Il Jihad dell’IS-K e il mondo distratto dall’agitazione geopolitica globale

Il Jihad dell’IS-K e il mondo distratto dall’agitazione geopolitica globale

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di Maria Morigi

 

E’ confermato che la strage di Mosca è opera dell’IS-Khorasan. Corto circuito generale. Chi, temendo la guerra mondiale a pezzi, guardava solo l’orizzonte dell’Ucraina e di Gaza -con tutte le implicazioni di Houthi, Hezbollah, Iran ecc.- riscopre il nuovo e vecchio nemico, il terrorismo del Jihad (maschile), quello vero. Quindi, anche senza sapere un grammo dell’Islam, si può ripartire con l’islamofobia, anzi allargarne il campo. Si può ripartire in accelerazione con i due pesi e le due misure, a seconda che il terrorismo venga combattuto dalla Cina (Xinjiang), dalla Russia (ex Repubbliche sovietiche dell’Asia centrale), dai Talebani in Afghanistan, dall’India in Kashmir e da Iran + Pakistan in Balochistan… oppure venga combattuto sul fronte dell’Impero del bene dagli Stati occidentali.

Eppure noi Occidente conoscevamo la virulenza dello Stato islamico, i cui “servizi”, siamo onesti, ci hanno anche fatto comodo per “azzoppare” nemici e concorrenti in vari scenari di guerra ibrida, ad esempio Siria ed Afghanistan; un po’ meno bene sappiamo dei terrorismi che fioriscono all’ombra delle mafie e grazie ai Network, perché questa è storia che non ci raccontano, visto che ci sono dentro quasi tutti i servizi segreti del mondo evoluto. Comunque, tanto per chiarire, nessun gruppo terrorista può esistere se non è ben finanziato. Con i soldi si costruisce oggi qualsiasi Jih?d, anche se nel Corano compare solo 4 volte.

La regione della Corasmia (o “Grande Khorasan” che in persiano significa “dove origina il sole”), provincia orientale più estesa dell’Impero persiano, includeva aree che oggi fanno parte dell’Iran (Mashad e Nishapur), dell’Afghanistan, del Tagikistan, del Turkmenistan e dell’Uzbekistan. Alla fine del 18°secolo, caduta la dinastia dei Safavidi, le regioni orientali del Khorasan furono annesse dall’Afghanistan mentre, nel 19°secolo, la Russia zarista ne conquistava le regioni settentrionali che poi passarono ai Sovietici.

IS-Khorasan , gruppo jihadista sunnita e branca locale dello Stato Islamico, fece la sua comparsa nel 2014-2015, quando lo Stato Islamico si affermava in Siria e Iraq. Nel gennaio 2015 era annunciata ufficialmente la nascita della fazione locale “Provincia Khorasan”, competente per i territori di Afghanistan, Pakistan, Kashmir e limitrofi. Il pakistano Hafiz Saeed Khan, comandante veterano del TTP , venne scelto per guidare questo ramo come “Spada del Califfato nella regione Khorasan” . Quando IS-K cominciò ad operare in Afghanistan, dal 2015, i Talebani sottovalutarono la minaccia e lasciarono ampi margini di manovra ai militanti del Khorasan che puntavano al controllo delle aree rurali e a radicarsi nelle province al confine con il Pakistan. I Talebani afghani hanno deciso di combattere – dovunque e con ogni mezzo – gli affiliati IS-K che predicavano un Islam rigidamente wahhabita (alieno ai Talebani afghani di scuola Deobandi) e, grazie ad ampie disponibilità finanziarie e all’aiuto saudita, avevano ormai reclutato molti ex comandanti Talebani delusi dal movimento originario. Tra 2015-2016 il gruppo IS-K ha compiuto attacchi terroristici contro le forze armate afghane e istituzioni governative. A luglio 2016 Hafiz Saeed Khan venne ucciso in un attacco aereo. Un anno dopo cominciarono gli scontri tra Talebani afghani e Talebani pakistani passati all’IS-K, col risultato che l’IS-K riuscì a controllare tutta la zona di confine. Villaggio per villaggio, i gruppi IS-K sottraevano mezzi di sostentamento ai residenti, distruggevano scuole e madrase, bruciavano case, razziavano il bestiame, rapivano e seviziavano gli alleati dei Talebani afghani.

