Il Cinque stelle non muoia di PD

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Il Cinque stelle non muoia di PD

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di Fabrizio Verde e Agata Iacono

 

Hanno creato un certo sommovimento all’interno del Movimento 5 Stelle le sferzanti parole di Alessandro Di Battista pronunciate in un’intervista rilasciata al programma ‘Piazzapulita’ in onda su la7. 

 

Alcuni compagni di partito si sono risentiti perchè Di Battista senza mezzi termini ha definito l’alleanza col PD come “la morte nera” - chiaro riferimento all’arma micidiale presente nella saga Guerre Stellari - e paventato un concreto rischio per il Movimento 5 Stelle. Diventare una sorta di nuovo Udeur. Ossia un partito “buono forse più la gestione di poltrone”. 

 

Insomma, l’ex deputato pentastellato si è attirato i strali dei colleghi solo perché ha fotografato in maniera nitida l’attuale deriva presa dal Movimento fondato da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo. 

 

E’ pacifico infatti affermare che il Movimento non si è affacciato sulla scena politica per fare da stampella di governo al peggior partito italiano - il PD - la cui firma è impressa su tutte le peggiori politiche e riforme che hanno devastato l’Italia fino a portarla nella situazione attuale. 

 

Il Movimento, almeno alle sue origini, aveva intenzione di rivoltare come un calzino questo paese. Farla finita con le politiche di austerità neoliberista che hanno distrutto l’Italia. In politica estera voleva scommettere sul multilateralismo e farla finita con la subalternità ai guerrafondai della NATO.

 

Eppure qualcuno si è gettato lancia in resta contro Di Battista.

 

Addirittura l’ex ‘giornalista’ de Le Iene Dino Giarrusso, attualmente europarlamentare del Movimento 5 Stelle, su Facebook cerca di ribaltare l’accusa: “Peraltro era proprio in partiti come l'Udeur che qualcuno si svegliava una mattina e picconava il partito dall'interno pur di salirne al potere col proprio gruppetto. Chi è Udeur, dunque?”. 

 

All’interno del Movimento 5 Stelle sembra proprio che gli anni trascorsi al governo abbiano completamente cambiato la visione politica di molti esponenti. Dalla ‘rivoluzione’ alla difesa dello status quo insieme a quel partito che una volta veniva sprezzantemente - e giustamente - definito PDmenoL. 

 

Un esempio? Prendiamo il testo di presentazione di un’iniziativa organizzata dal Movimento 5 Stelle di Campobasso nell'ormai decisamente lontano 2013. Alla presenza tra l’altro di Di Battista e di altri esponenti di spicco del Movimento. Ecco come si invitava la cittadinanza a partecipare: 

 

“In quanto a informazione, cioè, siamo non troppo distanti da paesi in cui vigono dittature, con la differenza che in quei paesi i cittadini sanno di essere sotto una dittatura e sanno che, quindi, tutto ciò che i media di regime riportano va preso con le pinze. Qui no: chi guarda un TG è convinto di trovarsi in un paese democratico, con un’informazione corretta e obiettiva. Nulla di più falso, purtroppo: l’amara verità è che l’informazione in Italia è totalmente controllata dai partiti, in particolare da PDL e PdmenoL. Se così non fosse gli italiani sarebbero informati, ad esempio, sull’ultra-miliardario conflitto di interessi dell’attuale governo del Partito Unico, in cui sono intrecciate, ad esempio, le società concessionarie del gioco d’azzardo (cui lo Stato ha “abbonato” 98 miliardi di euro di tasse non pagate), le società (coop rosse e bianche) che lavorano alla TAV in Val di Susa o all’Expo2015 (per un costo di decine di miliardi di euro), e altre note società in capo energetico, ambientale, della difesa, dei trasporti e dei lavori pubblici: lobby economiche che a loro volta finanziano molto generosamente le fondazioni che sono dietro i partiti del Partito Unico. Insomma, nel caso qualcuno se lo stesse ancora chiedendo, il motivo per cui il centro sinistra non ha mai fatto una legge sul conflitto di interessi quando ne ha avuto l’opportunità è semplicissimo. In gioco ci sono una montagna di soldi. Lo stesso Partito Unico poi va in TV fingendo di litigare per i pochi spiccioli dell’IVA o dell’IMU: aprite gli occhi (e spegnete le TV!!!) vi stanno prendendo allegramente per i fondelli, mentre il paese va in rovina, e, ovviamente, senza minimamente informarvi al riguardo”.


Quello che ha fatto notare Di Battista, l'allarme che ha lanciato, non è affatto difforme da quello che affermano con sempre più intensità attivisti e portavoce a vari livelli istituzionali da mesi.


E da quello che si legge sui canali social ogni giorno. Quindi, Di Battista non ha detto nulla di nuovo o scandaloso. Se colui che ha notevolmente contribuito a portare il Movimento 5 Stelle ad essere il primo partito d'Italia lancia un allarme, forse sarebbe il caso di accogliere l'allarme con umilità e cercare soluzioni, invece di crocifiggere chi vede il re nudo. Che si sia creato un gap sempre più ampio tra attivisti volontari sui territori e eletti a vari livelli istituzionali è un fatto, di cui dovrebbero occuparsi gli Stati Generali, se si vorrà recuperare o costruire il radicamento territoriale.

Il Movimento Cinque Stelle ha rappresentato una reale e concreta proposta di cambiamento capace di scuotere il popolo italiano come non capitava da anni.  La sua normalizzazione è la più grande sconfitta per tutti coloro che sognano un paese sovrano, indipendente e che non si pieghi ad esser colonia inerme di Usa (Nato) e Germania (euro). Il Movimento Cinque Stelle non muoia di PD (e di Fatto Quotidiano): sarebbe il regalo più grande per chi ha distrutto l'Italia.

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