Il COVID di Biden: la partita è esistenziale
PICCOLE NOTE
Due giorni fa Biden aveva detto che avrebbe rinunciato a candidarsi solo se i suoi dottori gli avessero riscontrato un serio problema di salute. E, puntuale, il giorno dopo si è preso il Covid. Non sembra che sia grave, ma ha annullato tutti gli appuntamenti. A questo punto la sua candidatura alle presidenziali potrebbe essere caduta.
Il pressing su Biden
Il precipitare degli eventi arriva dopo il drammatico pressing dei più autorevoli esponenti del partito democratico perché si facesse da parte, in particolare il capogruppo del Senato Chuck Schumer e quello della Camera Hakeem Jeffries, oltre all’ex Nancy Pelosi e al bellicoso Adam Schiff, un’accolita di falchi ai quali il senescente presidente non sembra poter resistere.
Così il Covid ha assunto un significato più che simbolico, come denota il commento di Van Jones, autorevole volto della CNN: “Un proiettile non ha fermato Trump, un virus ha fermato Biden”.
Il “miracolo” Trump e il terrore neocon
Sull’altra sponda, l’attenzione, più che su Trump, è ora focalizzata su J. D. Vance, il vice scelto dal Tycoon. Di interesse un titolo di Politico: “‘Spaventati a morte’: i falchi della Sicurezza del GOP [Grand Old Party ndr] criticano la scelta di Vance”.
Il Trump miracolato ha riunito a sé tutte le anime del partito. Anche i falchi che vi si annidano non hanno osato muovere critiche pubbliche, anzi hanno plaudito sia lui che la sua scelta.
Ma in privato, come riporta Politico, i repubblicani di rito neocon sono terrorizzati dall’idea che con Trump possa essere messo in crisi il dogma che vede l’imperialismo americano – che non verrebbe meno nel caso di una vittoria del tycoon – sopravvivere solo grazie alle bombe.
Lo annota anche Responsible Statecraft, in un articolo dal titolo: “I neoconservatori stanno collassando a causa di JD Vance”. Questo il sottotitolo: “Parte del militarismo reazionario dell’era Bush-Cheney sta svanendo e alcuni repubblicani stanno avendo difficoltà ad accettarlo”.
Tanto che, come riferisce RS, diversi leader che hanno guidato il partito a trazione neocon negli ultimi due decenni non sono intervenuti alla Convention repubblicana. “E sono arrabbiati”.
Probabile che tale sacro furore abbia rafforzato la spinta a scavare il terreno sotto i piedi di Biden da parte dei democratici, che potrebbe preludere a uno scavo ben diverso nel caso di ulteriore resistenza.
D’altronde, ai neocon repubblicani, in questi anni di bombe, hanno fatto pendant i liberal interventisti del partito democratico, non meno ferventi nell’osservanza del dogma delle guerre infinite. Il dogma deve essere preservato a tutti i costi. Tanti, troppi gli interessi in gioco. La partita è esistenziale.