Il confronto tra Hezbollah e Israele in Siria
L'obiettivo è impedire che Hezbollah si doti di armi sofisticate
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Due raid, attibuiti a Israele, avrebbero preso di mira carichi di armi destinate a Hezbollah. Il primo raid, condotto tra giovedì 2 e venerdì 3 maggio vicino all'aeroporto di Damasco, ha preso di mira un convoglio che traportava armi di presunta provenienza iraniana - missili iraniani Fateh 110 da 300 km di gittata - e dirette ad Hezbollah, tramite la Siria. Il secondo, avvenuto all'alba di domenica 5 maggio, aveva come obiettivo il centro di ricerche militari di Jamraya, alle porte di Damasco, già teatro di un'incursione lo scorso gennaio. Al momento, nessuna conferma da parte di Israele mentre Iran, Egitto e Lega Araba hanno prontamente condannato "l'aggressione israeliana". Condanna che fa da contraltare alla dichiarazione del presidente americano Obama che dal Costa Rica, alla notizia del primo raid, ha riconosciuto il diritto di Israele di difendersi dal trasferimento a Hezbollah di armi sofisticate.
Il ministro della Difesa israeliano ha chiarito che Israele non sta intervenendo nella guerra civile siriana ma che comunque non avrebbe permesso i trasferimenti di armi a organizzazioni terroristiche o le violazioni della sua sovranità. Dura la reazione di Damasco che ha annunciato che le Alture del Golan si sarebbero trasformate presto in un fronte per resistere all'aggressione israeliana. Il governo siriano avrebbe intenzione di permettere a fazioni palestinesi di operare attraverso il confine del Golan per compiere attentati contro Israele.