Il neonazismo che piace all'oligarchia finanziaria
Giovedi 2 marzo un nutrito gruppo di uomini armati provenienti dall'Ucraina ha fatto irruzione a Liubiciane, un villaggio di confine situato in territorio russo, nella regione di Bryansk. L'incursione ha portato al ferimento di un bambino e all'uccisione di due civili del luogo. Nonostante combatta contro l'esercito di Mosca, quindi tra le fila dello schieramento ucraino, il gruppo ha compiuto l'incursione agli ordini di un russo: il neonazista Denis Kapustin - più noto con il cognome Nikitin - 38enne nato a Mosca, cresciuto in Germania e poi trasferitosi in Ucraina nel 2017.
Anche nel nome “Corpo volontario dei russi”, il gruppo non dissimula la propria ideologia neonazista e conferma, con la sua esistenza, i legami tra i movimenti neonazisti – anche russi – e la compagine ucraina: la matrice ideologica del gruppo emerge chiaramente sia nella simbologia utilizzata sia nel rimando al collaborazionismo di Andrey Vlasov, generale russo passato dalla parte delle forze hitleriane durante l'invasione dell'Unione Sovietica.
Ripercorrendo le vicende ucraine fin dal Maidan e dall'inizio dei combattimenti in Donbass del 2014 queste notizie non stupiscono: del resto sin da allora gran parte dei movimenti neonazisti di Russia e Bielorussia sosteneva apertamente la causa ucraina dando supporto a gruppi come “Svoboda” e “Pravy Sektor” e le formazioni paramilitari in cui affluivano i militanti di queste ultime. Piuttosto emblematico, in questo senso, è la presenza tra i ranghi ucraini di un certo numero di paramilitari bielorussi, alcuni dei quali inquadrati nella formazione Kastus Kalinovski. A differenza di altri, come il neonazista bielorusso - poi pentito - Roman Protasevich, inquadrato nel battaglione “Azov”.
Denis Nikitin, cofondatore del “Corpo volontario dei russi” ha rilasciato la prima intervista dopo l'attacco alla redazione del Financial Times, nota testata britannica e voce degli interessi dell'alta finanza. Nonostante Mykyo Pokalyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, abbia descritto quanto avvenuto come “una classica provocazione russa” il neonazista Denis Nikitin ha confermato al Financial Times il fatto che il gruppo ai suoi comandi riceva supporto dalle forze armate ucraine e che lo abbia ricevuto per organizzare l'incursione della regione di Bryansk:“Come immaginate che sia arrivato lì nell'oscurità della notte? Ci sono campi minati, videocamere, droni con sensori termici, punti d'osservazione nascosti […] se non mi fossi coordinato con qualcuno [delle forze armate ucraine] credo che ci avrebbero semplicemente annientato”.
Denis Nikitin vanta contatti e relazioni con movimenti e gruppi neonazisti ucraini, bulgari, tedeschi, francesi, italiani e statunitensi. Per quanto riguarda l'Italia i principali referenti di Denis Nikitin sembrano essere i neofascisti di Casa Pound: insieme a questi ultimi ha organizzato alcune edizioni di un torneo di MMA (arti marziali miste) a Roma. Sul giornale di Casa Pound si legge: “Il 19 giugno [2015] saranno a Roma, a “Tana delle Tigri”, il contest di musica e arti marziali che ormai da anni avviene all’inizio dell’estate ad Area 19, in via Monti della Farnesina, grazie all’organizzazione di Casa Pound Italia. Abbiamo chiesto a Denis Nikitin di parlarci di White Rex. Da due anni il White Rex è approdato in Italia, a Roma, con Casa Pound. Come mai questo connubio così fortemente voluto? ??Beh prima di tutto i contatti personali sono alla base. Viaggio parecchio e tempo fa ho avuto la possibilità di conoscere i ragazzi di Casa Pound con i quali ho affrontato argomenti interessanti. Così ho presentato loro la mia idea di organizzare un evento MMA. Inizialmente scettici, hanno poi accettato.”
I primi tornei di MMA sono stati organizzati da Denis Nikitin in Germania, con il nome “Kampf der Nibelungen” (in tedesco: La battaglia dei Nibelunghi). Tra i fondatori di questo evento si annoverano membri, fondatori e dirigenti del partito “Die Rechte”. Contestualmente ai tornei di MMA organizzati da in vari paesi europei Denis Nikitin ha promosso il proprio marchio “White Rex”, con un rimando aperto all'ideologia del suprematismo razziale. “La Nike per i nazisti”, secondo la redazione di Vice. “Rex” è diventato anche il nome di battaglia di Denis Nikitin.
Nel 2017, la testata russa The Moscow Times – legata all'opposizione liberale - descriveva Denis Nikitin come “una delle figure chiave del movimenti europei d'estrema destra”. Tra le file commando del “Corpo volontario dei russi” resosi protagonista dell'incursione del villaggio di Liubiciane, si trovava almeno anche un altro noto neonazista russo, Alexey Kozhemyakin detto "Kolovrat", attivo tra le fila ucraine sin dal 2014 tra i ranghi famigerato battaglione “Azov”.
La redazione del Financial Times non manca di dare spazio all'appello con cui il neonazista Denis Nikitin incoraggia a prendere le armi chiunque voglia combattere “contro gli usurpatori del Cremlino”. Le testate liberali come Financial Times, Vice, The Moscow Times offrono dunque spunti realmente interessanti, pur mancando di esplicitare quali siano le relazioni tra i movimenti neonazisti e le strutture militari degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della NATO: relazioni evidentemente contigue, come dimostra chiaramente la storia italiana a partire dall'occupazione angloamericana. E come conferma il loro utilizzo in chiave antirussa.