di governo non rispettano la decisione popolare e cercano di annullare il voto di milioni di cittadini in tutto il Paese.

A Totonicapán, Quiché, Petén, Chimaltenango, Sololá, Chiquimula, Jalapa, Jutiapa, Santa Rosa, Guatemala, Huehuetenango e Sololá, il 4 settembre si sono verificate manifestazioni di protesta. Il giorno prima, gruppi di militari accusati di far parte di gruppi di sostegno al governo di Alejandro Giammattei avevano indetto una giornata nazionale di "preghiera" per Consuelo Porras.

Le autorità di 48 cantoni in protesta hanno assicurato che continueranno le mobilitazioni se il procuratore generale della Procura, Consuelo Porras, e i suoi funzionari non si dimetteranno. Una manifestazione si è svolta anche presso la sede della Procura a San Cristóbal, Totonicapán.

Anche in altri comuni sono stati esposti striscioni con slogan contro la Procura, con la scritta "No al golpe" denunciato da Arévalo venerdì scorso, e anche controla presidenza del Congresso dopo che il direttivo ha deciso di non riconoscere il blocco Movimiento Semilla come gruppo parlamentare.

L'ex procuratore generale e predecessore di Porras, Thelma Aldana, si è espressa su Twitter a favore dei sit-in. "Il popolo del Guatemala esige il rispetto della democrazia e dice no al colpo di Stato del Congresso e del sistema giudiziario", ha scritto.

Per il presidente eletto Bernardo Arévalo, coloro che intendono consolidare il colpo di Stato, iniziato il 25 giugno con i risultati del primo turno elettorale, il Congresso è l'attore principale, mentre crescono il malcontento e le proteste contro il procuratore generale, al quale sono state date 48 ore per dimettersi e licenziare i procuratori della FECI. D'altra parte, il sostegno al procuratore generale sta diminuendo, mentre il settore imprenditoriale, che è riunito nel CACIF, rimane in silenzio senza esprimersi contro il capo della Procura.

In almeno 17 comuni di 11 dipartimenti, tra cui Quiché, Santa Rosa, Jutiapa, Jalapa, Totonicapán, Chiquimula, Guatemala, Chimaltenango, Sololá, Petén e Huehuetenango, la popolazione è scesa in piazza per protestare.

Alle proteste si è unita anche l'Assemblea dei Popoli della Costa Sud di Escuintla, che in un comunicato ha ripudiato quello che ha definito un "patto di corruzione", in riferimento al potere politico e giudiziario che hanno criminalizzato il Movimiento Semilla e e altre organizzazioni, oltre a leader sociali e giornalisti.

L'Assemblea ha espresso la propria determinazione a difendere i diritti politici, sociali e collettivi del popolo in qualsiasi circostanza.

Il Gruppo di Puebla avverte del "pericolo di un colpo di Stato" in Guatemala

Nel frattempo anche il Gruppo di Puebla lancia l’allarme circa la situazione in Guatemala. 

Il Gruppo di Puebla e il Consiglio Latinoamericano per la Giustizia e la Democrazia (Clajud) hanno chiesto il rispetto della continuità democratica in Guatemala, nel mezzo della crisi politica scatenatasi dopo la sospensione del Movimiento Semilla, il partito del presidente eletto Bernardo Arévalo, e la persecuzione giudiziaria del gruppo.

Il forum dei leader iberoamericani ha emesso un comunicato in cui mette in guardia dai "tentativi di sabotare il processo di transizione verso il nuovo governo", a seguito della controversa decisione della Direzione Generale del Registro Cittadino del Tribunale Supremo Elettorale (TSE), che il 28 agosto ha eliminato provvisoriamente la personalità giuridica del partito politico in ottemperanza all'ordine del giudice Freddy Orellana. 

"Denunciamo le autorità giudiziarie e i portavoce dell'opposizione che hanno iniziato una 'guerra legale'" contro il presidente eletto, si legge nel testo. E avverte del "pericolo di un colpo di Stato in corso".

"Durante il processo elettorale", sottolineano il Gruppo Puebla e Clajud, "sono stati fatti diversi tentativi per delegittimare la candidatura vincitrice e il partito Semilla che lui (Bernardo Arévalo) rappresenta attraverso azioni che includono minacce alla vita dei leader, raid illegali nel quartier generale della sua campagna elettorale e annunci di arresti arbitrari".

In accordo con quanto espresso da diversi governi e organizzazioni internazionali, chiedono "con forza" al governo guatemalteco e alle sue autorità giudiziarie, in particolare al Tribunale Supremo Elettorale e alla Corte Costituzionale, di "ribadire la validità" delle recenti elezioni del 20 agosto, di rendere ufficiali i risultati e di rispettare "l'alternanza decisa dal popolo a partire dal 14 gennaio 2024".

Il gruppo chiede inoltre che venga rispettata l'investitura delle cariche di presidente e vicepresidente (Karin Herrera) e che venga annullata la decisione di mettere fuori legge il Movimiento Semilla "in quanto proveniente da un'autorità non competente".

I leader firmatari, tra cui gli ex presidenti José Luis Rodríguez Zapatero (Spagna), Ernesto Samper (Colombia) e Rafael Correa (Ecuador), hanno denunciato "la sistematica giudiziarizzazione del processo elettorale e del Movimiento Semilla, in un contesto di totale perdita di istituzionalità, per mano di una destra impantanata nella corruzione, che ha permesso l'avanzata della criminalità organizzata nel Paese".

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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