I roghi in Canada, il NYT e i dogmi del liberismo
di Francesco Erspamer
Significativo il modo in cui il più prestigioso degli innumerevoli organi del neocapitalismo selvaggio, il «New York Times», conclude un articolo sugli incendi che in Canada stanno devastando intere foreste e rendendo malsana l’aria di grandi città quali Toronto, New York, Washington.
Ecco la frase: «Per alleviare i problemi, oltre 1100 vigili del fuoco si sono recati in Canada dall'estero, compresi gruppi provenienti da Francia, Cile, Costa Rica, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica».
Poche righe prima l’articolista aveva attribuito il disastro al cambiamento climatico, fra le cui cause c’è il traffico aereo. Ma ai liberisti piace parlare di ambiente solo finché non vengano messi in discussione i loro dogmi, a cominciare dalla mobilità, da esaltare e possibilmente prescrivere in ogni occasione. Altro che vigili del fuoco a chilometro zero, che magari rafforzerebbero le comunità e le autonomie locali: bisognerebbe alzare le tasse o istituire un servizio civile di leva, entrambe pratiche impopolari in una società apertamente edonista e individualista.
Meglio lasciar bruciare i boschi e i pompieri farli arrivare solo quando proprio non se ne può fare a meno da lontani continenti, come fragole fuori stagione.