I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina

Il Daily Mail ha delineato i punti della "road map" Usa. Si tratterebbe di una grave sconfitta politico-diplomatico da parte della Russia

3741
I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina


di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico

 

Con il passare dei giorni dall'entrata alla Casa Bianca di Donald Trump si sono fatte sempre più insistenti le voci di un possibile vertice tra il Tycoon americano e il Presidente russo Vladimir Putin con la finalità di sbloccare il prima possibile la crisi ucraina e riportarla in un alveo di risoluzione del conflitto attraverso la diplomazia.

Assieme alle voci che accreditano la possibilità di un vertice tra i due leader si fanno sempre più insistenti anche le indiscrezioni sui possibili punti della Road Map che dovrebbe portare alla pace nell'est europeo. A questo proposito è di ieri un articolo del quotidiano inglese Daily Mail che delinea il possibile piano proposto da parte statunitense.

Secondo il giornale britannico, i punti della road map per la pace in Ucraina, studiata dallo staff di Trump prevederebbe i seguenti punti:

 

  • Zalensky deve accettare un cessate il fuoco entro il 20 di Aprile, così da ottenere l'arresto dell'avanzata della Russia;

 

  • Deve essere firmata una dichiarazione che annuncia ufficialmente il divieto di adesione dell'Ucraina alla Nato;

 

  • Kiev riconoscerà la sovranità della Russia sulle zone occupate (peraltro già annesse con legge costituzionale dalla Federazione Russa) e si ritirerà dall'Oblast russo di Kursk;

 

  • Verrà istituita una zona demilitarizzata (non è stato chiarito quanto profonda) posta sulla linea di contatto tra le due forze armate;

 

  • La suddetta zona demilitarizzata sarà sorvegliata da truppe europee e forse anche britanniche. Non verranno però inviate truppe statunitensi;

 

  • La ricostruzione ucraina sarà finanziata con investimenti della Unione Europea stimati in 486 miliardi nell'arco di un decennio;

 

Per quanto riguarda i tempi di implementazione dell'accordo la road map pubblicata dal Daily Mail prevede:

 

  1. a) Colloquio telefonico tra Zelensky e Putin entro Febbraio;

 

  1. b) Per la fine di Febbraio o inizio di Marzo sarebbe previsto un incontro tra i leader;

 

  1. c) Entro il 20 aprile sarà annunciata la dichiarazione di cessate il fuoco;

 

  1. d) Entro il 9 Maggio, i termini dell'accordo saranno resi pubblici, evitando così l'ulteriore imposizione della legge marziale e della mobilitazione.

 

Inoltre sarà previsto – non è ben chiaro a quale titolo – l'ulteriore aiuto americano anche in termini militari così da favorire l'adesione dell'Ucraina alla UE entro il 2030.

Un piano di pace, come si può vedere, a tappe forzate e studiato in maniera molto furba così da lasciare ad una lettura superficiale, la sensazione di un accordo equanime che tenta di mediare tra gli interessi di tutti.  In realtà però si tratta di un accordo che sancirebbe la netta sconfitta della Russia sul piano diplomatico. In altri termini, la Russia dopo aver visto le sue armate nettamente vincitrici sul campo di battaglia, dovrebbe accettare la sconfitta netta sul tavolo diplomatico.

Si può sostenere questa tesi, innanzitutto sulla scorta di quanto i russi dichiararono nel 2021 nelle loro lettere inviate agli statunitensi e alla Nato (e nei successivi vertici di Ginevra) in cui chiedevano una nuova architettura di sicurezza europea che sostanzialmente prevedeva il ritiro delle armi nucleari americane dal teatro europeo, il ritiro delle truppe della Nato sulle posizioni del 1991 (come peraltro promesso dall'allora segretario di stato USA James Baker) oltre ovviamente alla promessa solenne che la Nato mai più si sarebbe allargata verso Est minacciando direttamente la Russia.

Di tutte queste richieste non vi è alcuna traccia nella proposta di pace che gli americani vorrebbero imporre e anzi, a ben vedere, vi è il totale respingimento delle reali richieste russe. Da un lato infatti, la proposta di accordo tratta il conflitto ucraino come una semplice disputa di natura territoriale non tenendo in considerazione che il reale conflitto non era tra la Federazione Russa e l'Ucraina ma tra la Federazione Russa e la Nato nascosta dietro il paravento del governo fantoccio di Kiev. Come se non bastasse il previsto utilizzo di truppe europee e britanniche sul fronte del conflitto come forze di interposizione porterebbe ad un risultato paradossale, ovvero che le truppe della Nato sarebbero comunque al confine della Russia. Poco importa se poi il “marchio” di queste truppe non avrà lo stemma della Nato ma quello Europeo e dell'Union Jack, sempre truppe di paesi appartenenti alla Nato sarebbero. In altri termini assisteremo al paradosso di aver visto la Russia entrare in guerra affinché l'Ucraina non entri nella Nato per vedere la Nato entrare in Ucraina sotto le mentite spoglie delle truppe di pace.

Altro tema da non sottovalutare è l'entrata dell'Ucraina nell'Unione Europea sostanzialmente promessa da Washington. Lasciando perdere il salasso a cui l'Europa dovrebbe sottoporsi per ricostruire il paese ex sovietico non si può dimenticare un altro fondamentale aspetto: la UE sta operando per costituire l'Esercito Unico Europeo. Dunque si riporrebbe il problema di fondo: la Nato entrerebbe di fatto in Ucraina per il semplice fatto che l'Ucraina entrando nella UE parteciperebbe all'esercito europeo che è composto per la maggior parte di paesi appartenenti anche alla Nato. Se non è zuppa è pan bagnato!

Insomma, a ben vedere il piano statunitense sembra studiato da dei giocatori delle tre carte con la finalità di turlupinare i polli che gli capitano a tiro. Il punto di fondo è però anche un altro: ben difficilmente una vecchia volpe della diplomazia come Sergey Lavrov si farà prendere per i fondelli e a Washington questo non possono saperlo.

Allora a questo punto sorge la domanda fondamentale: il piano americano ha il reale obbiettivo di arrivare alla pace o vuole solo spingere la Russia a rovesciare il tavolo diplomatico facendo ricadere su Mosca la responsabilità di un inasprimento (se non allargamento) del conflitto?

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina di Giuseppe Masala I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina

I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

In morte di Aldo Tortorella di Paolo Desogus In morte di Aldo Tortorella

In morte di Aldo Tortorella

L'Alba dei popoli e le élite della UE di Geraldina Colotti L'Alba dei popoli e le élite della UE

L'Alba dei popoli e le élite della UE

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa di Marinella Mondaini Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Democrack di Giuseppe Giannini Democrack

Democrack

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia... di Michelangelo Severgnini Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Guerra Russia-Ucraina a chi è convenuta? di Michele Blanco Guerra Russia-Ucraina a chi è convenuta?

Guerra Russia-Ucraina a chi è convenuta?

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti