Il golpismo di Confindustria, una minaccia ben più grave di CasaPound e Pappalardo

Il golpismo di Confindustria, una minaccia ben più grave di CasaPound e Pappalardo

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


di Giorgio Cremaschi

Il neo presidente di Confindustria Bonomi, dalle pagine de La Repubblica della famiglia Agnelli, lancia un proclama al paese: tutto il potere ai padroni. 

Questa è la sintesi di una lunga intervista nella quale il finanziere milanese, reduce dai disastri della Lombardia di cui la sua organizzazione condivide la responsabilità con la classe politica,  chiede che tutte le risorse pubbliche e private vadano alle imprese ed ai loro profitti. Bonomi minaccia un milione di licenziamenti se non si farà come dice lui. Cioè basta coi contratti nazionali, coi diritti, coi salari, con il reddito di cittadinanza.

Anche a CgilCislUil e a Landini, che in questi anni con gli industriali hanno concordato tutto, Il presidente di Confindustria dice basta. Sono 25 anni che in Italia cala la produttività, afferma Bonomi, e state certi che non pensa al fallimento della sia classe imprenditoriale, ma agli operai sfaticati. Basta guardare il lavoro dallo specchietto retrovisore, sintetizza il leader dei padroni e noi sappiamo da decenni questa modernità cosa vuol dire: più lavoro con meno salario. 

Bonomi i soldi non li vuole solo dai lavoratori, ma anche dallo stato, che deve finanziare le imprese senza mettere becco sui loro affari, anzi favorendo proprio quelle più grandi, perché quelle piccole vanno aiutate solo a crescere.

E questo spiega perché il giornale di John Elkann, in attesa degli aiuti pubblici, dia tanta enfasi a queste parole. Che sono rivolte con insolita durezza contro il governo e tutta la classe politica, accusati di pensare solo a dare soldi ai poveri e non alle imprese.

Il ministro Gualtieri ha risposto promettendo l’aiuto alla FCA, il mantenimento di autostrade a Benetton e lamentando la “ingenerosità “ del capo degli industriali. La sua è stata la risposta piagnona di un servo che non capisce perché il padrone non gli sia riconoscente. Il povero ministro non ha capito che con la crisi che avanza i padroni non si accontentano più dei tanti regali già ricevuti, ma vogliono proprio tutto. 

Bonomi vuole i soldi europei, quelli dello stato, quelli dei lavoratori, quelli dei poveri e per questo non può accontentarsi. E vuole un governo che risponda imnediatamente ai bisogni di classe dei padroni. 
Così la Confindustria si candida a guidare quello che è stato definito il partito del PIL, a fare con esso un governo che attui  quelle “riforme” liberiste che ancora chiedono i vertici UE in cambio degli aiuti. Come se quelle riforme, ultime la  legge Fornero e il Jobsact, non fossero ancora  state fatte, come se non fossero già state  massacrate la sanità e il sistema pubblico, proprio per dare soldi ai padroni come Bonomi. 

Quando- dopo trent’anni di politiche liberiste e privatizzazioni, dopo una pandemia che ne ha nostrato tutti gli effetti criminali - si parla come se l’Italia fosse un paese con troppo  socialismo, allora si vuole un saccheggio capitalista del paese che è incompatibile con la Costituzione e la democrazia. 

Il generale Pappalardo e Casapound hanno portato in piazza terrapiattisti fascisti contro tutta la classe politica, ma queste ridicole manifestazioni non minacciano la democrazia quanto il golpismo economico della Confindustria. Quando un padrone chiede di togliere il reddito di poche centinaia di euro ai poveri perché quei soldi servono ai suoi investimenti e questo non suscita indignazione adeguata; quando uno che parla come Bonomi non viene considerato e trattato come Bolsonaro, che ha lo stesso programma, allora la democrazia è sotto una minaccia mortale, anzi padronale.
 

Il neoliberismo e l'idea di giustizia di Francesco Erspamer  Il neoliberismo e l'idea di giustizia

Il neoliberismo e l'idea di giustizia

La mediazione cinese, l'arroganza occidentale di Paolo Desogus La mediazione cinese, l'arroganza occidentale

La mediazione cinese, l'arroganza occidentale

Sa(n)remo arruolati in guerra di Giorgio Cremaschi Sa(n)remo arruolati in guerra

Sa(n)remo arruolati in guerra

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?   di Bruno Guigue Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Il nonno di Elly Schlein e il nazionalismo ucraino di Alberto Fazolo Il nonno di Elly Schlein e il nazionalismo ucraino

Il nonno di Elly Schlein e il nazionalismo ucraino

La giunta PD di Bologna mette al bando la parola "patriota" di Antonio Di Siena La giunta PD di Bologna mette al bando la parola "patriota"

La giunta PD di Bologna mette al bando la parola "patriota"

La Costituzione è morta. Viva la Costituzione! di Gilberto Trombetta La Costituzione è morta. Viva la Costituzione!

La Costituzione è morta. Viva la Costituzione!

"Htilal". Ong, crimine iracheno e film censurati di Michelangelo Severgnini "Htilal". Ong, crimine iracheno e film censurati

"Htilal". Ong, crimine iracheno e film censurati

La "guerra al salario" e l'ammissione della BCE di Pasquale Cicalese La "guerra al salario" e l'ammissione della BCE

La "guerra al salario" e l'ammissione della BCE

Giacarta può essere sconfitta? di Federico Greco Giacarta può essere sconfitta?

Giacarta può essere sconfitta?

Gorbachev: ritorno alla terra di Daniele Lanza Gorbachev: ritorno alla terra

Gorbachev: ritorno alla terra

Scuola: 3 giorni di sciopero... ma in California! di  Leo Essen Scuola: 3 giorni di sciopero... ma in California!

Scuola: 3 giorni di sciopero... ma in California!

La Cgil dal consociativismo al governismo di Paolo Pioppi La Cgil dal consociativismo al governismo

La Cgil dal consociativismo al governismo

Nicolai Lilin: Putin e il grande conflitto in Ucraina di Damiano Mazzotti Nicolai Lilin: Putin e il grande conflitto in Ucraina

Nicolai Lilin: Putin e il grande conflitto in Ucraina