Il governo Maduro riconosciuto come unico rappresentante del Venezuela presso l'ONU
L’Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha accettato le credenziali del governo bolivariano come unico rappresentante del Venezuela davanti all'organizzazione multilaterale più rappresentativa del mondo, composta da 193 paesi, nonostante i continui attacchi degli Stati Uniti e dei suoi alleati per delegittimare il governo costituzionale del presidente Nicolás Maduro.
"Le credenziali del Venezuela accettate oggi sono una garanzia di pace, perché il governo fantoccio creato dagli Stati Uniti non ha le credenziali necessarie per invocare l'uso della forza contro la nostra nazione", ha affermato l'ambasciatore e unico rappresentante della Repubblica Bolivariana del Venezuela alle Nazioni Unite, Samuel Moncada, durante l'esame del "Rapporto del Comitato di verifica delle credenziali dell'Assemblea generale".
1/2 El reconocimiento del gobierno bolivariano por parte del más importante organismo internacional del mundo, la ONU, revela el patético papel que juega la OEA al servicio de los EEUU. Solo en la OEA se puede violar el derecho de los estados sin consecuencias.
— Samuel Moncada (@SMoncada_VEN) December 18, 2019
2/2 La OEA es el instrumento de EEUU para ejecutar golpes de estado en Latinoamérica. Solo la OEA cree que un grupo de asalariados coloniales representa la voluntad del pueblo venezolano. Ninguna otra organización ha caído tan bajo.
— Samuel Moncada (@SMoncada_VEN) December 18, 2019
3/3 Al reconocer al l Gobierno Bolivariano como único representante en la ONU queda claro que Venezuela no es parte del TIAR y éste no puede ser usado en su contra alegando un falso consentimiento del Estado venezolano.
— Samuel Moncada (@SMoncada_VEN) December 18, 2019
¡La propaganda colonial de EEUU en la ONU fracasó!
Il diplomatico venezuelano ha sottolineato che ancora una volta il progetto criminale sostenuto da potenze straniere viene sconfitto al fine di dominare la popolazione attraverso la fame e le malattie per saccheggiare le risorse naturali.
Fallisce la propaganda coloniale degli Stati Uniti alle Nazioni Unite
L'ambasciatore Samuel Moncada ha affermato che l'intenzione degli Stati Uniti di trasformare il Venezuela in un protettorato coloniale come Puerto Rico, è stata respinta dalle Nazioni Unite perché contraria al diritto internazionale. Ha anche affermato che il trattato interamericano di assistenza reciproca (TIAR), essendo subordinato all'ONU, deve rispettare la decisione della comunità internazionale e non rivendicare un falso consenso dello Stato venezuelano per invadere il Venezuela.
“I membri del TIAR devono rispettare ciò che l'ONU determina. Il Venezuela non appartiene al TIAR e gli Stati Uniti non possono inventare un governo fantoccio per fingere che il Venezuela stia invocando un'invasione sostenuta dal TIAR”.
Il riconoscimento del governo bolivariano è un trionfo per la pace e il diritto internazionale, nonché un precedente per altri Stati per far valere la loro sovranità e indipendenza dalle azioni straniere che riconoscono le minoranze politiche come governi fantoccio per ignorare la volontà dei loro popoli.
La realtà smentisce le fake news
Ancora una volta la realtà provvede a smentire la martellante propaganda del circuito mediatico mainstream che voleva accreditare la narrazione mendace di un governo parallelo, quello dell’autoproclamato Guaidò, pronto per traghettare il Venezuela verso la democrazia.
Le misure che avrebbero posto in essere i golpisti venezuelani se fossero giunti al potere le vediamo sotto i nostri occhi in Bolivia. Dove si avviano a privatizzare le risorse naturali, guastare un’economia in grande salute grazie alle politiche implementare da Evo Morales - la Bolivia era il paese con il maggior tasso di crescita della regione - a far rientrare gli strozzini del Fondo Monetario Internazionale, e riportare il paese in una stato di vassallaggio nei confronti di Washington. Il tutto mentre viene realizzata una feroce repressione nei confronti del MAS, il partito del presidente deposto Evo Morales.