Il caos vaccini è solo nell'Unione Europea per un motivo molto semplice

Il caos vaccini è solo nell'Unione Europea per un motivo molto semplice

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Mentre l’Unione Europea costringe i suoi paesi membri ad osservare inermi lo spettacolo pietoso dei contratti segreti mostrati (ma anneriti nelle parti importanti) con Big Pharma, nel resto del mondo si procede alla vaccinazione anti Covid attraverso accordi diretti tra Stati. Eh si perché era chiaro che tra un governo di un paese e un consiglio di amministrazione di multinazionali abituati a commettere frodi e spendere anche miliardi in compensanzione per coprire i loro crimini, non bisognava essere uno scienziato per capire chi preferire. 

Contratti diretti con stati come Russia e Cina che hanno sviluppato a livello governativo il vaccino oppure procedere alla nazionalizzazione dei brevetti come richiesto da decine di stati con una petizione all’Oms. Erano queste le due alternative da percorrere, ma purtroppo l'Unione Europea, che prende le decisioni per l'Italia, porta avanti gli interessi non degli stati membri ma di quelle corporazioni ormai in modo evidente. Da oggi veramente nessuno può più nutrire alcun dubbio in merito.

 

LEGGI: Caos vaccini nell'UE, Pablo Iglesias: "Non esiterei a nazionalizzare le case farmaceutiche"

 

Nel giorno in cui la rivista Lancet conferma l’efficacia del vaccino russo soprattutto per le fasce di popolazioni 60 e 87 anni – quelle più a rischio e quindi le prime che devono ricorrervi - nel resto del mondo non si deve assistere allo spettacolo tragicomico che si vive nell’Unione Europea. Niente inutili azioni legali minacciate, niente contratti mostrati anneriti nelle parti importanti e soprattutto la salute e il futuro dei cittadini che non deve passare per le multinazionali di Washington.

Prendiamo, in particolare, il caso dell’America Latina. Il presidente argentino Fernandez ha telefonato di persona oggi a Vladmir Putin per ringraziarlo delle dosi dello Sputnik V inviate al paese. Bolivia e Venezuela inizieranno una campagna di vaccinazione su larga scala da questa settimana. Lo ha annunciato il Fondo russo di Investimento con un comunicato congiunto con il Centro nazionale Gamelaya del ministero della salute russo, nel quale si evince che in totale saranno 12 paesi in tutto ad iniziare il programma di vaccinazione con lo Sputnik V questa settimana.

Ma non si tratta solo dei paesi che hanno scelto una via sovrana dai diktat degli Usa come gli ultimi citati. Veramente - ed è questo l'elemento che deve far riflettere anche i più ottusi tifosi di Bruxelles - riguarda il resto del mondo tranne i paesi intrappolati nell’Unione Europea. E' noto come nel Brasile del vassallo Bolsonaro, ad esempio, si proceda già alla vaccinazione di massa grazie alle forniture del Sinovec e anche in Cile, altro paese governato da un regime neo-liberista di estrema destra, è arrivato sempre oggi una seconda spedizione dello stesso vaccino cinese.

Quindi, in conclusione, il caos vaccini riguarda solo l'Unione Europea. E il motivo ve lo vogliono tenere nascosto su tutti i mezzi di informazione perché poi vi dovrebbero spiegare settimane di fake news sui vaccini russo, cinese e cubano; e di come abbiano tirato la volata alla gestione folle accentrata nelle mani della Commissione europea e dei suoi contratti per milioni di dosi anche con multinazionali che non produrranno mai un vaccino. E tutto questo nonostante anche nei paesi più proni ad eseguire i diktat degli Stati Uniti nel resto del mondo si sia preferito non ingrossare i profitti delle multinazionali Usa dinanzi la più grande crisi di sanità pubblica della storia recente. Anche in quei paesi si è deciso di procedere oculatamente con accordi tra Stati, con quei governi che hanno sviluppato e controllano un vaccino. E noi? Intrappolata nella rete dell’Unione Europea che a prezzi secretati si trova in balia delle mercanzie dei consigli di amministrazione di Big Pharma, l'Italia rimane ostaggio della sua assenza di sovranità e di una minima prospettiva di emancipazione nel prossimo futuro.

 

 

 

Aurelio Armellini

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Classe '49. Rivoluzionario per professione

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