Il consigliere Santiago Caputo e la 'casta' a sostegno di Javier Milei

Il consigliere Santiago Caputo e la 'casta' a sostegno di Javier Milei

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Javier Milei è un personaggio che ama rappresentarsi come una novità, come il nuovo che avanza. In realtà è solo un fanatico neoliberista che vuole portare questa ottusa ideologia alle estreme conseguenze. A confermare che ben poco ci sia di nuovo con Milei sono gli uomini che lo affiancano.

Il presidente eletto nel suo discorso dopo il trionfo elettorale ha sorpreso i propri sostenitori quando ha ringraziato Santiago Caputo, un consulente politico poco esposto al pubblico, a cui ha attribuito il successo della sua candidatura.

"Voglio anche ringraziare quel gigante che mi ha accompagnato durante tutto questo processo. Questo gigante, che di solito si mantiene in disparte, si chiama Santiago Caputo, ed è l'architetto di tutto questo", ha affermato Milei nel suo discorso, subito dopo aver riconosciuto l'impegno della sorella Karina nella campagna.

Il quotidiano Página|12 riporta che Caputo, 38 anni, si è unito al progetto politico ultra-liberista La Libertad Avanza (LLA) nel 2021 con Ramiro Marra, ex candidato al governo della città di Buenos Aires, accusato in tribunale, insieme a Milei, di aver promosso una cosiddetta ‘corrida cambiaria’, ossia una corsa del tasso di cambio e la svalutazione del peso lo scorso ottobre.

Marra e Caputo hanno mantenuto stretti legami fin dai tempi in cui erano studenti liceali alla Scuola Belgrano di Buenos Aires, un'istituzione privata cattolica d'élite.

"Caputo ha avuto il vantaggio che quando è arrivato nella squadra della campagna di Milei, c'era già Mario Russo, che ha lavorato sul concetto di confronto con "la casta", un marchio di fabbrica nei discorsi di Milei, creato da Ramiro Marra", secondo quanto affermato in un articolo di agosto del 2023 pubblicato da Perfil.

È stato riferito che dopo aver terminato la scuola superiore, il consulente ha studiato tre anni di ingegneria informatica presso l'Università della Difesa Nazionale, carriera che ha abbandonato per studiare una laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Buenos Aires, che non ha portato a termine.

Nonostante la sua mancanza di titoli, appena entrato in LLA, Caputo aveva una vasta esperienza certificata come consulente politico di alto livello, avendo fatto parte della squadra dell'ecuadoriano Jaime Durán Barba, artefice delle campagne che portarono Mauricio Macri alla Casa Rosada nel 2015 e, prima ancora, a capo del Governo della capitale argentina Buenos Aires, incarico che ha ricoperto tra il 2007 e il 2015.

Nel suo nativo Ecuador, Durán Barba ha condotto una campagna fallita per l’imprenditore di banane Álvaro Noboa – padre dell’attuale presidente, Daniel Noboa – e anche quella che ha garantito la vittoria del banchiere Guillermo Lasso nel 2021.

Il "guru" ecuadoriano delle consulenze politiche ha lasciato l'Argentina nel 2019, poco dopo la sconfitta di Macri nel suo tentativo di rielezione e dopo quasi un decennio di continue denunce da parte del peronismo e delle organizzazioni di sinistra, legate all'utilizzo di fondi pubblici per finanziare l’acquisto di "bot" ' e fare una campagna sporca contro i loro candidati.

Dopo l'uscita di Macri dalla prima magistratura, Santiago Caputo si è fatto strada nelle arene internazionali della consulenza e ha continuato a servire come consigliere degli oppositori di Nayib Bukele in El Salvador. È documentato anche il suo lavoro in Paraguay, dove ha preso parte alla campagna della coppia presidenziale Efraín Alegre-Soledad Núñez.

Oltre alla collaborazione con il consulente politico di alto livello Jaime Durán Barba, la posizione di Santiago Caputo nei circoli più alti della politica argentina si spiega anche con la sua appartenenza al potente clan politico-imprenditoriale dei Caputo.

Santiago è figlio dell'ex presidente dell'Associazione dei notai della città di Buenos Aires, Claudio Caputo, ed è imparentato con Nicolás Caputo, socio d'affari e amico intimo dell'ex presidente Macri, nonché con l'ex ministro delle Finanze di Macri Luis "Toto" Caputo.

Mentre Macri era a capo del governo della Città di Buenos Aires, Nicolás Caputo ha ricevuto numerosi contratti per opere pubbliche, alcuni dei quali con la modalità di "contratti di emergenza", che sono stati apparentemente eseguiti attraverso una società estranea all'edilizia, riporta un articolo di Télam del 2015.

Allo stesso modo, l'indagine sull'attentato contro la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner ha rivelato che Caputo Hermanos, l'azienda del clan, ha effettuato pagamenti milionari a Jonathan Morel, uno dei capi dell'organizzazione estremista Revolución Federal, che è stato visto in compagnia di Brenda Uliarte - detenuta per il caso -, incoraggiando l'omicidio della leader peronista nel contesto della manifestazione in cui è avvenuto l'assalto.

Da parte sua, Luis Caputo, attivista di lunga data del partito Proposta Repubblicana (PRO), è stato accusato di aver pagato commissioni per l'acquisizione di strumenti finanziari della Previdenza Sociale in condizioni dannose per lo Stato argentino, in transazioni effettuate poco prima di entrare nel gabinetto di Macri e di far salire il debito del Paese a livelli estremi.

L'ex ministro è stato anche accusato, insieme a Macri e ai funzionari Nicolás Dujovne, Federico Sturzenegger e Guido Sandleris, di aver contratto irregolarmente un prestito di 57 miliardi di dollari con il Fondo Monetario Internazionale e di aver utilizzato tali risorse al di fuori delle disposizioni dello statuto di tale organismo.

Allo stesso modo, la Procura svizzera sta indagando su di lui e su altri parenti per un presunto arricchimento illecito derivante da fondi ottenuti attraverso contratti con il governo della Città di Buenos Aires. Il suo nome è inoltre apparso nei "Pandora Papers" come legato a operazioni opache nelle Isole Cayman.

Tuttavia, persone vicine a Santiago Caputo insistono sul fatto che non abbia alcun rapporto con queste persone e che appartengono a rami diversi della famiglia. "È un karma per lui essere Caputo. Il fatto che sia anche in politica è una coincidenza", ha dichiarato un conoscente alla stampa locale.

Nel frattempo, Milei ha assicurato che sia Caputo che sua sorella Karina lo "accompagneranno", anche se non ricopriranno alcuna posizione nella sua amministrazione.

Insomma, dopo i dubbi sulla volontà affermata da Milei di procedere a un disaccoppiamento completo dalla Cina, anche per quanto riguarda la lotta alla casta la realtà dei fatti si scontra con la violenta ma vuota retorica di Javier Milei.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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