"Ignorare le 'linee rosse' della Russia significa non avere alcun istinto di conservazione" - Intervista esclusiva a Leonid Slutsky

l'AntiDiplomatico intervista l'ex candidato presidenziale e attuale presidente della Commissione per gli affari internazionali della Duma russa.

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 "Ignorare le 'linee rosse' della Russia significa non avere alcun istinto di conservazione" - Intervista esclusiva a Leonid Slutsky

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di Alessandro Bianchi e Fabrizio Poggi


Presidente del partito russo LDPR e candidato alle ultime elezioni presidenziali nella Federazione russa, Leonid Eduardovich Slutsky è l'attuale Presidente della commissione per gli affari internazionali della Duma di Stato, nonché alla guida della "Fondazione russa per la pace".

Abbiamo avuto la possibilità di rivolgergli alcune domande per l'AntiDiplomatico.


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L'INTERVISTA


L’ex leader del LDPR, Vladimir Zhirinovskij, aveva previsto che lo sconosciuto attore Zelenskij sarebbe diventato presidente dell'Ucraina e nel 2018, facendo gli auguri di compleanno al fondatore di Telegram Pavel Durov, gli consigliava di rientrare in Russia "perché l’occidente non lo avrebbe mai accolto veramente". Tra le tante previsioni, molte avveratesi, sulla realtà internazionale fatte da Vladimir Zhirinovskij, quali sono, secondo LEI, le più significative nella realtà attuale?

Per essere più precisi, Vladimir Zhirinovsky, fondatore e il primo leader del LDPR, ha predetto a Zelensky la sorte dell’ultimo presidente dell'Ucraina. Zhirinovsky riteneva che la politica nazista e russofoba e la sua completa dipendenza dall'Occidente collettivo con a capo Washington avrebbero destinato l'Ucraina alla disintegrazione. Ora siamo testimoni di come questa previsione abbia tutte le possibilità di diventare realtà. I seguaci di Bandera hanno venduto il loro Paese agli adepti dell'egemonia del “miliardo d'oro” per trasformarlo in una testa di ponte antirussa, condannando in tal modo migliaia di ucraini alla morte, alla povertà, alla distruzione e alla perdita dello Stato. Gli eventi di oggi sono la conseguenza del sanguinoso colpo di Stato avvenuto in Ucraina nel 2014. La Crimea e poi il Donbass hanno rifiutato di vivere sotto il potere dei neonazisti, decidendo volontariamente, con un referendum, di secedere dall'Ucraina e di riunirsi alla Russia. Tra le altre profezie di Zhirinovsky ci sono le sue parole sulla guerra in Medio Oriente. Sempre oggi vediamo quanto sia risultata precisa l'analisi del fondatore dell'LDPR. Israele e il suo patrone gli Stati Uniti stanno soffiando sul fuoco di una nuova guerra in Medio Oriente, che potrebbe andare ben oltre la regione e causare la Terza Guerra Mondiale. Vladimir Zhirinovsky ha parlato più volte anche di questo.

 

Sul caso dell'arresto di Pavel Durov e le nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti ad organi di stampa russa, possiamo affermare che siamo nel pieno di uno scontro mediatico? Prevede una ulteriore escalation, un nuovo “Russiagate”, con l’avvicinarsi delle elezioni statunitensi?

Washington ha lanciato una vera e propria campagna contro RT e Sputnik. Sono state annunciate sanzioni e bloccate le trasmissioni nel segmento occidentale. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti invita anche i Paesi del Sud globale a limitare le attività dei media russi sul loro territorio, motivando la sua posizione con “la lotta contro la propaganda”. Finora, però, senza alcun risultato. Tutto questo non sono altro che elementi di guerra ibrida e un attacco alla libertà di parola, una censura con un pizzico di politica. RT ha guadagnato grande popolarità in tutto il mondo grazie alla sua professionalità e alla presentazione obiettiva delle notizie. Un proverbio russo dice: “La verità é come un pruno in un occhio”. È in base a questo principio che sono state imposte restrizioni ai media russi. La società occidentale viene forzatamente schermata dall'informazione integrale perché sia più facile “controllare la folla” e scaricare la responsabilità dei propri fallimenti in politica interna ed estera sulla “mano del Cremlino”. La “demonizzazione” della Russia è già stata portata fino al limite della follia nei Paesi occidentali e tutti gli eventuali contatti sono stati ridotti praticamente a zero dai russofobi di ogni genere. Chi riesce a sfatare il mito di una “Mosca cattiva” viene semplicemente sottoposto alla “purga”.

 

Sempre sulle elezioni negli Usa. In un commento al recente Forum di Vladivostok, il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha dichiarato di preferire Harris perché, ha ricordato, nessuno ha aumentato le sanzioni contro la Russia come Trump. A suo parere la vittoria di quale candidato sarebbe preferibile per la Federazione russa e, in generale, per un processo di reale sicurezza in Europa?

