Gabanelli proprio non ci sta alla pacificazione delle Coree. Continua la sua guerra a colpi di fake contro Kim
Dopo il trionfo mediatico susseguente all’incontro sulla linea di demarcazione delle due Coree, per i media di tutto il mondo diventa “LEADER” Kim Jong Un; finora additato come “mostro”, “satrapo”, “pazzo criminale”, “sanguinario dittatore”…. e al quale venivano addebitati i più nefandi crimini (si veda il, parziale, elenco pubblicato qui o i il video qui sotto).
E così mentre Trump, che aveva definito Kim Jong Un “cane rabbioso”, annuncia che ora lo incontrerà con tutti gli onori, i giornali si affrettano a cambiare registro.
Non tutti.
Ad esempio, Repubblica e il suo sbalorditivo articolo “L'incredibile limousine vespasiano di Kim Jong Un” che ci illumina di un improbabile contenitore, piazzato sulla limousine, degli escrementi prodotti da Kim Jong Un i quali “contenendo informazioni riservate sul suo stato di salute, non possono essere dispersi”. Ora, sorge un dilemma. Il turpe Kim Jong Un la faceva, finora, in qualche prato infestato da spie occidentali? Altrimenti ci sembra davvero improbabile che una qualche spia penetrata nel buio di uno scolo fognario potesse discernere tra le deiezioni di Kim Jong Un e quelle di chissà chi. Ma forse questa nostra obiezione è dettata solo da malafede. In fondo Repubblica è l’animatrice per l’Italia del Fact Checking Day, sponsorizzato dall’Unione Europea. Come si può dubitare delle sue informazioni?
Meno divertente è un altro articolo (e un video) sulle infamie della Corea del Nord che, come quello contro la Siria, porta la firma di Milena Gabanelli “Nucleare e missili, così la Corea del Nord ha avvelenato terra e mare”; che si direbbe un prodotto editoriale degli anni 50 quando l’unica missione dei media main stream era accusare i “rossi” di “colpe” che erano, invece, prevalentemente occidentali.
Ma vediamolo insieme questo servizio della Gabanelli.
Non avendo mai fatto la Corea del Nord test atomici nell’atmosfera o nei mari (a differenza dei più di 2.000 test effettuati fino a qualche decennio fa) il servizio si concentra nel denunciare presunti danni ecologici che avrebbero comportato i 4 (quattro!) test nucleari sotterranei nord coreani; i quali – che possa piacere o meno – hanno scongiurato alla Corea del Nord di subire la sorte toccata all’Iraq, alla Libia, alla Siria. Ci sarebbe poi da domandarsi perché mai la Gabanelli non si sia sentita in dovere di citare il sabotaggio statunitense del CTBT (Comprehensive Test Ban Treaty - Trattato complessivo sulla messa al bando di tutti i test nucleari) o i numerosi test nucleari sotterranei tuttora in corso degli Stati Uniti o il gigantesco programma di ammodernamento degli ordigni nucleari statunitensi.
Ma l’aspetto più irritante del servizio della Gabanelli è quando passa in rassegna i danni ecologici prodotti dai missili balistici nord coreani caduti nelle acque marine. Danni che, certamente, ci sono. Si, ma quelli lanciati nel Mediterraneo, per esercitazioni, dalla NATO o da Israele? O quelli caduti su Capo Teulada? Non hanno, anche questi, provocato danni ecologici?
Si, ma che c’entra? Queste esercitazioni e questi lanci di missili servono a dissuadere i russi. A garantire la pace. Più o meno come le atomiche e i missili di Kim Jong Un. Che piaccia o meno.
Francesco Santoianni