I russi e i moderni alleati di Hitler

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I russi e i moderni alleati di Hitler



di Fabrizio Poggi
 

In questi giorni, dopo la famigerata risoluzione del parlamento europeo, qualcuno in Russia ha ricordato il monologo tristemente profetico di Arnold Lakhnovskij (l'attore Oleg Basilašvili) di fronte a Pëtr Polipov (Jurij Smirnov) nel serial televisivo “Ve?nyj zov” (“L'eterna chiamata”. Prodotto dal 1973 al 1983 e trasmesso in 19 serie, sul genere della saga familiare, ripercorre un periodo della storia russa che va dal 1906 al 1960). Nel film, Lakhnovskij, ex agente dell'Okhrana zarista e durante la guerra a capo di un reparto di controspionaggio del Abwehr nazista, è a confronto col corrispondente di guerra sovietico Polipov, catturato da Polizei al servizio degli hitleriani, e gli spiega come il mondo occidentale pianifica di liquidare l'URSS e la sua temprata società, contando sugli istinti più bassi degli uomini.


Nei giorni scorsi, a proposito dell'ignobile risoluzione europea, il blogger russo “La voce di Mordor"-Mikhail diceva: “noi stessi siamo in buona parte colpevoli, perché abbiamo tradito i nostri nonni e i nostri padri. E' cominciato tutto a fine anni '80, con tutta una serie di pubblicazioni, libri, riviste, film, sulle “nefandezze dei soldati sovietici”, sul “terribile sistema” e via di questo passo”. Vale a dire: l'aggressione e la penetrazione culturale occidentali non datano da oggi; ma ciò che dice Mikhail sugli anni '80, in realtà, non è l'inizio, bensì è già il risultato, che in quegli anni emerge sempre più allo scoperto, di un lavoro cominciato quarant'anni prima. Non aveva forse programmato tutto, per davvero, Allen Dulles, già prima della fine della guerra? Diceva l'allora direttore della CIA, a proposito dei piani antisovietici: “Episodio dopo episodio si consumerà l’estinzione definitiva e irreversibile della sua identità. Sradicheremo la natura sociale di arte e letteratura; disabitueremo artisti e scrittori a occuparsi dei processi che si svolgono tra le masse. Letteratura, teatro, cinema si ridurranno a raffigurare e glorificare i più vili sentimenti umani. E solo pochi capiranno cosa stia accadendo. Ma, anche questi, troveremo il modo di calunniarli e dichiararli rifiuti della società. Estirperemo le radici spirituali, distruggendo le basi della morale popolare”.


In ogni caso, non sono pochi coloro che oggi, in Russia, lamentano che “se loro sono arrivati a questo punto, a mettere sullo stesso piano nazismo e comunismo, a dire che Hitler è stato anch'egli una vittima del terribile Stalin, è anche perché noi stessi glielo abbiamo lasciato fare. Noi, con la revisione della nostra storia”: dicono più o meno così. E come dar loro torto?


Nel film, Lakhnovskij-Basilašvili ammette che la Germania ha già perso la guerra, ma “la lotta non è finita qui”, afferma. E a Polipov-Smirnov che gli risponde “voi non potrete mai vincere la Russia”, il traditore filo-nazista ribatte che “Ora Inghilterra e America sono purtroppo con la Russia. Ma pensi che saranno sempre dalla parte della Russia? No. Perché, dopo la vittoria, l'Occidente non permetterà alla Russia di espandersi in Europa”.


“Ma la guerra si concluderà a Berlino” replica Polipov, “e, per arrivare a Berlino, l'Armata Rossa dovrà attraversare mezza Europa e resta a vedere quale ideologia vincerà”.


Ed ecco il monologo diabolico: “L'unica ideologia, per tutti, è: l'individuo vuole soltanto vivere e abbuffarsi; oltretutto, vivere quanto più a lungo e abbuffarsi su quanto di più dolce... Finirà la guerra, tutto in qualche modo si calmerà; e allora comincerà la vera battaglia. Abbiamo alle spalle la macchina ideologica di tutto il resto del mondo! E anche molti tuoi connazionali ci aiuteranno attivamente”.


“Non credo che troverete molti volenterosi di aiutarvi”.


“Li troveremo. Meglio: li istruiremo; ne addestreremo tanti quanti ne occorrono; coi soldi si fa tutto; faremo a pezzi la vostra società monolitica. Ecco, la guerra per gli animi delle persone la vinceremo! Io ti ho aperto solo un angolo del sipario, e tu hai visto solo un piccolo pezzo della scena, in cui, episodio dopo episodio, si rappresenterà una tragedia grandiosa sulla morte del popolo più invincibile della terra, sulla cancellazione finale, irreversibile, della sua autocoscienza ... Certo, per far questo ci sarà da lavorare molto...".


La cosa che più urta, dicono i commenti su feisbuc, è che noi stessi abbiamo loro permesso di esser trasformati in un branco che vive davvero secondo la legge di Lokhnovskij.


"Dipingeremo l'intera storia della Russia, la storia del suo popolo, come senza spirito, come un regno di totale oscurantismo e reazione. Gradualmente, passo dopo passo, cancelleremo la memoria storica di tutte le persone. E con un popolo privato di memoria, si può fare qualsiasi cosa. Un popolo che ha cessato di essere orgoglioso del passato, che ha dimenticato il passato, non capirà nemmeno il presente. Diventerà indifferente a tutto, diventerà stupido e alla fine si trasformerà in un branco di buoi. Che poi è quello che si richiede!".


“Si può ricordare l'epocale discorso di quel bastardo di Kolja (il ginnasiale russo che due anni fa al Bundestag espresse “compassione per i soldati della Wehrmacht”, ndr) si osserva su feisbuc: “il pentimento da parte della Russia, di fronte all'Europa per... la vittoria dell'URSS su Hitler. Prima o poi, l'Europa si unirà di nuovo contro la Russia; a loro non importa sotto quale bandiera, Napoleone, Hitler o Stati Uniti; su una cosa sono d'accordo: uccidere decine di milioni di russi NON è un crimine, ma quando i russi arrivano a casa loro e presentano il conto... allora è un crimine, e quale! Chi sta equiparando oggi la Russia a Hitler? Gli alleati di Hitler!”.


Due giorni fa, sulla russa RT, Aleksandr Sosnovskij scriveva: “E' necessario ricordare che il Terzo Reich fu non solo la Germania hitleriana? Quasi tutti gli Stati che fanno parte dell'Unione Europea, in qualche modo, furono alleati di Hitler. Inconsciamente, ma forse coscientemente, condividendo la colpa tra Germania e URSS per l'attacco alla Polonia, si alleggeriscono della propria responsabilità per milioni di vittime... Bisogna indubbiamente ricordare all'Europa che, dei quasi 12 milioni di membri della NSDAP, non più di un milione e mezzo furono denazificati. Ma i nazisti d'Europa non furono toccati per niente. Dopo la guerra, passarono tranquillamente nelle file degli europeisti, compresi quelli liberali”.

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