Come ha detto il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov il Presidente della Russia Vladimir Putin ha scherzato parlando di Harris. Le elezioni americane sono una questione interna. La Russia rispetterà qualsiasi scelta del popolo americano”. Anche il capo di Stato russo lo ha detto più volte. Tutte le dichiarazioni sulle “interferenze” della Russia nelle elezioni americane sono la stessa “caccia alle streghe” per mascherare le ragioni della sua possibile sconfitta.



La fase del conflitto registra una avanzata dell’esercito russo nelle regioni del Donbass e l’offensiva tentata da quello ucraino nella regione di Kursk. Su quest’ultima: è stata una decisione presa in accordo con la Nato? Il vero obiettivo era la centrale nucleare?

Ci sono numerose testimonianze, tra cui quelle di soldati delle Forze armate dell'Ucraina catturati, secondo cui il regime di Kiev in effetti aveva cercato di impossessarsi della centrale nucleare di Kursk. L'obiettivo è il ricatto nucleare, il terrorismo e la minaccia di una catastrofe Chernobyl-2. Abbiamo sentito dichiarazioni dei rappresentanti del regime di Kiev sulla “creazione delle condizioni per i negoziati”. In questo modo barbaro! La provocazione del regime dell'illegittimo Zelensky che prevdeva l’invasione della regione di Kursk è stata approvata dai politici degli Stati Uniti e dell'Europa. I nazisti ucraini hanno utilizzato armi occidentali e le loro bande erano composte anche dei mercenari stranieri – francesi e polacchi. Tutto ciò testimonia che l'operazione delle Forze armate dell'Ucraina nella regione di Kursk è sostenuta dai Paesi della NATO. Questo fa parte della guerra per procura contro la Russia condotta dagli ucraini.



Con la visita di Blinken a Kiev dell'11 settembre, gli Stati Uniti hanno aperto alla possibilità dell’utilizzo delle armi Usa per colpire in profondità il territorio russo. Il presidente Biden ha da allora frenato, al contrario di altri paesi NATO che spingono in tale direzione. Come potrebbe degenerare il conflitto tra Russia e Nato nel caso venissero utilizzate sistematicamente?

Mentre l'amministrazione statunitense assicura di non essere pronta ad autorizzare le Forze armate ucraine a utilizzare le armi americane a lungo raggio in profondità in Russia, sia Londra che alcuni falchi di Washington invitano a farlo. Persino il Segretario Generale della NATO non ha ben compreso l’oltrepassare della “linea rossa”. E questo è un suo grande errore. Il permesso al regime ucraino di colpire direttamente il territorio della Russia con missili a lungo raggio di fabbricazione americana ed europea renderebbe automaticamente gli Stati Uniti e gli altri Paesi della NATO parti del conflitto. Con tutte le conseguenze che ne possono derivare fino alla Terza guerra mondiale. Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha messo in guardia su questo. E ignorare le “linee rosse” della Russia in questo caso significa non avere alcun istinto di conservazione.

 

Cosa risponde il suo partito, il LDPR, alle dichiarazioni del primo ministro tedesco Scholz sulla partecipazione russa ai colloqui di pace secondo la formula Zelenski?

Dietro le parole di Olaf Scholz si nascondono furbizia e il desiderio di fare colpo sul “pubblico interno”. Dopo campagne elettorali regionali ed europee fallimentari, vuole “giocare la carta dell'Ucraina” per rafforzare le proprie posizioni e, a quanto pare, restare nella storia come “cancelliere della pace”. Allo stesso tempo, Scholz vede che Zelensky sta perdendo sul campo di battaglia. E per questo è possibile un elemento di “manovra diplomatica”. Tuttavia, la via più sicura non è quella di “fare piani” sulle pagine dei media occidentali, bensì di cessare le forniture dirette di armi al regime ucraino e il sostegno alle sue iniziative infruttuose tipo “vertice di pace”. Quando vedremo passi concreti in quella direzione, allora potremo parlare della serietà delle intenzioni della Germania. Per ora (e particolarmente dopo l'inganno di Berlino e Parigi con Minsk-2), le azioni del Cancelliere tedesco come co-sponsor nei processi di regolamento pacifico sono quotate intorno allo zero.

 

Come miglior partner della Russia all’interno dell’UE, l’Italia in passato ha spesso ricoperto quel ruolo di mediatore che oggi stanno svolgendo Turchia e Ungheria. Come giudica oggi il livello delle relazioni tra Italia e Russia?

Le relazioni russo-italiane sono state di fatto congelate su iniziativa di Roma. Il lavoro su molti vettori di cooperazione è stato sospeso. Il governo italiano è costretto a seguire la scia della politica atlantista di contenimento della Russia. Tuttavia, l'Italia storicamente è stato uno dei principali partner del nostro Paese in Europa. Speriamo che le solide fondamenta della cooperazione bilaterale non possano essere distrutte dagli adepti dell'egemonia americana. Vediamo che l'Italia non sta alimentando la russofobia cavernicola e non c'è una sfrenata isteria antirussa come, ad esempio, nei Paesi baltici e in Polonia. E sono sicuro che prima o poi riusciremo a ripristinare le relazioni che sono sempre state basate sull'interesse reciproco e sulla simpatia reciproca dei nostri popoli.

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