Guerre E Conflitti. Oggi prevalgono sentimenti pacifisti
di Michele Blanco
L'istituto statunitense per le ricerche statistiche e l’analisi dell’opinione pubblica, fondato da G.H. Gallup nel 1935, inizialmente con il nome The American Institute of Public Opinion, è uno dei più importanti centri al mondo di sondaggi e indagini statistiche. L’istituto, la cui sede principale è a Washington D.C., opera a livello internazionale mediante una rete di uffici diffusa in tutto il mondo.
Ebbene il grande istituto di ricerca statunitense Gallup nel 2024 ha pubblicato un importante sondaggio fatto a livello internazionale, con grande dispendio economico e di energie (realizzato nell’anno 2023) con una domanda molto semplice: “se il tuo paese fosse coinvolto in una guerra, saresti disposto a combattere?”
I dati delle risposte dimostrano che ci sono profonde differenze nel rapporto con il proprio paese dei popoli del mondo (i cittadini dei paesi ricchi e occidentali, con poche eccezioni, sono i meno disposti a combattere).
Prima di tutto i dati aggregati mondiali:
52% sì, combatterei (era il 61% solo nel 2023);
33% no, non combatterei (era il 27% nel 2014);
17% non so;
Se prendiamo in considerazione solo i paesi del G7 la percentuale di chi combatterebbe è solo del 31% (per il resto del mondo, senza il G7, è il 61%)
Negli stati occidentali le percentuali di chi dichiara che combatterebbe per il proprio paese crollano:
SPAGNA 29%
GERMANIA 23%
GIAPPONE 9%
C’è più volontà dichiarata di combattere nei paesi anglosassoni e scandinavi:
47% SVEZIA
41% STATI UNITI (più un 25% di incerti)
33% REGNO UNITO
All’est europeo, ecco alcuni dati:
ARMENIA 96%
GEORGIA 83%
UCRAINA 62%
POLONIA 45%
RUSSIA 32% (più un 48% di incerti)
Infine, interessanti i risultati riguardanti gli italiani:
il 14% combatterebbe, uno dei dati più bassi al mondo;
L’8% non sa;
E poi c’è il 78% che si rifiuterebbe di combatterebbe: è il dato più alto al mondo in assoluto (in Giappone, per esempio, solo il 9% combatterebbe ma c’è un 41% di incerti).
Insomma, gli italiani sono in assoluto il popolo meno disposto a combattere una guerra anche se per il proprio paese, come chiedeva la domanda del sondaggio.
Tutto questo dovrebbe far riflettere i politici italiani ed europei che stanno facendo l’esatto contrario, aumentando in modo sconsiderato le spese militari, di quando vorrebbero i cittadini italiani ed europei.
Ecco probabilmente una possibile risposta alla crisi della democrazia liberale, se chi viene eletto non rispetta le opinioni e il volere dei propri elettori come si può pretendere che alle elezioni gli elettori partecipino in massa?
Come si può parlare di democrazia effettiva e partecipazione attiva dei cittadini se i loro rappresentanti non rispettano le opinioni dei rappresentanti?
Come si può chiamare democrazia un sistema politico dove i cittadini chiedono ospedali, scuole, servizi sociali e i governanti spendono, sempre più, in armi?