I giornali e i "cookies": qualcosa non torna

11569
I giornali e i "cookies": qualcosa non torna

Sempre più giornali e siti consentono l’accesso gratuito solo in cambio dell’accettazione dei «cookies», ossia previa la volontaria rinuncia al tanto sbandierato diritto alla «privacy», che così si conferma una cazzata (come quasi tutti gli anglicismi che non hanno un equivalente in italiano) inventata dal liberismo per diffondere individualismo e poi ricattare con facilità i singoli ormai disorganizzati.

Copio l’avviso che compare sul sito del «Corriere della Sera» quando si voglia accedere a un articolo: «Il Corriere della Sera si impegna quotidianamente a fornirti informazione di qualità attraverso il lavoro di centinaia di giornalisti, grafici e tecnici. Per garantire un'informazione libera e accessibile facciamo ricorso a pubblicità profilata che copre i costi della navigazione così da permetterti di usufruire di una parte dei contenuti gratuitamente. Senza la pubblicità l'accesso ai nostri servizi avviene previo pagamento a pacchetti di abbonamento crescenti per contenuti e costo. Scegli se accedere al servizio di base permettendoci di erogare pubblicità personalizzata o aderendo a un piano di abbonamento equivalente».

A parte l’uso molto americano del «tu», va innanzi tutto notato che non viene impedito l’accesso al sito bensì agli articoli, quando dunque il lettore abbia già subìto la facile propaganda dei titoli (quasi sempre tendenziosi) e vorrebbe verificarli. A quel punto l’avviso lo informa che potrà andare avanti solo abbonandosi oppure accettando di diventare un «dato» da vendere alle multinazionali per consentire a esse di manipolarlo con «pubblicità mirata». I profitti sono necessari, ci viene spiegato, per mantenere «centinaia di giornalisti»; trascurando il dettaglio che il loro padrone non diventano però gli utenti o la collettività ma resta un privato qualsiasi purché miliardario.

Neppure viene garantito che l’informazione sarà obiettiva (forse perché richiederebbe la supervisione di un organo esterno, rigido, affidabile e istituzionale, lo Stato in particolare: ci mancherebbe! roba da comunisti!); si assicura invece che è «di qualità», qualunque cosa significhi, e ovviamente «libera» (da presunti condizionamenti pubblici, mica privati, infatti il «Corriere» è di proprietà del nababbo berlusconiano nonché pregiudicato Umberto Cairo).
Ci sono insomma tre livelli: primo livello ovviamente gratuito che sostanzialmente consiste nella propaganda dei titolisti; secondo livello "generosamente" gratuito a cui si accede accettando la pubblicità delle multinazionali; terzo livello a pagamento. In sostanza, all’informazione in quanto tale ha diritto solo chi può permettersela, gli altri hanno il diritto di farsi lavare il cervello.

Il punto è che l’informazione deve NON essere gratuita; niente che sia privato deve poter essere gratuito. Perché se è gratis o è un’esca o è propaganda.

Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

 

Professore di studi italiani e romanzi a Harvard; in precedenza ha insegnato alla II Università di Roma e alla New York University, e come visiting professor alla Arizona State University, alla University of Toronto, a UCLA, a Johns Hopkins e a McGill

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Trump e il "corollario Monroe" Trump e il "corollario Monroe"

Trump e il "corollario Monroe"

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West di Raffaella Milandri Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro di Paolo Desogus Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro

Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria di Geraldina Colotti La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

In Polonia arrestano gli storici russi di Marinella Mondaini In Polonia arrestano gli storici russi

In Polonia arrestano gli storici russi

Tecnodistopia di Giuseppe Giannini Tecnodistopia

Tecnodistopia

A chi giova l'overtourism? di Antonio Di Siena A chi giova l'overtourism?

A chi giova l'overtourism?

DELENDA EST di Gilberto Trombetta DELENDA EST

DELENDA EST

Paradossi della società italiana di Michele Blanco Paradossi della società italiana

Paradossi della società italiana

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia di Giorgio Cremaschi John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti