Il Parlamento europeo sostiene il neonazismo venezuelano

Tra i vincitori del Premio Sakharov spicca Lorent Saleh, golpista venezuelano pienamente inserito in ambienti neonazisti colombiani

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Il Parlamento europeo sostiene il neonazismo venezuelano



di Fabrizio Verde

 

In occasione della consegna del Premio Sakharov all’opposizione venezuelana, pomposamente definita democratica, è andata in scena l’ennesima farsa, presso il Parlamento Europeo. Una rappresentazione distorta della realtà mirante ad accreditare la narrazione tossica sul Venezuela bolivariano che viene disegnato come una sorta di immenso lager caraibico a cielo aperto. 

 

Il tutto è stato ovviamente condito con un ingrediente immancabile: le fake news. Proprio quell’arma tanto temuta che secondo la narrazione dominante sarebbe ad esclusivo appannaggio di fantomatici hacker russi. 

 

Leggiamo cosa ha dichiarato il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani alla consegna del premio: «Lo scorso weekend il presidente Maduro ha deciso in maniera arbitraria e antidemocratica di proibire ai principali partiti di opposizione di presentarsi alle elezioni presidenziali». 

 

Si tratta di un esempio da manuale. Questa è una fake news. 

 

Leggiamo inoltre sul portale del Parlamento europeo che «alla cerimonia hanno partecipato: Julio Borges, presidente dell’Assemblea nazionale, Antonio Ledezma, sindaco di Caracas, e i familiari e rappresentanti dei prigionieri politici, cioè Leopoldo López e Antonieta Mendoza (genitori di Leopoldo López), Patricia Gutiérrez (moglie di Daniel Ceballos), Yamile Saleh (madre di Lorent Saleh), José Ignacio Guédez (avvocato di Alfredo Ramos) e Alejandra González, sorella di Andrea González».


Leggi, Venezuela: il lato oscuro (occultato dal mainstream) di Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma


Insomma, chi ha un minimo di conoscenza della politica venezuelana, noterà subito che si tratta di quegli stessi dirigenti coinvolti nelle trame golpiste ordite in questi anni per provare a spodestare Hugo Chavez prima e Nicolas Maduro poi. Definirli opposizione democratica, ci pare azzardato finanche per un’istituzione ormai assolutamente screditata come l’Unione Europea. 


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A balzare però all’occhio è un nome in particolare, quello di Lorent Saleh. Un oppositore molto addentro in ambienti neonazisti e paramilitari. Un sincero democratico, secondo gli opinabili parametri del Parlamento europeo e di Antonio Tajani. 
 

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Si tratta di un giovane venezuelano, dirigente e membro fondatore della ONG Operación Libertad, preso in custodia dal Servicio Bolivariano de Inteligencia Nacional (Sebin), dopo il fermo avvenuto in Colombia, da parte delle forze di sicurezza locali, nel settembre del 2014. 
 

 


Saleh insieme ad altri membri di Operación Libertad si trovava in Colombia per ricevere addestramento paramilitare, finalizzato a compiere successivamente attentati in Venezuela. Circa le intenzioni del gruppo guidato da Saleh il governo venezuelano presentò diverse evidenze, tra cui un video dove si evincono le intenzioni di destabilizzazione pianificate dal gruppo. 

 

Nel video in questione, Lorent Saleh, si riferisce alle azioni come a pratiche di «pulizia sociale». 

 

L’oppositore democratico - secondo i discutibili canoni di Tajani - non ha mai nascosto la sua tendenza verso l’estrema destra. Volendo essere più precisi, per le idee neonaziste. Lo troviamo molto attivo infatti tra le fila del gruppo Javu (Juventus Activa Venezuela Unida), orgogliosamente affiliato a Otpor, durante le violenze seguite alle elezioni dell’aprile 2014. Violenze che successivamente si è scoperto fossero pianificate nell’ambito del piano golpista ‘La Salida’, per cui Leopoldo Lopez leader di Voluntad Popular è stato in seguito condannato in quanto principale promotore. 

 

Otpor è un’organizzazione finanziata dagli Stati Uniti che troviamo attiva in Jugoslavia nel 2000, nelle cosiddette rivoluzioni colorate nei paesi dell’ex Unione Sovietica, durante le ‘primavere arabe’ e infine in Venezuela. 

 

Troviamo infine Saleh, sempre più democraticamente impegnato, indicato tra i principali oratori in occasione del lancio dell’Alleanza Nazionalista per la Libertà, un nuovo soggetto politico colombiano, di chiara ispirazione neonazista. Questo è quanto scriveva, nel luglio del 2013, il quotidiano colombiano El Espectador: «Hanno assistito circa 40 membri di Tercera Fuerza e come oratori principali c’erano lo studente venezuelano Lorent Saleh e l’ex parlamentare Pablo Victoria, che nel suo intervento, di oltre due ore, ha esposto la sua visione della storia congiunta di America ed Europa, difendendo la colonizzazione spagnola». 


Membri di Alianza Nacionalista por la Libertad
Nella foto Membri di Alleanza nazionalista per la libertà, partecipanti al Convegno dove Saleh ha partecipato come oratore 
 

«Vogliamo che il paese torni alla democrazia, alla libertà e alla dignità», ha inoltre detto Tajani nel suo discorso di premiazione. Belle parole. La realtà invece conferma le nostre denunce: Stati Uniti e vassalli europei vogliono che il Venezuela finisca nelle mani di golpisti e neonazisti. 

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