Nel 2018, l’ISIS-K è stata classificata dal Global Terrorism Index (Institute for Economics and Peace) come una delle organizzazioni terroristiche più letali al mondo con le prove che il gruppo avrebbe ricevuto denaro, consulenza e formazione dallo Stato Islamico in Iraq e Siria (ISIS), per una cifra totale superiore ai 100 milioni di dollari. La nomina di Shahab al Muhajir come Emiro dell’IS-Khorasan, nella primavera del 2021, ha coinciso con un inasprimento delle attività terroristiche contro i Talebani afghani. L’attacco all’aeroporto di Kabul dell’agosto 2021 (morti 175 civili e 13 militari Usa), sferrato durante l’evacuazione dei civili, ha avuto un alto significato simbolico perché venivano colpiti in contemporanea i due nemici dell’IS-K: Talebani e Stati Uniti. Comunque il gruppo IS-K “vanta” altri attentati sanguinosi come quello del maggio 2020 a un reparto di maternità a Kabul (uccise 24 persone, tra cui donne e neonati); nel novembre dello stesso anno l’ attacco all'Università di Kabul (uccisi 22 insegnanti e studenti); nel settembre 2022 attentato all'ambasciata russa di Kabul, in seguito al quale le agenzie di sicurezza russe hanno intensificato i loro sforzi per reprimere i sistemi pro-ISIS sia in Russia che in Asia centrale e nel Caucaso. Nel 2023, in Iran due attacchi contro la Moschea santuario sciita Shah Cheragh hanno ucciso almeno 14 persone e ferite più di 40. Sempre in Iran nel gennaio 2024 attacco a Kerman (quasi 100 persone uccise). All'inizio di marzo, la sicurezza federale russa ha sventato un piano dell'ISIS per attaccare una sinagoga di Mosca.

Detto questo sulle recenti “imprese” del terrorismo IS, chiediamoci il perché viene ora colpita la Russia, possibilmente senza farci condizionare dall’opinionismo sulle vecchie rogne della politica russa oppressiva dell’Islam. Secondo le tesi udite in TV da “esperti di livello internazionale” questo del Crocus City Hall sarebbe l’ultimo atto della vendetta islamica contro il presidente Putin, che deve finir di pagare il “peccato originario russo” di occupazione dell’Afghanistan (1979-1989), il teatro Dubrovka di Mosca quando i Ceceni nel 2002 presero in ostaggio più di 900 persone e l’attacco alla scuola di Beslan del 2004 in cui morirono 334 persone, tra cui 186 bambini… Di fatto, la presunta oppressione dei musulmani da parte della Russia di cui parlano media ed esperti, ci sta - secondo me - come i cavoli a merenda, proprio perché Putin è un oppositore chiave dello Stato Islamico e non è affatto uno storico persecutore dell’Islam; ha impegnato la Russia nella lotta contro l’ISis attraverso operazioni militari in Siria di sostegno al regime di Bashar al-Assad e sforzi per stabilire collegamenti con i Talebani afghani (rivali dell’IS-K) diventando un avversario chiave dello Stato islamico. Così la Russia è vista dall’ISis come una potenza crociata contro i musulmani.

Quello che sfugge all’attenzione nostra è che IS- K, dopo le battute d’arresto in Siria e Iran, è cresciuto finanziato dai capitali della mafia cecena di Mosca (e altre mafie) oltre che dai servizi segreti statunitensi e britannici, e ora è diventato un formidabile mostro con l’ambizione di evolversi in un’organizzazione terroristica con influenza globale e grande credibilità per le amplificazioni della propaganda che aumenta la portata dei finanziamenti. Il problema è come combattere tutto ciò in un momento in cui la competizione tra le grandi potenze e l’agitazione geopolitica globale hanno messo l’antiterrorismo in secondo piano.

Secondo Al Jazeera, altri attacchi sono possibili in Russia e altrove, dato il ruolo chiave che le reclute dell’Isis di origine centroasiatica – in particolare tagiki – hanno svolto quando il gruppo era impegnato in Siria. Ora sono tornati in Asia centrale e la loro capacità di effettuare attacchi è ora concreta.

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