Il dato certo delle elezioni turche: perdono i neocon

4272
Il dato certo delle elezioni turche: perdono i neocon

Un Erdogan ringalluzzito ha festeggiato la rielezione davanti a una folla oceanica. L’Occidente aveva scommesso contro di lui e “ha perso“, come ha detto nel suo primo discorso. E, in effetti, gli ambiti iper-atlantisti avevano fatto di tutto per sostenere il suo avversario Kemal Kilicdaroglu, che aveva promesso di riportare la Turchia a obbedir tacendo ai dettami Nato e a ingaggiare Ankara nell’agone anti-russo (Responsible Statecraft).

Anche se i propositi di Kilicdaroglu erano un po’ velleitari, dal momento che non tutte le forze che l’appoggiavano avevano un analogo afflato atlantista, di certo avrebbe indebolito l’attuale asse con la Russia.

Non è andata così e ora Erdogan, che per vincere si è allontanato ancora di più dall’Occidente, si sentirà ancora più saldo nel perseverare sulla linea seguita finora, che gli ha attirato i consensi del suo Paese.

Una linea che non rinnega i rapporti instaurati da Kemal Ataturk con l’Occidente, ma che, allo stesso tempo, non si sente vincolata da questi, portando il suo Paese a riallacciare rapporti con l’Oriente, rescissi in nome dei diktat atlantisti.

Di interesse notare che la vittoria elettorale non ha suscitato proteste, nonostante alcuni media avessero riferito di asseriti brogli elettorali da parte dell’autorità centrale.

Altre volte (in Ucraina- 2014 – o nel Venezuela -2019 – per citare solo due casi eclatanti) tali accuse erano servite da base per avviare proteste di piazza contro la vittoria rubata, proteste che l’Occidente aveva usato come leva per tentare di rovesciare il governo eletto.

Il fatto che Erdogan sia riuscito a gestire anche il post elezioni è un altro indice della forza del sultano.

Restano i tanti problemi della Turchia, ai quali Erdogan è chiamato a far fronte, non ultimo quello della ricostruzione delle aree colpite dal recente sisma. E la natura autoritaria del suo governo, denunciata un po’ da tutti i media d’Occidente. Una propensione che però non è un marchio di fabbrica del sultano, avendo la Turchia conosciuto poteri forti fin dai tempi di Ataturk.

Un’ultima annotazione riguarda la guerra ucraina, riguardo la quale Erdogan si è posto come mediatore, essendo riuscito anche ad ospitare diversi incontri tra le parti in conflitto e a favorire l’unico accordo stipulato tra le stesse, quello relativo al transito del grano ucraino.

Un lavorio che ha dovuto dismettere negli ultimi mesi a causa dell’impegno elettorale che l’ha assorbito totalmente. Ora che è più forte può tornare a interpretare quel ruolo, aumentando le possibilità di quanti stanno cercando di riportare la pace nel martoriato Paese europeo.

 Piccole Note

Piccole Note

 

Piccole Note è un blog a cura di Davide Malacaria. Questo il suo canale Telegram per tutti gli aggiornamenti: https://t.me/PiccoleNoteTelegram

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Trump-Zelensky, leggere la realtà di Marco Bonsanto Trump-Zelensky, leggere la realtà

Trump-Zelensky, leggere la realtà

Europa (e NATO) all'anno zero di Giuseppe Masala Europa (e NATO) all'anno zero

Europa (e NATO) all'anno zero

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia? di Paolo Desogus Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti di Geraldina Colotti Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Trump e i Nativi Americani di Raffaella Milandri Trump e i Nativi Americani

Trump e i Nativi Americani

La deriva di un continente in guerra di Giuseppe Giannini La deriva di un continente in guerra

La deriva di un continente in guerra

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania di Antonio Di Siena Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi di Michelangelo Severgnini Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX" di Giorgio Cremaschi Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti