Il quadro di profonda incertezza che attanaglia economia e finanza italiana
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di Federico Giusti
Nel 2024 l'economia mondiale è cresciuta a ritmi modesti e assai inferiori alle previsioni avanzate solo pochi mesi prima, le previsioni poi per il 2025 non si discostano dai dati dell'anno in corso. Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente fanno crescere alcune economie gettando nella stagnazione molte altre e oggi la Ue si trova alle prese con una crescita nulla della propria economia dentro un quadro di crescente instabilità economica e finanziaria.
I mercati finanziari internazionali hanno beneficiato di politiche monetarie meno restrittive registrando risultati superiori alle previsioni e alcuni Stati stanno intanto introducendo nelle manovre di Bilancio nazionale sistemi di tassazione delle plusvalenze per ricavare risorse destinate alla sanità e all'istruzione pubblica depotenziate da decenni di austerità e di tagli.
Negli Stati Uniti la vittoria di Trump alle presidenziali, per Banca Italia, "ha determinato una ricomposizione dei portafogli degli investitori dai titoli pubblici a quelli azionari". Ma la minaccia di imporre dei dazi alle merci europee potrebbe rappresentare un ulteriore fattore di crisi e di grande debolezza della economia Ue tanto che i rendimenti dei titoli di stato a lungo termine sono assai incerti e in sostanza al ribasso.
In Italia la riduzione dei tassi di interesse darà forse un impulso positivo all'economia nazionale quando i dati macroeconomici palesano invece crescenti difficoltà?
Intanto l'economia nei prossimi anni crescerà in media attorno all'1 per cento ma le previsioni sono suscettibili di essere riviste, al ribasso, visti gli scenari internazionali e la debolezza strutturale dell'economia del vecchio continente.
Se l'indebitamento dell'Italia è destinato a diminuire, stando almeno ai bilanci previsionali presentati a Bruxelles, i dati economici sono invece ancora incerti e tali da indurre al massimo scetticismo.
Nel corso degli ultimi 10 anni la differenza di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi è diminuita ma la crisi ormai investe tutti i mercati europei e la stagnazione economica della Germania avrà presto effetti nefasti su tutta la Ue.
Numerose aziende fin dall'estate 2024 hanno palesato la impossibilità di chiudere l'esercizio in utile ( e i costi dei prodotti energetici, la carenza di investimenti e processi innovativi ne sono le cause), crescono quindi i debiti delle famiglie ma anche quelli delle aziende e aumenteranno ancor di più specie se dovesse profilarsi all'orizzonte la necessità di repentini processi di ristrutturazione imposti magari dalla riconversione al green.
https://www.bancaditalia.it/ pubblicazioni/sondaggio- imprese/2024-sondaggio- imprese/index.html
Siamo avanti a una speculazione finanziaria e immobiliare fuori controllo, le famiglie vedono erodersi il loro potere di acquisto per il rincaro dei prodotti energetici e dei generi alimentari, il costo della vita cresce il triplo dei salari e di conseguenza anche i consumi interni navigano in acque perigliose, pensare allora che una famiglia media abbia soldi da investire è ormai una visione astratta della realtà.
Prova ne sia la crescita dei collocamenti di certificates, parliamo di strumenti criticati dalla stessa Banca d'Italia che lamentano la possibilità di esporre i detentori a perdite consistenti in caso di scenari avversi.
E quanto avvenuto in questi anni con la crisi economica della Ue dovrebbe indurre a dubitare fortemente dei mercati finanziari e delle offerte lanciate ai piccoli risparmiatori