Il piano sull'Intelligenza Artificiale di Mario Draghi è aria fritta

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Il piano sull'Intelligenza Artificiale di Mario Draghi è aria fritta

 

In questi giorni stanno uscendo le prime indiscrezioni sul piano relativo all'Intelligenza Artificiale studiato dal Governo Draghi dove si legge testualmente che l'Italia “ha le carte in regola per diventare testa di punta in Ue” [Sorvolo sull'inquietante locuzione “testa di punta”] e dove si sottolinea anche che l'Italia ha “una vibrante comunità di ricerca nell’IA”, che eccelle in campi come il Machine/Deep learning, il Data mining e l’analisi dei Big Data.

A leggere queste anticipazioni sul documento sembrerebbe insomma che l'Italia andrà a giocare un ruolo da assoluta protagonista in questo nuovo settore della ricerca e delle applicazioni pratiche [Nuovo si fa per dire, in USA si studia l'Intelligenza Artificiale dagli anni 50 del secolo scorso].

Poi però, per puro caso, lo scrivente si imbatte in uno stato Facebook scritto da uno dei più brillanti matematici italiani che lamenta la “sparagna” dei finanziamenti governativi al settore della ricerca di base in Matematica. Si tratterebbe di appena quattro (diconsi 4) milioni di euro, che peraltro verranno dati a chi potrà dimostrare che le proprie ricerche avranno “ricadute applicative”.

Per chi sa cosa sia l'informatica leggere questo stato subito dopo aver letto un articolo sulla strategia governativa in materia di Intelligenza Artificiale ha un effetto straniante all'inizio ma che piano piano si trasforma in un moto di ilarità irrefrenabile.

L'informatica, e anche la sua branca nota con il nome di Intelligenza Artificiale, trova le sue fondamenta teoriche proprio nella Matematica. E anzi, cardine fondamentale dell'informatica è proprio quella che forse è la branca della matematica più astratta e con (apparentemente) meno ricadute pratiche: la Logica.

Non per niente il più importante premio in informatica assieme al Turing Prize è il Gödel Prize per l'informatica teorica. Dedicato giust'appunto al matematico filosofo austriaco Kurt Gödel autore dei due teoremi di incompletezza che sono probabilmente quanto di più astratto e senza ricadute pratiche abbia mai prodotto la Matematica, ma che una volta trasposti in Informatica diventano uno scoglio pratico insuperato ed insuperabile. Tanto è vero che (semplifico molto) la ripartizione tra Intelligenza Artificiale Generale e Intelligenza Artificiale Ristretta è stata necessaria proprio “per colpa” di Gödel e dei sue due teoremi.

Non capire che non esiste ricerca informatica senza ricerca matematica porta a questi errori grossolani. Dunque non finanziare la Matematica significa che in Informatica e nell'Intelligenza Artificiale semplicemente la strategia italiana (al di là delle espressioni pompose e magniloquenti) sarà quella di andare a rimorchio di Germania e Francia e quello che è peggio delle BigTech americane e cinesi.

Ma c'è anche di peggio: non sapere che il tema fondamentale dell'Intelligenza Artificiale sono i due teoremi di incompletezza di Gödel significa non avere la minima idea dei rischi e dei pericoli che le applicazione di questi strumenti avranno sulla vita delle persone.  E questo fa davvero paura.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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