Il generale ucraino che non esclude il conflitto nucleare "limitato" tra potenze

Il generale ucraino che non esclude il conflitto nucleare "limitato" tra potenze

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

“Non si può escludere del tutto la possibilità di un coinvolgimento diretto delle maggiori potenze mondiali in un conflitto nucleare ‘limitato’, avvicinando la prospettiva della terza guerra mondiale”. Così il generale Valeriy Zaluzhnyi, comandante in capo delle forze armate dell’Ucraina in un articolo pubblicato su Ukrinform.

Rifornimenti  fino alla vittoria (dell’Ucraina)

Un articolo che va letto tutto per capire quel che pensano gli iper-atlantisti, dal momento che ovviamente l’ha scritto con la supervisione dei press agent Nato. In sostanza, la nota descrive una situazione militare drammatica per l’Ucraina, dal momento che non c’è modo di confrontarsi con lo strapotere dell’esercito russo.

E ciò mentre si stanno snodando due controffensive ucraine, che quindi, è il sottinteso, sono votate alla sconfitta nonostante possibili guadagni territoriali non importanti ai fini del conflitto.

Tale situazione, vi si legge, durerà tempo, non c’è modo di ribaltare la situazione. L’unico modo, scrive il generale, è quello di dotare l’Ucraina di armi più sofisticate e potenti e che, soprattutto, siano in grado di colpire in profondità al modo delle armi russe.

Ciò perché occorre colpire la Crimea al fine di riconquistarla, dal momento che è solo prendendo la penisola che si potrà impedire all’esercito russo di conseguire la vittoria, giacché essa è l’hub nevralgico della macchina bellica russa.

La guerra, aggiunge, continuerà per tutto l’anno prossimo, nessuno si faccia illusioni in proposito, e sarà vinta dall’Ucraina solo se arriveranno tali armi e l’esercito ucraino sarà in grado di rafforzare le sue fila così da poter lanciare “diversi contrattacchi consecutivi e idealmente simultanei per tutto il 2023”.

In sostanza, il generale chiede ai partner, come li definisce, di continuare a far arrivare a Kiev armi sempre più potenti, nonostante i costi che graveranno sulle economie occidentali, già progressivamente impoverite dalle sanzioni anti-russe.

Fantaccini ucraini sacrificati per procura

Ma, nonostante questo, sarà anche necessario mandare l’esercito ucraino a un assalto continuo, senza soluzioni di continuità. Nessuna dottrina militare ha mai proposto una tattica così votata alla macelleria, dal momento che tali attacchi reiterati  vedranno i militari ucraini cadere come mosche, come si intuisce da quelli attuali, che, come ha documentato il Washington Post di ieri, stanno costando “enormi perdite” agli ucraini.

Così riportiamo quanto ha scritto a maggio Hal Brands dell’American Enterprise Institute: “Le guerre per procura sono strumenti usati da tempo nell’ambito dei contrasti tra grandi potenze, perché consentono a una parte di far sanguinare l’altra senza uno scontro diretto. La chiave della strategia è trovare un partner locale impegnato – un procuratore disposto a uccidere e morire – e poi caricarlo di armi, denaro e intelligence necessari per infliggere colpi devastanti a un rivale vulnerabile”.

L’osservazione delirante di Brands è riportata in una nota di Connor Echols su Responsible Statecraft che spiega quanto e come gli Stati Uniti siano impegnati in questa guerra per procura, evitando solo di dispiegare soldati e di far sventolare la bandiera americana per evitare l’ingaggio diretto con Mosca (che, però, prima o poi, potrebbe reagire, aggiunte Brands, dato il livello di impegno Usa).

Trovato il Paese da usare in questa guerra per procura, e l’Ucraina, confinando con la Russia, è il Paese ideale, lo si sta usando allo scopo, mandando al macello il suo popolo.

Nessuno si perita di chiedere agli ucraini se siano d’accordo con tale prospettiva (a parte qualche sondaggio di parte) che li vede condannati alla decimazione, com’è accaduto in tante guerre per procura americane.

Dalle guerre parallele all’opzione atomica

Come ad esempio quella segreta che si svolse in Laos, in parallelo a quella del Vietnam, dal 1964 al 1973. Guerra non dichiarata che però vide gli Stati Uniti sganciare sul Paese più di 2 milioni di tonnellate di bombe, “più di tutte le bombe sganciate durante la seconda guerra mondiale messe insieme”.

“Nel 1975, un decimo della popolazione del Laos, ovvero 200.000 tra civili e militari, era morto” mentre i feriti erano settecentocinquantamila (History.com). Se ricordiamo questa ormai vecchia, quanto oscura, guerra americana è solo per far intravedere il destino che incombe sull’Ucraina, destino non messo a tema dalla Politica e dai media che contano.

Per quanto riguarda poi la possibilità di una guerra nucleare, che il generale, bontà sua, non esclude, non sarà certo innescata dall’uso di bombe siffatte da parte dei russi, come spiega, perché certo eviteranno di sganciarle su se stessi (l’Ucraina è a ridosso della Russia…). Ma il particolare sembra insignificante al generale e ai suoi sponsor.

Serve, però, brandire la possibilità di una guerra atomica (come ha fatto per esempio la nuova premier britannica) ancorché “limitata”; un sogno, quest’ultimo, coltivato da tempo dai neocon, che potrebbero così esultare per aver conservato il loro potere sul mondo avendo incenerito i loro antagonisti e rimanendo al sicuro nella fortezza atlantica.

Il loro sogno delirante, però, non è destinato a realizzarsi, dal momento che più volte Putin ha fatto notare che, nel caso, di limitato ci sarà ben poco, tentando di far capire ai moderni Stranamore che un’eventuale guerra nucleare non potrà che essere globale.

A giocare col fuoco ci si brucia. Il problema è che questi incendiari rischiano di bruciare il mondo intero.

 Piccole Note

Piccole Note

 

Piccole Note è un blog a cura di Davide Malacaria. Questo il suo canale Telegram per tutti gli aggiornamenti: https://t.me/PiccoleNoteTelegram

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La fine dell'impunità di Israele di Clara Statello La fine dell'impunità di Israele

La fine dell'impunità di Israele

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare di Michelangelo Severgnini Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti